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Il Co.Re.Co della Regione Lazio cosa fa?

Il D.Lgs.81/08 prevede all’art.7 la costituzione in ogni regione del Comitato Regionale di Coordinamento (Co.Re.CO).

La Regione Lazio lo mise in piedi negli ultimi anni della Giunta Marrazzo. Ebbe appena il tempo di costituirsi, di svolgere le prime riunioni d’impostazione del lavoro da svolgere e poi la Giunta cadde e l’attività cessò. Con la Giunta successiva praticamente venne meno ogni funzione del Comitato se non di pura rappresentanza  e formale.

L’attuale Giunta Zingaretti, dopo alcuni mesi, ha provveduto a riconvocare il Co.Re.Co. indicadogli alcune priorità da svolgere. Per svolgere questi compiti è stato proposto di dividere il Co.Re.Co in gruppi di lavoro che mettessero a punto delle proposte da far passare poi in Giunta. Questo entro il mese di Giugno di quest’anno.

I gruppi di lavoro sono stati formati e hanno iniziato a lavorare con tutte le difficoltà che possono incontrare organismi non abituati da tempo a farlo (come dovrebbe essere) e in oltre tanto diversi per natura giuridica, ruolo e funzione.

Nel corso dell’ultima riunione svoltasi il 2 Aprile è stato riconfermato Giugno come tempo per consegnare le proposte.

I temi dei gruppi sono:

  • STANDARDIZZAZIONE – l’obiettivo è quello di fornire indicazioni, ai Datori di Lavoro e a tutti gli altri protagonisti aziendali, per adempiere al meglio al loro principale compito di valutare i rischi aziendali;
  • SEMPLIFICAZIONE – il gruppo tenterà di concentrarsi nel tentativo di rendere maggiormente semplice il rapporto con la Pubblica Amministrazione in senso ampio. E’ noto che l’autonomia di cui godono, correttamente, i diversi Servizi di Prevenzione delle diverse Asl, i Dipartimenti Provinciali e Regionale del Lavoro e così via a volte si trasforma in un modus operandi diversificato, ispirato a diverse interpretazioni in relazione alla procedure previste dalla norma che spesso complicano, più di quanto aiutino, la ricerca di un corretto modo di svolgere l’attività di prevenzione;
  • FORMAZIONE – qui ci si è dati un duplice obbiettivo. Il primo è chiarire quali e quanti sono gli Organismi Paritetici che adempiono alle caratteristiche previste dalla normativa e a cui devono rivolgersi le aziende.Alcune regioni hanno proceduto a varare un elenco, non esaustivo, di tali Organismi. Il secondo è in relazione alla nascita e all’uso corretto del Libretto Formativo che la norma da per esistente, ma che in realtà non lo è con tutti i problemi che questo comporta sia per le aziende che per i lavoratori. Entrambiper ora risolvono il problema collezionando i diversi attestati relativi ai corsi frequentati.
  • DATI EPIDEMIOLOGICI – qui c’è un grande salto di qualità da fare, mettendo in relazione le diverse fonti che raccolgono dati (la stessa Regione, le Asl, l’Inail) e trovare il modo di elaborarli. Solo conoscendo la realtà è possibile programmare gli interventi anche da parte del Co.Re.Co. Inoltre si tratta di allargare il modello Infor.Mo a tutte le aziende;
  • AMBIENTI CONFINATI – qui si tratta di operare partendo dal D. 177/2011 e dalle Circolari seguenti per mettere in grado le imprese, spesso piccole o piccolissime, che operano in questo particolarissimo settore, fonte di numerosi incidenti gravi, e di farlo al meglio:
  • AMIANTO – anche qui si parte dal lavoro di mappatura che già c’è e dal Piano Nazionale per individuare gli interventi necessari e opportuni per affrontare quella che, è ormai chiaro, sarà un emergenza per i prossimi anni.

Naturalmente l’attività di questi gruppi non può esaurire l’impegno né della Giunta né del Co.Re.Co.

C’è da programmare o meglio da riprendere a programmare le risorse economiche umane che la Regione vuole dedicare alla prevenzione e alla vigilanza sul terrritorio e riassegnare al Co.re.Co il ruolo di coordinamento e di indirizzo che la legge gli assegna e di cui si sente il bisogno per uscire dalla episodicità degli interventi su un tema tanto delicato e centrale per i luoghi di lavoro.

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