Allergie da pollini, online la scheda di un progetto per la tutela della salute

allergie da pollini

fonte: Inail


Realizzata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail, la pubblicazione fa il punto dei risultati di una ricerca che ha preso in esame, attraverso un approccio integrato, le esposizioni a inquinanti aerodispersi di varia natura, con l’obiettivo di realizzare materiale informativo dedicato ai lavoratori e ad altri gruppi di persone a rischio.

Costruire un modello integrato di monitoraggio delle esposizioni ambientali legate ai cambiamenti climatici e di sorveglianza sanitaria degli effetti sulla salute e sviluppare materiali informativi per ogni gruppo a rischio, tra cui i lavoratori, delineando sia i rischi di salute ad ogni fattore ambientale, sia le raccomandazioni per la prevenzione. Sono questi gli obiettivi del progetto Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie 2016 (Ccm) del Ministero della salute, a cui ha partecipato il Laboratorio rischio agenti biologici del Dimeila dell’Inail insieme all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e con il coordinamento scientifico del Dep Lazio (Dipartimento di epidemiologia Ssr Regione Lazio – Asl Roma 1). Nella scheda informativa disponibile sul sito dell’Istituto un focus sulle attività realizzate.

L’importanza di un approccio multidisciplinare e condiviso. Le patologie allergiche occupazionali sono problemi importanti di salute pubblica e circa il 15% dell’asma tra gli adulti ha un’origine occupazionale. Le allergie da pollini rappresentano condizioni multifattoriali che necessitano di un approccio integrato, multidisciplinare e condiviso, prendendo in considerazione i fattori di esposizione ambientali di origine fisica, chimica, biologica, nonché i co-fattori in grado di modulare gli effetti, le condizioni fisiopatologiche di ciascun individuo e la capacità di risposta individuale. Il progetto si è avvalso del modello, operativo in 34 aree urbane, del Piano nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, avviato nel 2005 dal Ministero della Salute. Una delle attività è stata la raccolta dei dati pollinici di serie storiche. Inoltre, è stata effettuata la mappatura dei centri aerobiologici presenti sul territorio per il monitoraggio in tempo reale delle concentrazioni polliniche a livello nazionale e, in una fase pilota, è stata avviata una collaborazione con i centri sanitari allergologici di alcune città.

Fondamentali la formazione e l’informazione dei lavoratori. Nel corso delle attività di monitoraggio dei pollini condotte in ambienti di lavoro outdoor e indoor, è emerso come alcuni fattori, quali il numero e le azioni degli occupanti, siano associati a maggiori concentrazioni di tali biocontaminanti nel corso dei giorni e delle ore lavorative. Per quanto riguarda, invece, la gestione integrata del rischio occupazionale, le indicazioni principali riguardano l’individuazione delle categorie di lavoratori potenzialmente esposti, la suscettibilità individuale dei soggetti e l’adozione di interventi comportamentali che possano aumentare la percezione del rischio. Da favorire partecipazione, informazione e formazione dei lavoratori. Ulteriori risultati sono in fase di elaborazione e saranno oggetto di materiale scientifico e divulgativo sull’esposizione pollinica presente nei diversi ambiti lavorativi indirizzato, in maniera più specifica, a lavoratori, datori di lavoro e altri attori della prevenzione.

DOCUMENTI
  • Allergie da pollini: approccio integrato per la tutela della salute pubblica e occupazionale
    Le allergie rappresentano condizioni multifattoriali che necessitano di un approccio integrato, multidisciplinare e condiviso prendendo in considerazione i fattori di esposizione ambientali di origine fisica, chimica, biologica, nonché i co-fattori in grado di modulare gli effetti, le condizioni fisio-patologiche di ciascun individuo e la capacità di risposta individuale.

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