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Pasque e Passaggi

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La Pasqua è appena trascorsa. Una festività che cade in un tempo carico di simboli e di significati solo in parte legati alle religioni.

Le due Pasque, quella ebraica e quella cristiana, coincidono con l’avvento della primavera. La Pasqua ebraica viene denominata anche Chag haaviv, cioè “festa della primavera”. L’equinozio di primavera, che segna la simmetria tra la durata del giorno e della notte, è anche una data da cui in molti Paesi inizia l’anno.

Tutti questi elementi hanno in comune la nozione di passaggio, di rinnovamento, di rinascita.

Schermata 2016-03-26 alle 17.49.07Abbiamo allora pensato di dare un contributo a questo periodo così carico di simboli, sospendendo per una settimana la pubblicazione delle news e i tradizionali argomenti affrontati in questa rubrica per fermarci a riflettere sul passaggio che non può che essere visto come uno sguardo a un cammino storico, ciò che era e ciò che è, ovviamente sempre ancorato al nostro tema d’elezione: la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.

L’occasione per questa riflessione ci è stato gentilmente concesso dalla rivista Lost Italy che si definisce “un sito dedicato alla memoria e alla storia degli edifici abbandonati in Italia” e tratta in particolare di edifici sedi di attività lavorative o di siti produttivi abbandonati o scomparsi. Al proprio interno, alla voce memoria, c’è una suddivisione tra edifici malridotti, edifici ristrutturati ed edifici demoliti, illustrati con magnifiche foto e commenti. Tra questi troviamo le Torri dell’Eur, che recentemente sono state oggetto di un nuovo progetto che le riconsegna a nuova vita. Un passaggio anche questo.

Schermata 2016-03-26 alle 17.47.56La monografia che è oggetto del nostro numero speciale punta la propria attenzione alle segnaletiche industriali passate proprio nel momento in cui si sta cambiando e in parte lo si è fatto nel 2012 a nuove segnaletiche ed etichettature. Dietro ai modi con cui si segnalavano ai lavoratori su cosa porre attenzione, ai rischi o ai pericoli presenti, c’è una cultura che riemerge, diversa da quella odierna. Accentuata dal fatto che ogni azienda poteva utilizzare cartelli segnaletici “personalizzati” . Venivano utilizzati degli striscioni, dei manifesti, oppure semplici fogli incollati in qualche angolo della fabbrica. Per contestualizzare quei “resti” di segnali e di mura di aziende una volta operative,la monografia parte da una tabella che fornisce il numero degli infortuni mortali accaduti negli anni’60. Una media di 2500-2600 morti ogni anno.

Riguardare le foto, leggere le didascalie per chi è dentro la realtà del 2016 permette di ricostruire visivamente, potremmo dire istantaneamente, il lungo cammino percorso.

Un vero e proprio passaggio che fa bene rammentare per continuare il nostro cammino.

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