Cantieri archeologici: tutela dei lavoratori e del patrimonio culturale

cantieri archelogici pexels-ron-lach-9903560

Le attività connesse alla conservazione e tutela del patrimonio storico e artistico sono nel nostro Paese ovviamente numerose, diffuse, differenziate e costanti, considerando la ricchezza di tale patrimonio e la varietà del tessuto  territoriale, sia dal punto di vista ambientale che storico. Numerosi quindi gli addetti coinvolti nelle diverse funzioni e operatività.

Attività, quelle nel settore dell’archeologia, che richiedono la presenza di diverse professionalità e che sono caratterizzate da un comune elemento di specificità che impone, oltre alla tutela dei lavoratori, la massima “attenzione al valore storico e artistico del bene sul quale si interviene che obbliga spesso ad una organizzazione del lavoro non standardizzata“. [1]

L’INAIL ha pubblicato sul tema una Fact sheet, dal titolo Sicurezza & Archeologia – Cantieri archeologici: tutela dei lavoratori e del patrimonio culturale: d’interesse in particolare perché frutto di un Accordo di collaborazione tra l’Istituto (Di­partimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti prodotti e insediamenti antropici) e il Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologica Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, e l’Università di Siena Dipartimento Scienze storiche e dei Beni culturali. Accordo che apre a una più ampia collaborazione tra i contraenti i quali riconoscono la necessità:

di analizzare le specificità e le particolari esigenze di questi contesti lavorativi in cui la salvaguardia della salute e sicurezza degli operatori si affianca alla salvaguardia del bene culturale.

La Scheda pubblicata ha quindi la funzione di far conoscere le specificità del settore, segnalare l’avvio di un impegno di studio e ricerca rinviando, per strumenti di supporto di carattere pratico, alla pubblicazione di ulteriori materiali che si intende produrre in futuro [2].

Riferimenti normativi
  • Decreto Legislativo 81/2008 e s.m.i.
  • Decreto Legislativo 42/2004 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio)
  • Decreto Legislativo 36/2023 (Codice dei contratti pubblici)

Nell’ambito della conservazione del patrimonio culturale il Codice dei beni culturali parla di: “…una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro” [3]. È quindi in questo quadro che si inseriscono le diverse funzioni e le relative professionalità e presenze di cui, nelle aree archeologiche, va tutelata la salute e la sicurezza:

  • lavorato­ri (dipendenti e autonomi: archeologi, storici e studio­si ma anche lavoratori edili)
  • studenti, specializzandi
  • altre figure impegnate nell’attività di conservazione e ricer­ca sul patrimonio culturale
  • in alcuni casi (e a determinate condizioni) fruitori e appassionati di archeologia.

Le particolarità di questo contesto lavorativo ben si evidenziano se consideriamo il cantiere nel suo duplice aspetto che da una parte richiede, in molte situazioni, l’applicazione della normativa sui cantieri temporanei e mobili come nel caso di scavi, consolidamenti e opere provvisionali, ma che per numerosi ulteriori elementi si differenzia da un normale cantiere edile:

Questo so­prattutto per la presenza di attività aggiuntive che vi si svolgono, propriamente finalizzate alla lettura storica delle azioni umane e dei fenomeni geologici ad esse correlate, e per la subordinazione dell’attività di edilizia e genio civile ai temi della conoscenza archeologica e del recupero, conservazione e restauro dei resti in cor­so di indagine.

In un cantiere archeologico, infatti, si svolge non sol­tanto una operazione di scavo inserita in un contesto di altri lavori di natura prettamente edile o di ingegneria civile, ma anche un’attività conoscitiva, di studio e in­dagine scientifica che ha modalità operative specifiche, condotta da soggetti diversi che si vanno ad aggiunge­re alle normali maestranze di un cantiere.

Spesso il cantiere archeologico deve inoltre poter garantire l’accesso a visitatori interessati alla ricerca in corso: bisognerà tenerne conto nel processo di valutazione dei rischi per evitare interferenze che possano coinvolgere lavoratori del cantiere e visitatori.

La progettazione dell’ambiente di lavoro, l’organizzazione del lavoro, la valutazione dei rischi per la salute e sicurezza e dei rischi per il patrimonio artistico culturale, oggetto dei lavori, presuppongono una conoscenza del quadro normativo su l’uno e l’altro fronte e un’applicazione pienamente contestualizzata alle caratteristiche dello specifico cantiere, un cantiere dove non ci si faccia male ma anche un cantiere dove si possa lavorare:

un luogo di lavoro sicuro, ma che non risulti ostativo, ma anzi favorevole, al corretto svolgimento delle attività proprie di un processo di conoscenza ar­cheologica.

La promozione di interventi migliorativi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro nelle aree archeologiche, secondo i ricercatori si può quindi realizzare con:

  • l’approfondita conoscenza del quadro legislativo e normativo in tutti gli ambiti citati
  • l’adozione delle tecniche di intervento più appropria­te nei singoli casi e delle modalità operative più sicu­re per la loro realizzazione
  • l’individuazione dei compiti e delle responsabilità
  • la qualificazione delle imprese e la formazione degli operatori
  • la definizione di buone pratiche attraverso l’analisi delle azioni già messe in atto e dei risultati ottenuti, e la conseguente pianificazione di nuove azioni.

In attesa che l’Accordo INAIL Ministero della Cultura e Università di Siena realizzi le attività di carattere divulgativo che si propone, e metta a disposizione degli addetti del settore strumenti operativi di supporto alla individuazione valutazione e gestione dei rischi, può essere utile per chi fosse interessato fare riferimento al documento La sicurezza nei cantieri archeologici – Quaderno informativo n. 18 (Collana cultura della sicurezza) realizzato dalla Sapienza Università di Roma, Ufficio speciale prevenzione e protezione.

L’Opuscolo, dopo avere fornito le indicazioni per il layout del cantiere descrive nel dettaglio i principali rischi dei cantieri archeologici e individua le misure di prevenzione e protezione relativamente:

  • a infortuni (seppellimento, cadute dall’alto all’interno dello scavo, cadute di materiale dall’alto, investimento da parte di mezzi di cantiere, uso di ponteggi e trabbattelli scale e attrezzi manuali)
  • e ai possibili danni alla salute (polveri e fibre, gas e vapori, infezioni da microorganismi e punture /morsi di animali).

Fornisce altre indicazioni relativamente alle misure di pronto soccorso in caso di morso di vipere e punture di insetti, movimentazione manuale di carichi, esposizione a radiazione solare, segnaletica di sicurezza.

La sicurezza nei cantieri archeologici – Quaderno informativo n.18
La Sapienza Università di Roma

Il layout del cantiere

Il layout di cantiere deve essere oggetto di un’attenta progettazione da parte di personale qualificato, finalizzata alla riduzione dei rischi e alla prevenzione e protezione dei lavoratori che operano nel cantiere stesso. In particolare, la progettazione del cantiere deve prevedere:

  • recinzione dell’area di scavo da realizzarsi mediante posa in opera picchetti (con protezioni sommitali degli stessi ad es.: fungo in plastica) e di nastro in plastica bicolore (bianco/rosso) o di rete o di recinzione metallica o similare;
  • protezione generale o parziale dal soleggiamento e dalle intemperie mediante tettoie delle zone oggetto di scavo;
  • affissione del cartello indicante la campagna di scavo (committente, esecutore, sicurezza) e la cartellonistica di sicurezza;
  • messa a disposizione di servizi igienici (individuazione presso un esercizio privato o pubblico, WC chimico);
  • collocazione di un baraccamento per la conservazione delle attrezzature;
  • messa a disposizione, di acqua potabile;
  • collocazione di un presidio medico (cassetta pronto soccorso) e di un numero sufficiente di estintori e messa a disposizione dei numeri degli enti di soccorso in caso di emergenza;
  • realizzazione del quadro elettrico di cantiere (se necessario) o messa a disposizione di un gruppo elettrogeno;
  • se necessario, realizzazione di un sistema di lavaggio dei reperti.

NOTE

[1] INAIL, https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/catalogo-generale/pubbl-sicurezza-e-archeologia-cantieri-archeologici.html

[2] Sicurezza & Archeologia – Cantieri archeologici: tutela dei lavoratori e del patrimonio culturale, “Nell’ambito dell’accordo citato, si stanno sviluppando i temi presentati e i risultati del lavoro svolto saranno oggetto di futuri eventi divulgativi.”

[3] D.Lgs. 42/2004, art. 29.

Lascia un commento