fonte: Inail
Frutto della positiva cooperazione inter-istituzionale sviluppata negli ultimi anni, fornisce una base empirica e analitica utile a favorire il dibattito pubblico sull’occupazione, attraverso l’integrazione delle diverse fonti di informazione. Bettoni: “Il valore aggiunto è proprio la collaborazione tra gli enti coinvolti”
Inail, Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Inps e Anpal pubblicano oggi in contemporanea sui rispettivi siti web il terzo Rapporto annuale “Il mercato del lavoro 2019: una lettura integrata”, frutto di una collaborazione che punta a implementare un sistema informativo statistico condiviso, mettendo a disposizione informazioni armonizzate, complementari e coerenti sulle dinamiche dell’occupazione nel nostro Paese.
“Dalla condivisione dei dati un’analisi che integra diversi punti di vista”. “Il valore aggiunto di questo Rapporto – sottolinea a questo proposito il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – è proprio la collaborazione tra i vari enti coinvolti. Soltanto attraverso la creazione di un insieme condiviso di dati e informazioni, infatti, è possibile realizzare delle analisi in grado di osservare i fenomeni da diversi punti di vista, tenendo conto dei cambiamenti demografici e dei sistemi produttivi aziendali, delle nuove modalità organizzative del lavoro e dello sviluppo tecnologico, che stanno trasformando profondamente il mercato del lavoro”.
“Dopo i rider una delle sfide è l’estensione della tutela assicurativa ad altre categorie”. “Dopo la recente introduzione dell’obbligo assicurativo a beneficio dei rider – aggiunge Bettoni – una sfida che nei prossimi anni vedrà impegnato l’Inail sarà l’estensione della tutela contro infortuni e malattie professionali alle categorie di lavoratori rimaste finora escluse. Allo stesso tempo andranno confermate e potenziate le politiche di prevenzione che il nostro Istituto ha messo in atto per contrastare il fenomeno infortunistico, come gli incentivi a fondo perduto del bando Isi, lo sconto per prevenzione, l’attività di consulenza alle imprese e le campagne di formazione e informazione in materia di salute e sicurezza”.
Il sesto capitolo dedicato al fenomento infortunistico e tecnopatico. Il Rapporto pubblicato oggi è suddiviso in sei capitoli che affrontano più tematiche – dalle dinamiche del mercato del lavoro in una fase di incertezza all’emersione di una nuova tipologia di lavoro autonomo – intrecciando gli aspetti congiunturali e ciclici con l’evoluzione del quadro strutturale. Il sesto capitolo, in particolare, è dedicato all’analisi dell’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico.
Il 60% dei casi mortali è avvenuto “fuori dell’azienda”. Nel 2018 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, al netto di quelli relativi agli studenti, sono stati circa 563mila, in lieve calo rispetto all’anno precedente (-0,5%), mentre rispetto al 2008 la flessione è stata pari al 35,5%. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 373mila, di cui circa il 21% avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto coinvolto” e “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Delle 1.245 denunce di infortunio con esito mortale, in aumento dell’8% rispetto al 2017 ma in calo del 23% rispetto al dato di 10 anni prima, i casi accertati sono stati 744, di cui il 60% occorsi “fuori dell’azienda”.
Agricoltura e costruzioni i settori più a rischio. Nel quinquennio 2014-2018 si rileva una riduzione di oltre il 7% dell’incidenza del numero di denunce di infortunio rispetto al numero degli occupati, ma solo per la modalità in occasione di lavoro, dove le politiche e le iniziative di prevenzione promosse negli ultimi anni hanno migliorato i livelli di salute e sicurezza. Tassi di incidenza più elevati si riscontrano in agricoltura e nelle costruzioni, settori nei quali il rischio di morire durante il lavoro è triplo rispetto a quello medio.
Trend in crescita per le malattie professionali. Con oltre 59mila casi denunciati, le malattie professionali nel 2018 hanno fatto registrare un incremento rispetto all’anno precedente pari al 2,6%, confermato anche dai dati provvisori del 2019. Il 67% dei casi riconosciuti ha interessato il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, al primo posto per entrambi i generi, il 15% ha interessato il sistema nervoso, con una prevalenza della patologia tra le donne, mentre il 4% sono tumori, che colpiscono in misura maggiore gli uomini. In media i lavoratori deceduti con riconoscimento di malattia professionale sono 1.700 all’anno.
- Intervento del presidente dell’Inail
(.pdf – 194 Kb) - Nota per la stampa
(.pdf – 416 Kb) - Il mercato del lavoro 2019: una lettura integrata
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