L’INAIL ha pubblicato, nel mese in corso, una monografia relativa a L’esposizione ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro in Italia: fonte, per la descrizione del quadro nazionale degli esposti, i dati raccolti mediante il Sirep (Sistema informativo registri di esposizione professionale).
Il Sirep utilizza le notifiche che pervengono all’Istituto da parte dei datori di lavoro, che trasmettono i dati all’INAIL e ai Servizi territoriali con le modalità previste dalla legislazione attuale,[1] secondo cui l’invio dei registri di esposizione a cancerogeni deve avvenire esclusivamente per via telematica, mediante l’applicativo reso disponibile dall’INAIL nella sezione dei servizi on line del portale. Gli elementi che compongono la base informativa di riferimento permettono una conoscenza
delle informazioni relative alle aziende, agli addetti, alle cartelle sanitarie, agli agenti di rischio ed alle patologie da lavoro, aggiornata rispetto alle variazioni riguardanti le singole aziende, i lavoratori, i risultati delle visite periodiche, gli aggiornamenti inerenti sia le definizioni diagnostiche che anamnestiche.
La Guida descrive, nella prima e nella seconda parte, il quadro legislativo di riferimento e le modalità di funzionamento del sistema di registrazione nazionale, con approfondimenti in merito ai sistemi di registrazione europei e internazionali.
Ma è la parte terza che può fornire agli operatori dei Servizi, ai tecnici della prevenzione, e ai medici competenti (ma anche a un non esperto che voglia avere elementi per la conoscenza del fenomeno) le informazioni più interessanti e utili anche a fini preventivi. I dati forniti permettono una conoscenza diffusa (si consideri la fonte: ovvero tutte le aziende sul territorio nazionale che ricadono sotto l’obbligo del registro) e nel contempo molto dettagliata del fenomeno in quanto articolati per:
- Regioni
- Agenti/classi di agenti
- Dimensione aziendale
- Attività economica
- Professione
Il fine preventivo della Guida è ben richiamato nelle Conclusioni, la dove si afferma che
lo scopo dell’analisi è accertare non solo la consistenza numerica e la distribuzione territoriale delle unità di rilevazione ma anche determinare a quali livelli può verificarsi l’esposizione e con quali differenze geografiche,
ricordando che questa necessità di conoscere è doverosa visto che
la metà degli agenti cancerogeni noti nella classificazione Iarc (International Agency for Research on Cancer) è correlata agli ambienti di lavoro e i livelli di esposizione più elevati si rilevano in tale circostanza.
L’elaborazione dei dati provenienti dal sistema di registrazione permette di definire il profilo di rischio per ciascun settore occupazionale e per ciascun agente cancerogeno con riferimento al territorio. Diamo di seguito una estrapolazione dei dati tratti dalle tabelle (proposte nella terza parte della Guida) che presentano il quadro espositivo ad agenti cancerogeni sul lavoro nel nostro Paese.
Distribuzione delle esposizioni lavorative e degli esposti per Regione
Un primo dato di interesse da considerare è quello relativo alla distribuzione regionale delle esposizioni[2] lavorative. Le sette Regioni con un numero di esposizioni più elevato sono: il Veneto con 90.192 esposizioni, la Lombardia con 80.428, l’Emilia Romagna con 69.847, il Piemonte con 36.480, la Sardegna con 33.703, il Lazio con 32.988, la Toscana con 23.335.
Mentre per quanto riguarda il numero degli esposti le Regioni maggiormente interessate sono: la Lombardia con 38.569 lavoratori, il Veneto con 33.928, l’Emilia Romagna con 30.985, il Piemonte con 16.478, la Toscana con 13.753, il Friuli Venezia Giulia con 10.004, il Lazio con 9.814.
Distribuzione delle esposizioni per i principali agenti cancerogeni
Considerando il numero dei lavoratori esposti, gli agenti cancerogeni prioritariamente coinvolti sono: le Polveri di legno duro con 74.003 lavoratori , il Benzene con 33.922, il Cromo (VI) e composti con 22.383, la Formaldeide con 15.165, gli Idrocarburi policiclici aromatici con 12. 413, il Nichel e composti con 13.005, il 1,3- Butadiene con 10.600 esposti.
Dimensione d’impresa
Il maggior numero di lavoratori esposti, 28.051, lavora in aziende che hanno dai 20 ai 49 dipendenti, 19.879 in aziende da 50 a 99 dipendenti, 18.562 in aziende da 100 a 199, 11.921 in aziende da 250 a 499, 11.372 in aziende da 6 a 9 dipendenti.
Distribuzione delle esposizioni lavorative per settore di attività economica
Per quanto riguarda i settori di attività, prendendo in considerazione le unità produttive, i settori maggiormente interessati sono il Commercio al dettaglio con 3.199 unità, l’Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili) con 2.536 unità, la Fabbricazione di mobili con 2.497, la Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) con 1.574 unità.
Distribuzione delle esposizioni lavorative per professioni
Le professioni maggiormente interessate dalle esposizioni a cancerogeni sono i Conduttori di impianti industriali con 31.489 lavoratori, gli Operai semi-qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio con 29.762 lavoratori, gli Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche con 23.296, le Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione con 15.463 le Professioni qualificate nelle attività commerciali con 12.670 lavoratori coinvolti.
Per l’utilizzo ai fini della pianificazione e programmazione delle attività di prevenzione sono di utilità le diverse serie di tabelle proposte dalla Guida:
- una prima serie presenta per ciascuna regione la distribuzione per rischio (agente/classe di agenti), per tipologia di azienda e di attività lavorativa delle notifiche pervenute
- una seconda serie sintetizza gli aspetti relativi al rischio, per ciascun agente/classe di agenti cancerogeni viene presentata la distribuzione territoriale delle notifiche, per tipologia di azienda e di attività lavorativa. Gli agenti cancerogeni analizzati sono: Benzene, Formaldeide, Polveri di Legno, Amianto, Polvere di Silice cristallina, Idrocarburi policiclici aromatici (IPA), Cromo VI e suoi composti, Nichel e suoi composti, Cobalto e suoi composti, Cadmio e suoi composti
- una terza serie di tabelle presenta per dimensione aziendale (in base alla forza lavoro), la distribuzione territoriale delle notifiche pervenute, per rischio (agente/classe di agenti cancerogeni), per tipologia di azienda e di attività lavorativa, Le classi aziendali analizzate sono: 1-9 lavoratori, 10-19 lavoratori, 20-49 lavoratori, 50-99 lavoratori, 100-1000 lavoratori
- una quarta serie di tabelle presenta per ciascun settore economico, la distribuzione per rischio (agente/classe di agenti cancerogeni), per tipologia di azienda (gruppo di attività economica) e di attività lavorativa (professione) delle notifiche pervenute
- una quinta serie di tabelle presenta, per ciascun macro gruppo professionale, la distribuzione delle notifiche pervenute per rischio (agente/classe di agenti cancerogeni), per tipologia di azienda (gruppo di attività economica).
Abbiamo così puntualmente descritto i contenuti della Guida (cui rinviamo per una lettura più approfondita delle Tabelle sopracitate) perché riteniamo che queste conoscenze debbano essere patrimonio diffuso di tutti coloro che operano nel campo della prevenzione (inclusi i rappresentanti dei lavoratori o i datori di lavoro di una piccola impresa, ad esempio), pur consapevoli che il loro utilizzo, nell’ambito della vera e propria progettazione di azioni preventive, necessita del supporto di figure competenti, e può avvenire con maggiore efficacia nell’ambito di una pianificazione nazionale e territoriale. Di fatto il Piano prevenzione nazionale prevede il Piano nazionale cancerogeni occupazionali e tumori professionali che rappresenta
uno strumento di cui ogni Regione deve avvalersi per l’emersione di tali patologie sottostimate e, talora, ancora poco conosciute. [3]
Tra le malattie da lavoro più gravi vi sono le neoplasie professionali per le quali emerge, anzitutto, la necessità di conoscere meglio il fenomeno dal punto di vista quali-quantitativo. Tale azione di emersione deve essere necessariamente accompagnata da una sufficiente conoscenza della diffusione dei principali agenti cancerogeni nelle imprese e nei comparti produttivi, prerequisito per una corretta pianificazione e programmazione delle attività di controllo da parte delle istituzioni preposte. [4]
Ci auguriamo che il lavoro degli operatori INAIL, nell’ambito del Sistema di sorveglianza Sirep, contribuisca all’emersione e alla prevenzione dei tumori occupazionali auspicata dal Piano nazionale prevenzione. Un’ulteriore richiesta tuttavia emerge dall’esame di documenti così complessi, quale è di fatto la Guida dell’INAIL: è necessario che gli esperti producano documenti su questi temi e strumenti informativi a carattere divulgativo che illustrino gli sviluppi delle azioni che nascono da tali conoscenze, in sostanza dovremmo tutti poter conoscere se e come questi dati vengono utilizzati nei piani regionali e quali sono i risultati delle azioni progettate.
NOTE
[1] Decreto interministeriale n. 183 del 25 maggio 2016 recante le regole tecniche per il funzionamento del Sinp,
[2] Il numero delle esposizioni è altro dal numero degli esposti “perché uno stesso lavoratore può aver lavorato in più di una unità produttiva in diversi periodi di tempo e può essere stato esposto a più di un cancerogeno, anche in modo simultaneo e per differenti attività lavorative (mansioni)”.
[3] Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025
[4] Documento citato.