La UNI 11347:2015 sul rischio rumore è norma in vigore dal 20 gennaio

La norma UNI sul rischio rumore che dallo scorso gennaio ha sostituito la UNI/TR 11347:2010.

Il D.lgs 277/1991 ha dato attuazione alle direttive europee 80, 82 , 83, 86 e 88 in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici fisici e biologici. Il Capo IV del D.lgs, “protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro”, è stato abrogato dal D.lgs 195/2006 (Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori al rumore) che è entrato in vigore  nel giugno 2006.

Con il TU 81/08, il datore di lavoro deve eseguire una valutazione del rumore all’interno della propria azienda allo scopo di individuare i lavoratori esposti al rischio e di attuare gli appropriati interventi di prevenzione e protezione della salute.

In caso di superamento del limite di azione superiore 85 dB(A)*, deve adottare in azienda, le misure tecniche e organizzative mirate alla eliminazione o alla riduzione dello specifico rischio (con particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi, art. 181). Ed è una norma tecnica, la UNI 11347:2015, in vigore dallo scorso 20 gennaio, che ha preso il posto della UNI/TR 11347:2010 che negli ultimi 4 anni di sperimentazione ha rappresentato un riferimento come rapporto tecnico ma non di vera e propria norma.

Come riferisce UNI** la 11347:2015 riguarda i programmi aziendali di riduzione dell’esposizione a rumore nei luoghi di lavoro e specifica:

  • come indicare gli interventi tecnici e organizzativi che vengono adottati dall’azienda per ridurre l’esposizione al rumore nei luoghi di lavoro;
  • come identificare le aree di lavoro a maggior rischio al fine della loro delimitazione/segnalazione/restrizione all’accesso, così come richiesto dalla legislazione vigente, attraverso la redazione di un programma aziendale di riduzione dell’esposizione (PARE) al rumore.

Nel PARE devono essere fornite una serie di informazioni a cominciare dall’elenco dei lavoratori e delle attività per i quali si è riscontrato in fase di valutazione del rischio il superamento dei valori previsti. Ma anche le misure tecniche e organizzative che si intendono adottare allo scopo, tenuto conto delle esigenze:

  • della sicurezza (sia del personale, che delle macchine, che dei prodotti);
  • della produzione;
  • dell’ambiente.

Vanno indicati i risultati attesi dagli interventi di riduzione dei livelli di esposizione, i tempi di attuazione delle singole misure di bonifica acustica, il settore aziendale di riferimento, il soggetto/i incaricato/i dell’attuazione delle misure di bonifica***, le modalità di verifica dei risultati acustici, di controllo dell’efficienza acustica nel tempo.

ALLEGATI
Rischio rumore. Il quadro legislativo e normativo
di Omar Nicolini, Az. USL di Modena (pdf, 504kb)
Rischio rumore. Documento, autocertificazione, relazione tecnica, PARE
di Omar Nicolini, Az. USL di Modena (pdf, 177kb)

Note
* Decibel, unità di misura della potenza o della pressione sonora.
** Ente nazionale italiano di unificazione, costituito negli anni 20, è un’associazione che svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario, ad esclusione di quello elettrotecnico ed elettronico di competenza del CEI, partecipa in rappresentanza dell’Italia all’attività normativa degli organismi internazionali di normazione ISO e CEN.
*** È consigliabile che il tecnico preposto sia diverso da quello che ha realizzato le misure.

Fonte: Quotidiano Sicurezza

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