Non è facile misurare il rumore, e per una efficace prevenzione acustica è fondamentale la corretta interpretazione dei certificati.
Come detto nell’articolo precedente, il rumore è energia in movimento attraverso un mezzo, l’aria.
Il microfono rileva la variazione della pressione dell’aria su una membrana che si muove a grande velocità in un campo elettrico, modificandolo; lo strumento trasforma queste variazioni di campo in numeri. Tanto più frequente è la lettura (si parla di millisecondi), tanto più “preciso” è il valore esposto; è quindi una valutazione di tipo statistico e come tale è affetta da una tolleranza.
Anche il mezzo di propagazione, l’aria, è variabile: da temperatura, pressione e umidità dipende il modo in cui l’onda acustica si propaga.
È quindi inevitabile che tutte le misure certificate siano fatte in ambienti controllati, con caratteristiche note, e in condizioni il più possibile ripetibili, in modo da ridurre al minimo tutte le variabili insite nel sistema.
Purtroppo, però, la “ripetibilità” è cosa ben diversa dalla “riproducibilità”! Non è una questione lessicale, ma di sostanza: vuol dire che se faccio due misure nello stesso ambiente mi devo aspettare gli stessi risultati, ma se vado in un ambiente diverso, anche se con caratteristiche note ma diverse dal precedente, posso trovare risultati diversi, ma sempre validi ed accettabili!!!
È come se pesassi la stessa cosa con due diverse bilance, ricavando due diversi risultati, tutti e due “giusti”. Questo dà la misura della cautela con cui vanno letti e interpretati i valori esposti nei certificati acustici.
I certificati possono riguardare l’efficienza di materiali semplici o composti, fonoisolamento o fonoassorbimento, e la rumorosità dei macchinari.
Certificazione dei materiali fonoassorbenti – Metodo di Sabine
La misura viene svolta in Camera Riverberante: è un ambiente, solitamente di volume intorno ai 200 mc, in cui, grazie a casse acustiche opportunamente posizionate o ad una singola sorgente omnidirezionale, si manda un segnale campione generando un campo diffuso. Interrompendo il segnale, si misura il Tempo in cui tale segnale decresce di 60 dB: immettendo nell’ambiente il materiale fonoassorbente da testare, si misura il nuovo tempo di decadimento (Tempo di riverberazione) e, per differenza tra i due valori, si stima il numero di unità fonoassorbenti proprie del materiale in esame.
La misura è quindi indiretta (si rileva un tempo e si calcolano le unità assorbenti) e, soprattutto, non rappresenta una grandezza fisica (energia assorbita = energia prodotta – energia riflessa), ma una grandezza empirica che va da 0 a ∞! È quindi evidente la difficoltà del Progettista non solo a confrontare due materiali testati in due Laboratori diversi, ma anche e soprattutto, a stimare la giusta quantità di materiale necessaria ad ottenere il risultato atteso in un ambiente reale.
Certificazione dei materiali fonoisolanti
In questo caso la misura viene effettuata a monte e a valle del materiale da testare, valutando anche le caratteristiche acustiche dell’ambiente ricevente. I dati sembrerebbero essere di più facile e diretto utilizzo, ma in realtà non è proprio così. Infatti, la resa acustica è molto influenzata dal campione: è intuitivo con quanta cura possa essere preparato il campione in Laboratorio, non sempre (quasi mai!) riproposta nella realtà, e, soprattutto, è comprensibile come il suo modo di vibrare, e quindi di contenere e dissipare l’energia acustica incidente, sia influenzato dalle sue dimensioni (che teoricamente dovrebbero essere intorno ai 12 mq).
Certificazione della rumorosità di macchinari
Questo è il campo in cui è più facile prendere abbagli colossali! L’emissione di un macchinario viene misurata in Camera Anecoica o Semi-anecoica, un ambiente “totalmente” assorbente in cui il campo riflesso è molto vicino allo zero. Quello che solitamente viene fornito è la Potenza acustica, che è un valore proprio della sorgente, indipendente dall’ambiente al contorno, e non il Livello di Pressione Sonora, che invece è il valore di comune interesse perché indica se siano rispettati i limiti di emissione ed è, al contrario, molto influenzato dall’ambiente ospite. Le differenze tra i due valori possono essere molto ampie.
Quindi, perché siano di utilizzo pratico, tutti i Certificati acustici vanno correttamente interpretati.