La rivoluzione di Industria 4.0 punta anche al benessere dei lavoratori che, grazie alla tecnologia, possono operare meglio e, di conseguenza, essere produttivi. Una scelta che nasce anche da una situazione di necessità, visto che lo scenario che si sta delineando è quello di un forte aumento dell’età media, con oltre il 25% delle persone impiegate nelle realtà industriali che superano i 65 anni e un 10% che rientrano in una fascia tra i 55 e i 64 anni.
Un benessere, quindi, che diventa anche scelta economica per le imprese visto che un dipendente che vive bene l’ambiente lavorativo migliora la produzione e abbassa la possibilità di errori. Oltre al fatto, fondamentale, che attraverso le nuove tecnologie si riesce ad abbassare l’incidenza delle malattie professionali e degli incidenti sul lavoro che, tra l’altro, rappresentano anche una forte spesa per le imprese (vale una quota attorno ai 30 mila euro l’anno per ogni dipendente che si infortuna o che contrae malattie professionali, che sono dovute, principalmente, a posture sbagliate).
Industria 4.0 e le tecnologie legate all’IoT possono essere viste come un pericolo per i lavoratori – spiega Alessandro Bassi, Presidente di IoTItaly – ma in realtà le tecnologie connesse possono aiutare le persone a compiere operazioni potenzialmente pericolose o che possono minare la salute e, quindi, cercano di aiutare il lavoratore piuttosto che di rubargli il posto di lavoro. Se il robot umanoide, quello che compierà le operazioni che fa un uomo, è molto al di là da venire, sono già possibili interventi non sostitutivi dell’attività dell’uomo, ma migliorativi. Un esempio è l’esoscheletro, sicuramente un aiuto il corpo umano per evitare infortuni.