articolo di Marco Bazzoni
fonte: Articolo 21
Vorrei rivolgere un appello al mondo dell’informazione: non chiamate più le morti sul lavoro con il termine improprio “morti bianche”. È un termine che mi offende, e offende in particolar modo i familiari e la memoria delle vittime sul lavoro. Queste morti non sono mai dovute al fato o al destino cieco e beffardo, ma si determinano perché, in molti luoghi di lavoro, non vengono rispettate neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro. Queste non sono “morti bianche”, quasi fossero candide, immacolate, innocenti, ma sono morti sporche, anzi sporchissime!
Appare chiaro che queste morti si tingono di responsabilità, e se pensiamo alle famiglie che non vedranno più rincasare chi era uscito per andare a lavorare, di bianco restano solo le pagine di una vita interrotta e di una quotidianità familiare distrutta per sempre.
Non c’e’ nulla di bianco in una morte sul lavoro, ma sono tragedie inaccettabili per un Paese che definisce civile, che non può permettersi di avere tutte queste morti.
Chiedo di usare dei termini più appropriati, come morti sul lavoro o omicidi sul lavoro.
È anche partendo dal linguaggio, che si combatte una battaglia per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro.
Chiedo ai mezzi d’informazione di aderire a questo appello e di rilanciarlo sui loro siti web. Chiunque voglia aderire a questo appello, invii un’email a: marco.bazzoni01@libero.it con nominativo, azienda, qualifica e città.