L’esposizione professionale dei VVFF è cancerogena per l’uomo

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Il primo luglio scorso l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha dichiarato che l’esposizione professionale dei vigili del fuoco è classificata come “cancerogena per l’uomo” ed appartiene al Gruppo 1 delle sostanze cancerogene. Da anni il tema ha interessato il dibattito internazionale e già nel 2007 l’Agenzia dichiarava che l’esposizione professionale come vigile del fuoco poteva essere classificata come “possibilmente cancerogena” per l’uomo quindi essere inscritta nel Gruppo 2B.

La nuova classificazione supera quindi ogni incertezza sui danni che gli operatori possono subire nello svolgere la loro attività.

I vigili del fuoco sanno da tempo che la loro esposizione professionale a contaminanti tossici ha legami con il cancro e questo sviluppo è un passo avanti estremamente significativo e vitale per ottenere ai vigili del fuoco il riconoscimento e la protezione di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Questa classificazione dovrebbe essere un grande campanello d’allarme sia per il governo che per i servizi antincendio e di soccorso. Il governo ora deve riconoscere urgentemente che il cancro è un rischio professionale nell’ambito della lotta antincendio. Devono anche portare avanti miglioramenti urgenti per proteggere i vigili del fuoco dai contaminanti del fuoco utilizzando la formazione innovativa del sindacato. Riconosciamo anche che questa notizia sarà preoccupante per i vigili del fuoco e vogliamo rassicurare tutti i nostri membri che il sindacato si batterà per proteggere la vostra sicurezza sul lavoro.[1]

Si è giunti a questa ponderata decisione dello Iarc a seguito di studi e ricerche realizzate in tutto il mondo cui ha contribuito tra le prime l’Università del Central Lancashiere, la stessa organizzazione dei vigili del fuoco della Gran Bretagna (Fbu) e l’impegno del sindacato, a livello comunitario, nel progetto Decon. Infine la decisione ha fatto seguito a una discussione, durata una settimana, svoltasi nel giugno scorso a Lione, con la partecipazione di 25 scienziati provenienti da otto paesi [2].

Classificazione IARC
  • Gruppo 1 – Cancerogeno per l’uomo. …
  • Gruppo 2A – Probabilmente cancerogeno per l’uomo. …
  • Gruppo 2B – Possibilmente cancerogeno per l’uomo. …
  • Gruppo 3-Non classificabile in relazione alla sua cancerogenicità per l’uomo…
  • Gruppo 4 –n Probabilmente noncancerogeno perlì’uomo
University of Central Lancashire [3]: i dati che emergono dalla ricerca

I risultati della ricerca [4] della University of Central Lancashire avevano già evidenziato nel 2020 la pericolosità degli effluenti tossici e dell’insieme di sostanze chimiche tossiche irritanti e cancerogene emesse durante un incendio sotto forma di polveri, fibre, fumo gas e vapori. I ricercatori avevano effettuato misurazioni presso 18 caserme e contattato tramite il Fbu 10.000 addetti le cui risposte erano state raccolte nell’ambito della ricerca a carattere nazionale.

I test dell’aria interna effettuati in diverse stazioni dei vigili del fuoco e centri di formazione hanno evidenziato che i vigili del fuoco del Regno Unito sono ancora esposti ad alti livelli di contaminanti tossici durante e dopo un incendio, in quanto le sostanze chimiche che causano il cancro rimangono sulle tute, sulle attrezzature e altrove sul luogo dell’incendio. I campioni prelevati hanno rivelato la presenza di agenti cancerogeni all’interno dei caschi dei vigili del fuoco, sui DPI e persino sui filtri dei respiratori.

Il Report evidenziava che:

    •  il 4,1% dei vigili del fuoco intervistati, ancora in servizio, aveva ricevuto una diagnosi di cancro rispetto all’1% della popolazione generale, tre quarti avevano lavorato per almeno 10 anni prima di ricevere la diagnosi, più della metà aveva meno di 50 anni un quinto meno di 40
    • di quelli diagnosticati, il 26% ha un cancro della pelle, il più comune, seguito da un cancro ai testicoli (10%), un cancro alla testa e al collo (4%) e un linfoma Non Hodgkin (3%)
    • la metà degli intervistati non ritiene che i vigili del fuoco prendano sul serio le pratiche di decontaminazione, compresa la pulizia di DPI e delle attrezzature
    • 1 intervistato su 5 conserva i guanti da vigile del fuoco negli stivali, 1 su 5 li ripone in tasca e 1 su 10 li ripone nel casco, rischiando il trasferimento di contaminanti tossici direttamente sulla pelle
    • quasi la metà degli intervistati sentiva che ci fosse un atteggiamento da “medaglia al valore” in servizio, specialmente quando si usciva da un incendio con DPI e volto sporchi di fuliggine e contaminanti come se questi costituissero il segno di duro lavoro.
Guida con le migliori pratiche [5]

Tra i punti principali:

      • tutti i servizi antincendio e di soccorso devono applicare procedure di decontaminazione pienamente valutate in base ai rischi durante e dopo gli incidenti, e garantire che tutto il personale interessato sia addestrato ad attuare tali procedure
      • il personale dei servizi antincendio e di soccorso deve ricevere una formazione regolare e aggiornata sugli effetti nocivi per la salute dell’esposizione agli effluenti tossici degli incendi e su come queste esposizioni possono essere ridotte, diminuite o eliminate
      • i vigili del fuoco devono indossare sempre l’equipaggiamento di protezione delle vie respiratorie durante l’estinzione dell’incendio, anche dopo che l’incendio è stato spento ma continua a emettere gas e fumi
      • i DPI devono essere puliti e devono essere accuratamente decontaminati dopo ogni incidente per evitare l’accumulo di contaminanti tossici
      • i vigili del fuoco dovrebbero fare la doccia entro un’ora dal rientro dagli incidenti
      • si consiglia vivamente di effettuare regolari controlli sanitari e di registrare le presenze agli incidenti di incendio nel corso della carriera del vigile del fuoco, che saranno fondamentali per il monitoraggio e la gestione a lungo termine della loro salute.

NOTE

[1] Riccardo la Torre, funzionario nazionale della Fbu, Editoriale del 6 luglio scorso del sito della Fire Brigades Union (Associazione dei vigili del fuoco britannica), Editoriale ripreso da Diario prevenzione del 6 luglio 2022.
[2] Anche la rivista Lancet ne dà notizia in un recente articolo pubblicato nel numero del 7-14 giugno 2022.
[3] Commissionata dal sindacato dei Vigili del fuoco inglese (Fire Brigade Union).
[4] Fonte: sito di So.Fra.Pa, 24 novembre 2020, https://www.sofrapa-store.it/it/blog/2020-11-24/I-rischi-connessi-agli-effluenti-tossici-degli-incendi-per-i-vigili-del-fuoco.
[5] La Guida con le migliori pratiche è stata redatta dai ricercatori per i servizi antincendio e di soccorso, proponendo una serie di raccomandazioni urgenti per ridurre al minimo l’esposizione dei vigili del fuoco agli effluenti tossici degli incendi.

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