Aspetti, tecniche e procedure di lavoro negli ambienti confinati

a cura di Gianfranco Tripi

L’art.3 comma 3 del DPR 177/2011, recita:

Durante tutte le fasi delle lavorazioni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati deve essere adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro specificamente diretta a eliminare o, ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati, comprensiva della eventuale fase di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del Fuoco. Tale procedura potrà corrispondere a una buona prassi, qualora validata dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

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Aspetti, tecniche e procedure di lavoro negli ambienti confinati, di Gianfranco Tripi

Un tema importante in ambienti che di recente sono stati teatro di numerosi incidenti, anche mortali.
Pubblichiamo le slide che hanno accompagnato la relazione di Gianfranco Tripi, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,  al seminario  DPR 177/2011 Ambienti Confinati: nuovi obblighi e soluzioni tecniche per la formazione e l’addestramento dei lavoratori, promosso da Assoservizi Rimini, Assoform RiminiConfindustria Rimini.

Molti degli incidenti avvengono nell’ambito di eventi di emergenza, e per questo ricordiamo alcuni aspetti tratti sempre dallo stesso intervento.

L’intervento ha sottolineato che in tutte le fasi delle lavorazioni in ambienti confinati o sospetti d’inquinamento “deve essere adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro:

  • diretta a eliminare o, ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati;
  • comprensiva della eventuale fase di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del Fuoco”.

E si ricorda che il D.Lgs. 81/2008 indica (art. 43) che il datore di lavoro è tenuto ad organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza.

Il Piano di emergenza dipende da:

  • “natura dell’ambiente confinato;
  • rischio identificato;
  • tipo di soccorso da effettuare”.

E deve:

  • “riportare le misure da attuare in caso di incidente;
  • considerare tutte le eventuali imprese presenti e le attività svolte;
  • essere reso disponibile;
  • essere trasmesso a tutte le imprese a cui è stato affidato il lavoro;
  • essere a disposizione delle eventuali squadre di soccorso esterne (Vigili del Fuoco, 118, ecc.);
  • essere periodicamente aggiornato”.

Senza dimenticare che la formazione/sensibilizzazione sul potenziale pericolo di anossia o intossicazione “è fondamentale sia per gli addetti che devono accedere ad un ambiente confinato, sia per chi si potrebbe trovare a dover intervenire in soccorso di infortunati. Al fine di non diventare a loro volte vittime, i soccorritori possono tentare di salvare una possibile vittima di asfissia o intossicazione solo se dispongono delle idonee attrezzature, sono stati addestrati in merito, dispongono dell’assistenza e del supporto necessari”. Tipo:

  • dispositivi di allarme sonoro portatili per avvisare le persone all’esterno della necessità di assistenza;
  • telefoni o radio per poter diramare l’allarme;
  • imbragatura di sicurezza;
  • dispositivi meccanici (ad esempio treppiede o attrezzatura similare) per recuperare la vittima;
  • dispositivo di ventilazione (ventilatore esterno di aspirazione con tubazioni flessibili o similari);
  • sistemi di erogazione dell’aria o autorespiratori;
  • dispositivi monitoraggio ossigeno per la squadra di soccorso per controllare periodicamente le condizioni all’interno dell’ambiente confinato;
  • kit di rianimazione
  • giubbotto immobilizzatore o immobilizzatori per arti;
  • telo di scorrimento in PVC;
  • barella per portare l’infortunato fuori dall’ambiente confinato o fino all’ambulanza.

Nella gestione dell’emergenza sono individuate tre fasi fondamentali:

  •  fase di allarme: “se il lavoratore all’interno di un ambiente confinato avverte un malessere, perde i sensi o subisce un trauma, colui che sovraintende deve dare immediato allarme chiamando la squadra di emergenza interna, qualora prevista. Può risultare necessario, prima di attivare il soccorso, procedere all’arresto degli impianti che possano creare pericolo per gli operatori. Il sorvegliante non deve entrare nel luogo confinato senza prima organizzare l’intervento con altri soccorritori; ove previsto e secondo la procedura aziendale, deve subito avvisare VVF e 118” (è necessario fornire almeno: nome dell’azienda; l’indirizzo del luogo di lavoro da raggiungere; il proprio nome e il numero di telefono da cui chiama; la tipologia di incidente in corso; il numero di lavoratori coinvolti);
  • fase di recupero: “le persone che eseguono il salvataggio devono indossare DPI adeguati al tipo di intervento”. Sono “fondamentali respiratori indipendenti dall’aria circostante o autorespiratori d’emergenza. Nel caso risulti impossibile estrarre il lavoratore dall’ambiente confinato, è necessario fargli respirare aria pulita. Particolare attenzione ai passi d’uomo verticali per la difficoltà di estrarre persone non collaboranti: le modalità di imbragatura dovranno evitare il basculamento del corpo e garantire l’estrazione in posizione verticale dell’operatore infortunato”;
  • fase di trasporto (una volta estratto l’infortunato dall’ambiente confinato): “trasporto con l’utilizzo dei mezzi di movimentazione opportuni; nell’attesa dei soccorsi, se necessario ricorrere alla rianimazione cardiorespiratoria da parte di persone addestrate e designate per il Primo Soccorso”.

Quanto alle procedure di lavoro rammentiamo che nel caso di verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinato è necessario:

  • “verificare l’assenza di concentrazioni pericolose di agenti chimici infiammabili, mediante idonea apparecchiatura adeguatamente calibrata;
  • e se la valutazione del rischio evidenzia variabilità delle condizioni (o anche come precauzione), predisporre un continuo monitoraggio dell’aria”.

Riguardo al risanamento/bonifica atmosfera dell’ambiente confinato è necessario, ovviamente, procedere alla riduzione della concentrazioni degli agenti aerodispersi ad un livello accettabile. A questo scopo occorre un impianto di ventilazione (prelievo aria fresca all’esterno e invio nell’ambiente di lavoro confinato mediante tubazione deformabile, posizionamento in base geometrie del luogo e delle sorgenti del contaminante, portata aria in base a portate di emissione, …).


Fonte: Corpo Nazionale Vigili del Fuoco

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