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Settore Sanità: modelli di gestione e organizzazione nel comparto

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La scorsa settimana abbiamo presentato la prima parte della ricerca relativa a un Modello integrato per la valutazione dell’impatto dell’esposizione ai fattori di rischio fisico, chimico e biologico sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari [1], fornendo un quadro delle condizioni di rischio del settore (infortuni e malattie professionali) e soffermandoci in particolare sulla descrizione delle fonti e sulle metodologie integrate utilizzate per l’analisi dei dati. Un modello di ricerca esemplare che ha sfruttato, a fini preventivi, le fonti informative disponibili (Sistemi di sorveglianza) utilizzando un patrimonio in gran parte facilmente accessibile e metodologie di indagine esportabili ai diversi settori e territori di interesse per costruire un quadro realistico delle relative condizioni di rischio.

Questa settimana presentiamo la seconda parte della ricerca [2], che affronta un tema ancor più strategico quello dei sistemi di gestione e dei modelli organizzativi nel comparto, e offre l’esperienza maturata sul terreno della prevenzione mediante i piani mirati realizzati nell’ambito del progetto.

Il settore della sanità presenta una complessità organizzativa di notevole rilievo che si evidenzia avendo come oggetto delle proprie attività/produzione l’essere umano e dovendo saper coniugare la tutela della salute e sicurezza degli utenti dei servizi sanitari e quella dei propri operatori. Inoltre la complessità del settore si evidenzia anche nel fatto che

la produzione dipende notevolmente dall’interazione tra le varie unità operative sia sanitarie (di degenza diagnosi e cura) che di supporto. Il buon funzionamento di un reparto di chirurgia dipende dal filtro effettuato dal pronto soccorso da un lato e dall’efficienza del blocco operatorio e delle terapie intensive dall’altro. A sua volta il blocco operatorio dipende per il suo buon funzionamento dall’anestesiologia da una parte e dalla centrale di sterilizzazione dall’altra.

Complessità tale che di fatto impone l’applicazione delle disposizioni di legge (misure organizzative e gestionali del D.Lgs.81/2008), se non necessariamente mediante un sistema certificato, quantomeno con la formalizzazione di un Sgsl e l’utilizzo efficace dell’approccio sistemico che lo caratterizza. Approccio particolarmente utile per il comparto Sanità perché richiede una profonda integrazione degli obiettivi e delle politiche per la salute e sicurezza nella gestione produttiva dell’azienda.

La sequenza ciclica tipica dell’attuazione di un Sgsl segue le fasi del cosiddetto ciclo Pdca o ciclo di Deming che, lo ricordiamo, si svolge in 4 fasi: la Pianificazione (Plan), l’Attuazione (Do), il Monitoraggio (Check) e il Riesame e miglioramento (Act). Lo schema che segue offre un’analisi di processo dei fattori di rischio e delle azioni da mettere in campo nella gestione delle postazioni di lavoro del comparto.

Fattori di rischio/processo: esempio di analisi per gestione postazioni di lavoro [3]

Analisi iniziale

Analisi dettaglio indicatori di esito Plan Obiettivi indicatori di processo Do Check

Act

Dati aziendali storici: registri, DVR, sopralluoghi organi vigilanza, dati statistici, …

Determinanti e modulatori

Eventi in azienda con l’utilizzo del modello di analisi

Pavimentazioni ingombre, sporche, non manutenute, …

Pulizia e verifica delle postazioni e vie di transito

Frequenza: giornaliera

Comunicazione (riunione, mail…)

Strumenti di monitoraggio (check-list, strumenti di segnalazione, …)

Verifica indicatore di processo tramite indicatori di esito (andamento non conformità, near miss, infortuni, …)

Ricadute dall’utilizzo dell’indicatore e comunicazione all’organizzazione

Eventuale aggiornamento

I ricercatori, consapevoli che l’applicazione del Sgsl, per non cadere nella formalità, ha bisogno di strumenti efficaci per la rilevazione e gestione dei rischi, indicano come esempi di Modelli di analisi utilizzabili:

  • InforMo (sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi applicabile anche all’analisi degli infortuni meno gravi e dei near miss) [4]
  • PreVis (prevenzione vigilanza e soluzioni)
  • Strumenti di autovalutazione quali check list disponibili per le imprese sanitarie interessate.
Per contestualizzare l’applicazione di InforMo ad un caso di infortunio tipico del comparto sanitario [5]

Supponiamo che un operatore si tagli per qualche motivo, che il modello andrà ad approfondire.

Ad esempio potrebbe emergere che egli indossava DPI (guanti nella fattispecie) non idonei per il tipo di operazione che stava compiendo e che gli ha comportato il taglio. In questo caso i DPI non idonei, che sono le criticità ‘prossime’ all’evento infortunistico, rappresenteranno quello che possiamo definire indicatore di esito.

Dopodiché andrà indagato il motivo per cui l’infortunato disponeva di guanti non adeguati: erano gli unici che gli erano stati forniti? Oppure aveva usato quelli benché guanti più adeguati gli fossero stati forniti? E in questo caso perché? Perché magari non era correttamente formato e/o informato su quali utilizzare per quella particolare operazione? L’approfondimento di queste domande consentirà di individuare delle criticità che sono più a monte dell’evento infortunistico, ma che rappresentano le lacune a livello di processi presenti nell’organizzazione aziendale (un deficit formativo, ad esempio, segnalerà che il processo ‘formazione’ ha delle criticità). Si parlerà in questo caso di indicatori di processo, per l’appunto.

Anche il modello utilizzato da PreViS [6], che mira ad individuare eventuali non conformità presenti in seno all’organizzazione aziendale, potrà essere utilizzato in fasi come la pianificazione ed il monitoraggio, in un momento quindi iniziale di analisi dello status quo aziendale, e successivo, quando il SGSL è attivo e a regime.

A partire dalle conoscenze fornite dai sistemi di sorveglianza nazionale, sviluppati in collaborazione da Regioni e Inail-Dimeila (InforMo e MalProf), sono stati realizzati diversi strumenti utili alle aziende per l’approfondimento dei fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro, al fine di supportare la gestione della salute e sicurezza in azienda ed individuare interventi di prevenzione e protezione sempre più mirati ed efficaci.

Quali strumenti di supporto per le aziende del settore che intendono attuare un Sgsl i ricercatori offrono questionari e check list tra cui quelli di seguito indicati.

  • Questionario sulle condizioni di lavoro e sulla percezione dei rischi da utilizzare per la consultazione dei lavoratori
  • Check di autovalutazione per documentare e misurare la efficacia raggiunta nella applicazione in azienda della metodologia InforMo di analisi ed identificazione delle cause di incidenti e infortuni
  • Individuazione delle procedure di sistema fondamentali da adottare (1. Procedura definizione ed assegnazione delle responsabilità, autorità e ruoli; 2. Procedura identificazione ed elencazione processi; 3. Procedura infortunio, incidente/near miss, non conformità; 4. Procedura sorveglianza e misurazioni. (Health&Safety Audit) (Allegato 1-2-3-4)
  • Classificazione famiglie di rischio (Allegato 5)
  • Check list rischio aggressioni (Allegato 6)
  • Rspp e Sgsl: un’indagine su criticità e opportunità (Allegato 7)
  • Tabella indicatori di attività per i Piani mirati di prevenzione (Allegato 8) 

Allegati parte prima Volume 2

Il Report prevede, nel Capitolo 3, l’analisi di studi di caso relativi a specifici progetti realizzati a livello territoriale (Piani mirati di prevenzione):

  • Asl di Viterbo e di Roma
  • Asl provincia di Messina
  • Asp di Cosenza
  • Ats di Milano
  • Sirgisl Puglia.

Descriviamo sinteticamente, quale esempio, il progetto realizzato nella Regione Lazio rinviando al Manuale Volume 2 per la lettura degli altri contributi territoriali. Il progetto di assistenza rivolto alle Asl di Viterbo e Roma 4 ha affrontato il tema della “Verifica e miglioramento dell’organizzazione aziendale per la gestione dei rischi lavorativi delle strutture sanitarie”.

  • Obiettivo del Progetto: realizzazione di uno studio multicentrico[7] relativo alle individuazione e realizzazione di una modalità di assistenza, da parte dei Servizi di prevenzione delle Asl, rivolta alle Aziende sanitarie per la realizzazione di misure di prevenzione efficaci attraverso il trasferimento di buone prassi e supporti alla valutazione dei rischi.
  • Adozione di una scheda di autovalutazione dell’organizzazione aziendale per la gestione dei rischi occupazionali specifici del settore sanitario (Allegato 1). La scheda si compone di 7 aree ciascuna delle quali rappresenta una dimensione ovvero un aspetto dell’organizzazione che l’azienda sanitaria deve valutare. La scheda è stata progettata con la collaborazione di Inail-Dimeila
  • Organizzazione seminario di lancio del piano di assistenza nell’ambito del quali sono stati presentati, oltre alla finalità e alla metodologia del progetto, i contenuti e gli obiettivi dello strumento di autovalutazione e degli strumenti tecnici e operativi di gestione dei rischi, oltre al Questionario Inail –Dimeila realizzato per gli Rspp.
  • Il questionario rivolto ai Rspp è finalizzato ad un’analisi quali-quantitativa della percezione delle criticità e delle opportunità nell’attuazione di un Sistema di gestione della SSL nelle aziende sanitarie da parte del RSPP; il questionario è stato somministrato mediante l’invio di una mail che forniva l’accesso alla compilazione online. (Parte seconda Capitolo 1 – Allegato A)
  • Prospettive.
    La Asl di Viterbo e la Asl Roma 4, in collaborazione, proseguiranno il progetto con la distribuzione della scheda di autovalutazione alle aziende sanitarie dei rispettivi territori di competenza affinché le stesse possano attivare e/o migliorare la gestione della salute e sicurezza degli operatori sanitari. Seguiranno ulteriori fasi di assistenza finalizzate alla verifica e/o miglioramento dell’organizzazione aziendale in relazione a criticità rilevate in vigilanza affiancando le aziende nel percorso di analisi delle criticità attraverso l’utilizzo della scheda di autovalutazione.

Allegati Parte secondaVolume 2: https://www.inail.it/cs/internet/docs/allegati-parte-secon-volume-2-pubbl-report-centrale-ccm-2018.pdf


NOTE

[1] Ricerca realizzata dal Dipartimento di medicina epidemiologia igiene del lavoro e ambientale dell’INAIL in collaborazione con il Ministero della Salute – Direzione generale della prevenzione.

[2] Report azione centrale CCM 2018. Anche la seconda parte della pubblicazione nasce a seguito dell’esperienza dell’Azione Centrale del CCM 2018, rivolta agli operatori del settore sanitario ed è stata realizzata dal Dipartimento di medicina epidemiologia igiene del lavoro e ambientale dell’Istituto assicurativo, a cura di Giuseppe Campo, Diego De Merich, Giusi Piga, Massimo Spagnuolo. Responsabili scientifici: Giuseppe Campo (Inail-Dimeila) e Maria Giuseppina Lecce (Ministero della Salute Direzione generale della prevenzione).

[3] Modello integrato per la valutazione dell’impatto dell’esposizione ai fattori di rischio fisico, chimico e biologico sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari , Volume 2, Parte prima, Capitolo 1.

[4] Il Modello di analisi proposto da InforMo è stato trattato in numerosi articoli pubblicati da Repertorio salute, come si può vedere avviando la ricerca sul sito.

[5] op.ci.t Volume 2, Parte prima, Cap. 1.1 Sistemi di gestione e modelli organizzativi nell’ambito del comparto sanitario

[6] Il modello è stato presentato in più articoli pubblicati su repertorio salute tra cui Il modello Pre.Vi.S.: la “prescrizione” come fonte informativa, https://www.repertoriosalute.it/il-modello-pre-vi-s-la-prescrizione-come-fonte-informativa/

[7]Si tratta di studio clinico condotto secondo un unico protocollo svolto parallelamente in differenti sedi (cliniche, ospedali, università etc).

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