Il caldo persistente e per periodi sempre più lunghi che caratterizza le nostre estati impone un’attenzione specifica ai rischi cui i lavoratori sono esposti, considerando che sono in particolare le attività proprie dei lavori all’aperto (in primis agricoltura e edilizia in tutti i suoi rami) che vengono intensificate in questo periodo dell’anno.
Anche noi come la maggior parte dei siti, sia nazionali che internazionali, riteniamo sia doveroso richiamare l’attenzione in questi giorni sul tema dei rischi connessi alle ondate di calore offrendo ai nostri lettori alcune informazioni sia di carattere pratico sia di approfondimento in merito al nesso tra salute fisica e salute psichica.
Esposizione a temperature estreme ed impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro. Il progetto worklimate e la piattaforma previsionale di allerta, è una Guida pratica di facile consultazione rivolta ai lavoratori, ai datori di lavoro e alle figure della prevenzione aziendale, pubblicata da INAIL e redatta nell’ambito del progetto Worklimate (2022).
“Il progetto di ricerca Worklimate, coordinato da INAIL e Cnr-Ibe, con la collaborazione dell’Azienda Usl Toscana Centro, dell’Azienda Usl Toscana Sud Est, del Dipartimento di Epidemiologia – Servizio Sanitario Regionale Lazio e del Consorzio LaMMA, è un ampio programma di sviluppo di attività per l’analisi dell’impatto del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza del lavoro e per la predisposizione di strumenti di intervento”.
La Guida offre una informativa di base rivolta ai datori di lavoro sulle
patologie da calore e i fattori che contribuiscono alla loro insorgenza,
oltre a prime indicazioni sul “cosa fare”, perché questi siano pienamente consapevoli delle conseguenze di una mancata considerazione del problema nell’ambito della valutazione dei rischi e quindi della mancata o inadeguata assunzione delle misure di prevenzione tecniche, ma soprattutto organizzative, necessarie. “Segni e sintomi delle patologie dovute al caldo” sono ben riassunti in una tabella, mentre si invita a prendere in considerazione i seguenti fattori che contribuiscono all’insorgenza delle patologie da calore:
- alta temperatura dell’aria e alti tassi di umidità
- basso consumo di liquidi
- esposizione diretta al sole (senza ombra)
- movimento d’aria limitato (assenza di aree ventilate)
- attività fisica intensa
- alimentazione non adeguata
- insufficiente periodo di acclimatamento
- uso di indumenti pesanti e dispositivi di protezione
- condizioni di suscettibilità individuale (vedi relativa brochure).
Sempre a supporto dei datori di lavoro la Guida offre un decalogo con le principali misure per la prevenzione delle patologie da calore nei luoghi di lavoro.
Decalogo delle misure di prevenzione
- designare una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo sulla salute e sulla sicurezza e l’adeguata risposta.
- identificazione dei pericoli e valutazione del rischio
- formazione
- strategie di prevenzione e protezioni individuali per i lavoratori, idratazione e abbigliamento
- riorganizzazione dei turni di lavoro
- rendere disponibili e accessibili aree ombreggiate per le pause
- favorire l’acclimatazione dei lavoratori
- realizzazione del “sistema del compagno”
- pianificazione e risposta alle emergenze
- misure specifiche per i luoghi di lavoro in ambienti chiusi
Come si può dedurre dalla lettura del Decalogo uno spazio significativo hanno le misure che riguardano aspetti di organizzazione del lavoro quali ad esempio la riorganizzazione dei turni di lavoro, il favorire l’acclimatazione dei lavoratori o il cosiddetto “sistema del compagno”. Proprio da questa dimensione organizzativa nascono le difficoltà di prevenzione nelle aziende, che possono essere superate solo con una presa di coscienza della gravità del problema da parte dei datori di lavoro e delle figure aziendali sia della prevenzione che operative: quindi bisognerebbe avviare massicce azioni di formazione e informazione, e potrebbe davvero questo essere il tema di una Campagna nazionale dal titolo Esposizione a temperature estreme ed impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro, gestita dai Servizi di prevenzione delle Asl con il pieno coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni datoriali, in particolare di quelle appartenenti ai settori maggiormente interessati.
Di particolare interesse, per il coinvolgimento attivo dei lavoratori che comporta, è la misura definita del “sistema del compagno” riportiamo di seguito le indicazioni operative della Guida.
Realizzazione del “sistema del compagno”
Promuovere il reciproco controllo dei lavoratori soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore.
In caso di insorgenza di segni e sintomi di patologie da calore, un compagno vicino potrà chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso nel rispetto delle norme anti Covid- 9, indicando il luogo esatto in cui vengono svolte le lavorazioni.
Con estrema precisione viene affrontato il tema della disidratazione, quale aspetto su cui richiamare l’attenzione dei lavoratori, considerando che il problema riguarda sia gli stili di vita che il lavoro. Gli autori della Guida dichiarano infatti che secondo recenti ricerche 2 lavoratori su 3 arrivano al lavoro già in stato di disidratazione, mentre essere idratati prima di iniziare a lavorare rende più facile il mantenimento dell’idratazione durante la giornata, inoltre sul lavoro è importante continuare a bere durante la giornata e prima di avvertire il senso della sete.
Chi lavora in condizioni di esposizione al caldo, soprattutto quando intenso e persistente, dovrebbe bere 1 bicchiere (250 ml) di acqua ogni 15-20 minuti, ovvero circa 1 litro all’ora.
Bere un bicchiere d’acqua ogni 15-20 minuti è più efficace che bere maggiori quantità più di rado.
In caso di forte sudorazione, reintrodurre insieme ai liquidi anche i sali minerali persi con un’alimentazione ricca di frutta e verdura e, in caso di sforzo fisico intenso, con integratori, su consiglio del medico competente o curante.
Altrettanto importante è la gestione delle pause che, per i lavoratori esposti al caldo, vanno specificamente programmate per permettere loro di rinfrescarsi.
Pause dal lavoro brevi e tanto più frequenti quanto maggiore è il rischio associato al caldo possono ridurre i rischi per la salute senza influenzare la produttività.
Attendere di avvertire la stanchezza prima di fare una pausa potrebbe non essere sufficiente.
Le ondate di caldo peggiorano le condizioni di salute mentale
Un nuovo tema emerge connesso alle ondate di calore, in quanto sembra che queste abbiano un enorme impatto non solo sulla nostra salute fisica ma anche su quella mentale: Laurence Wainwright dell’Università di Oxford e Eileen Neumann dell’Università di Zurigo hanno recentemente pubblicato i risultati di una ricerca su questa questione [1].
Tra gli aspetti critici per la salute psichica che i due ricercatori segnalano sono la depressioni in alcuni e un aumento dei sintomi di ansia in altri soggetti, così come in presenza di altri eventi metereologici quali inondazioni e incendi. Affermano inoltre che c’è un legame tra le ondate di calore e i tentativi di suicidio e i suicidi.
E, in parole povere, per ogni aumento di 1℃ della temperatura media mensile, i decessi legati alla salute mentale aumentano del 2,2% percentuale che aumenta in presenza di picchi di umidità. Problemi si presentano anche per persone con disturbo bipolare. Si deve tenere conto inoltre dell’effetto che il calore ha sui farmaci utilizzati in varie patologie in particolare psichiche [2].
Il calore può inoltre avere effetto su persone non affette da disturbi mentali provocando difficoltà nell’esecuzione del loro lavoro
la ricerca mostra che le aree del cervello responsabili dell’inquadratura e della risoluzione di complessi compiti cognitivi sono danneggiate dallo stress da calore.
Questo potrebbe comportare problemi di sicurezza per se stessi e per gli altri, così come sembra che il calore possa determinare un aumento dell’aggressività in quanto
la serotonina, una sostanza chimica del cervello che tra l’altro tiene sotto controllo i livelli di aggressività, è influenzata dalle alte temperature.
NOTE
[1] In Italia l’articolo è stato pubblicato da Diario prevenzione del 17 luglio scorso.
[2] Ad esempio “gli antipsicotici, che possono sopprimere la sete provocando la disidratazione delle persone”.