Ambienti confinati, dall’Inail tre fact sheet su normativa, ricerca e formazione

ambienti confinati

fonte: Inail


I documenti evidenziano gli aspetti legislativi, l’incidenza e la gravità degli infortuni, le iniziative di ricerca e formative elaborate dalle strutture scientifiche dell’Istituto a supporto delle misure di prevenzione. Nel webinar del 19 maggio, focus sul progetto sperimentale di addestramento dei lavoratori condotto in Toscana nel 2020.

Gli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento sono classificati come luoghi di lavoro a forte rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Le cronache hanno spesso registrato la gravità degli incidenti che vi sono occorsi, e con l’aumento della percezione di questo rischio il legislatore è intervenuto con un decreto specifico, il Dpr 177/2011 per la qualificazione delle imprese che operano in questi ambienti. Tuttavia, a dieci anni da questo provvedimento, risultano ancora non risolte alcune criticità, relative principalmente alla definizione univoca degli ambienti e alla mancanza di indicazioni certificate per la formazione professionale del personale coinvolto. A fare il punto su questa tematica sono ora tre fact sheet, pubblicati dall’Inail sul sito istituzionale ed elaborati dal Laboratorio macchine e attrezzature di lavoro del Dipartimento innovazioni tecnologiche (Dit) dell’Istituto.

Asfissia ed esplosioni tra i principali fattori di rischio. Secondo una formulazione recente, espressa da un gruppo di lavoro Uni per superare difficoltà interpretative, un ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento è uno spazio circoscritto, in cui non è prevista la presenza continuativa di un lavoratore, ma solo l’ingresso e lo svolgimento del lavoro assegnato. Questo luogo è caratterizzato da accessi limitati e difficoltosi, con possibile ventilazione sfavorevole. Gli ambienti indicati come sopra, di cui agli articoli 66, 121 e allegato IV punto 3 del decreto 81/2008, non contemplano tutte le tipologie di ambiente per cui è stato necessario coniare il termine “ambiente assimilabile”. Anche in questo caso, nella valutazione finale del rischio, ricorrono condizioni di pericolo e rischi conseguenti per i lavoratori, riconducibili agli ambienti inclusi negli articoli citati. Il primo fact sheet riproduce alcune immagini delle due tipologie, così come la segnaletica grafica standard adottata già a partire dal 2016. Nella scheda è presente anche un’elencazione dei principali fattori di rischio, tra cui asfissia, esplosioni, intossicazioni, schiacciamenti, che emergono anche dalla lettura dei dati infortunistici 2001-2019 riportati.

Simulazione fisica per sperimentazioni innovative. Il secondo fact sheet si sofferma sui prodotti di ricerca approntati dall’Istituto. Tra questi, anche un simulatore fisico, per il quale l’Istituto ha ottenuto il brevetto italiano e un primo brevetto internazionale negli Stati Uniti, che riproduce, in modo controllato e sicuro, alcune condizioni di lavoro tipiche degli ambienti confinati. È formato da una struttura principale dotata di sistemi fissi e mobili e di altri strumenti in grado di misurare l’alterazione delle capacità cognitive e sensoriali degli utilizzatori. Permette inoltre di affinare tecniche innovative per operare in sicurezza, per procedere al salvataggio e al recupero degli operatori infortunati, nonché per specializzare percorsi di formazione e addestramento a favore di alcuni comparti produttivi come quello agricolo e chimico.

Formazione anche attraverso video e realtà virtuale. La scheda riporta inoltre le indicazioni di un progetto Inail per la formazione e l’addestramento dei lavoratori in ambienti confinati. Nei corsi vengono proposte esercitazioni pratiche e analisi dei casi concreti di infortuni, incidenti e near miss, attraverso lezioni in presenza, utilizzo di video e filmati, giochi di ruolo e simulazione fisica. Spazio viene riservato anche alla realtà aumentata, con cui è possibile sperimentare scenari reali, utilizzando ambienti virtuali e tecnologie immersive, e allenarsi alla reazione di eventi avversi.

Nel 2020 primo progetto formativo in Toscana. Il terzo fact sheet presenta la prima esperienza formativa per lavoratori e rappresentanti del datore di lavoro, basata su un progetto sperimentale elaborato dal Laboratorio. Il corso si è svolto a inizio del 2020 nell’ambito di un accordo di collaborazione siglato tra Direzione centrale Ricerca dell’Istituto, Direzione territoriale Inail di Arezzo-Siena, Prefettura di Arezzo, Confindustria Toscana sud – delegazione di Arezzo e la sezione aretina di Confagricoltura. La formazione è stata articolata in sessioni teorico-pratiche, con approfondimenti su normativa applicabile e uso di attrezzature e strumentazioni.  La scheda riporta le immagini di questa prima prova formativa, con focus specifici sui dispositivi di protezione individuale anche di terza categoria e, in particolare, il test per le maschere anche a pieno facciale, con lo scopo di verificarne la corretta tenuta (fit-test).

Nel webinar del 19 maggio il contributo Inail. Dell’esperienza del progetto di Arezzo si parlerà anche in un webinar in programma il 19 maggio prossimo. Nel seminario i ricercatori Inail illustreranno il funzionamento e l’operatività del simulatore per ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, soffermandosi in particolare sulle modalità di innovazione e di addestramento dei lavoratori.


DOCUMENTI

Lascia un commento