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“Radio Sicura”: quando anche l’amore per il proprio lavoro può essere un fattore di rischio

Giulio Guerrieri, uno dei tre autori del corto vincitore dell’ultima edizione del premio Marco Fabio Sartori, racconta la storia di Franco, proiezionista “innamorato” del cinema che, per una distrazione, perde la vista:

Una disattenzione fatale provocata dalla tanta passione. Ma bisogna fare attenzione. Sempre.

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MILANO – Non soltanto le immagini, ma anche le parole – in un flusso torrenziale di coscienza – sono i protagonisti di Radio Sicura, il cortometraggio vincitore dell’ultima edizione del premio nazionale Marco Fabio Sartori, promosso in memoria del presidente dell’Inail prematuramente scomparso nel 2011 e organizzato dalla sede dell’Istituto di Varese, città natale di Sartori, e dall’Organismo paritetico della Provincia di Varese (in collaborazione con l’istituto cinematografico “Michelangelo Antonioni”).

Al centro del video il valore della sicurezza. Alla voce, infatti – e a uno dei suoi “ambienti” più suggestivi: la radio – si sono voluti affidare i tre autori, Giorgio Martignoni, Giulio Guerrieri e Mauro Sarzi Amadè per raccontare il tema della terza edizione del premio: il valore della sicurezza sul lavoro. E per comunicare come, alle volte, non solo la mancanza di prevenzione, ma anche il troppo amore per la propria professione può rivelarsi un fattore di rischio.

“La sofferenza del vissuto e dell’esperienza”. In un alternarsi di immagini di lavori notturni, ci troviamo, così, dentro uno studio radiofonico dove uno speaker, a occhi chiusi, rievoca la storia di un infortunio. “Le sue parole – dice Guerrieri, che nel video presta il volto al protagonista – raccontano di Franco, un proiezionista talmente preso dalla visione di una scena di un film da non rendersi conto del verificarsi di un problema tecnico che dà fuoco alla pellicola. Una distrazione fatale, che gli costa la vista”. Franco e lo speaker – si vedrà alla fine – sono la stessa persona. “Abbiamo voluto giocare sul doppio ruolo del narratore perché una storia vissuta sulla propria pelle ha un valore in più – spiega Guerrieri – Nasconde la sofferenza del vissuto e dell’esperienza”.

Dalla radio alla carrozzeria: il valore della protezione. “Ma il vero protagonista – precisa il regista – è un operario che sta lavorando senza nessuna protezione in una carrozzeria”. La radio è accesa e come sottofondo scorrono le parole di Franco, che provocano un cambio di registro: il carrozziere alza il volume della radio e prima di procedere nel suo lavoro indossa casco e occhiali. “In quel momento – aggiunge Guerrieri – il carrozziere dimostra di aver accolto e recepito il valore umano dell’esperienza: sa che anche una minima distrazione può essergli fatale. Da qui la scelta di un titolo come ‘Radio sicura’. Titolo che, in verità, è nato nel corso della sceneggiatura”.

“Non abbassate mai la guardia”. “Il monito che abbiamo voluto lanciare, però – spiega ancora Guerrieri – va oltre la semplice distrazione sul luogo di lavoro”. I vincitori del cortometraggio attraverso le parole hanno raccontato un altro tipo di pericolo. “Non sono solo le nostre vicende personali a farci perdere l’attenzione. Spesso si può essere talmente innamorati del proprio lavoro da dimenticare l’importanza di fare una pausa o di distogliere, per qualche minuto, lo sguardo dal monitor del computer. Sembrano sciocchezze, eppure troppe ore di lavoro, e lo stress che queste comportano, rischiano di farci dimenticare quando stiamo andando oltre il livello della sicurezza”.

Fonte: Inail
2 marzo 2015

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