A giugno l’EU-OSHA ha presentato al Parlamento europeo (qui il comunicato stampa) i primi risultati della seconda edizione della sua Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER).
Dall’indagine ESENER 2, nella quale sono state consultate quasi 50 000 imprese in tutta Europa, è emerso che i fattori di rischio legati ai disturbi psicosociali e ai disturbi muscolo-scheletrici sono quelli più diffusi nei posti di lavoro in Europa e che la valutazione dei rischi è ancora considerata il modo migliore per affrontarli.
È interessante leggere, come riporta il commento del Direttore dell’EU-OSHA pubblicato qui sotto, come la maggioranza delle imprese italiane (67%) hanno risposto positivamente alla domanda se la complessità della normativa ostacola la gestione del tema. Evidentemente c’è ancora molto da fare nel nostro Paese.
IL COMMENTO DEL DIRETTORE
Il direttore dell’EU-OSHA, Christa Sedlatschek, ha osservato:
Le imprese che non effettuano valutazioni periodiche dei rischi si giustificano principalmente affermando che i rischi e i pericoli sono già noti (83 %) e che non sussistono problemi rilevanti (80 %). I rischi psicosociali sono percepiti come più impegnativi da affrontare rispetto ad altri. Quasi un’impresa su cinque tra quelle che riferiscono di dover trattare con clienti difficili o di subire pressioni derivanti da urgenze temporali indica inoltre di non disporre di informazioni o adeguati strumenti per affrontare il rischio in modo efficace.
Un altro risultato fondamentale si riferisce al fatto che un elevato livello di partecipazione (formale o informale) dei dipendenti è un forte indicatore di buona qualità del lavoro, compresa la qualità della gestione della SSL in generale e della gestione dei rischi psicosociali in particolare.
L’attuale quadro giuridico in materia di SSL risale al 1989, quando è stata adottata la direttiva quadro europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (direttiva 89/391/CEE), e, come nella precedente edizione dell’ESENER, il rispetto degli obblighi di legge è stato il motivo citato con maggiore frequenza per la gestione della SSL (85 % delle imprese nell’UE-28); una percentuale elevata di intervistati ha indicato altresì la volontà di soddisfare le aspettative dei dipendenti e dei loro rappresentanti (79 %) e di evitare sanzioni da parte dell’ispettorato del lavoro (78 %). ESENER 2 consente inoltre di capire se le aziende percepiscano la gestione della sicurezza e della salute come un onere, il che riveste grande rilevanza per i programmi in corso, come REFIT. Alla domanda se la complessità degli obblighi di legge in materia di SSL sia considerata un ostacolo alla gestione della salute e della sicurezza, le risposte affermative variavano dal 67 % in Italia al 14 % in Lituania. Considerato che tutti gli Stati membri dell’UE sono soggetti alla stessa legislazione a livello di Unione europea, queste cifre evidenziano la diversità delle situazioni esistenti a livello nazionale e sottolineano l’importanza della normativa nazionale, delle strutture di supporto e di altre risorse.
> scarica la sintesi dell’Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER2)
Fonte: Eu-Osha