Giovedì 18 gennaio 2018 si è svolto a Roma, presso la sala conferenze di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, un Convegno sulla patologia delle apnee ostruttive del sonno.
il convegno è stato organizzato dalla Associazione Apnoici Italiani Onlus, associazione di pazienti affetti da Apnee Ostruttive (OSA), nata nel 2016, che ha lo scopo di diffondere la conoscenza della patologia con campagne di informazione e di supportare i pazienti nel percorso diagnostico e terapeutico.
Su iniziativa del senatore Maurizio Romani, hanno partecipato come relatori Medici Legali e Medici del Lavoro, tra cui il Prof. Giovanni Costa della Università di Milano e la D.ssa G. Lecce del Ministero della Salute.
Oltre ad una specialistica relazione sulla patologia – da cui si stima siano affetti in Italia circa il 23,4% delle donne ed il 49,7% degli uomini in forme moderate-gravi – presentata dal Prof. Insalaco ricercatore CNR/Aipo, sono state discusse le principali criticità che impediscono una efficace emersione della patologia e si è evidenziato come una opportuna terapia della stessa comporterebbe un significativo miglioramento della qualità della vita e un forte risparmio della spesa sanitaria totale.
Gli affetti da questa patologia presentano, nelle forme gravi, numerosi episodi di arresto del respiro durante il sonno, spesso associati a forte russamento ed obesità. Residua durante il giorno sonnolenza e difficoltà di concentrazione, fino all’addormentamento ed al colpo di sonno improvviso. Frequenti complicanze sono le cardioaritmie, gli ictus, l’ipertensione, i disturbi metabolici quali il diabete, con un accorciamento significativo dell’attesa di vita.
La residua sonnolenza diurna, assieme a disturbi della concentrazione e della memoria, sono individuati come frequenti cause di incidenti stradali e di infortuni in ambito lavorativo.
Nel convegno sono stati analizzati inoltre, gli effetti della mancata istituzione dei centri ASL Territoriali per lo screening, diagnosi, terapia e follow-up dei pazienti, previsti dalla Intesa Stato-Regioni del 12 maggio 2016, con conseguente mantenimento di lunghe liste di attesa dei pazienti negli insufficienti reparti specialistici ospedalieri esistenti.
È stato giudicato contrastante con l’inserimento della patologia nei Livelli di Assistenza ASL, l’obbligo per i pazienti di ottenere preventivamente il riconoscimento dell’Invalidità Civile per poter accedere alle terapie garantite dal SSN.
Tale obbligo favorisce spesso il ricorso degli interessati a strutture mediche private e contrasta con il ritorno al pieno compenso di salute, una volta affrontato il percorso terapeuti.
Quasi mai i pazienti, pur in pieno compenso, ottengono il rinnovo della patente di guida nelle sedi dei medici legali di primo livello (ASL, autoscuole, ACI.. ecc.), seppur in presenza di normativa specifica, e inviati alle Commissioni Mediche Locali devono affrontare significativi costi economici e lunghi tempi di attesa.
È stata inoltre proposta dal Dr. Carmelo Causarano (medico del lavoro tra i relatori) la assimilazione alla normativa sulle attività che comportano un elevato rischio per la sicurezza dei lavoratori ed i terzi (vedi rischi correlati all’assunzione di alcoolici e di sostanze stupefacenti). Per quei lavoratori affetti da OSA che accedano al trattamento con il SSN, ci dovrà essere di conseguenza, la garanzia del mantenimento del posto di lavoro per tutta la durata del trattamento, limitando i frequenti licenziamenti per inidoneità alla mansione lavorativa.
Su questi temi presso la Commissione Sanità del Senato è formalizzata una Mozione che resta impegnativa anche per la prossima legislatura.