Contrasto alle malattie professionali: “Bodyliving al lavoro” premiato all’Expo 2015

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Sarà esposto nel padiglione Italia dell’EXPO 2015 durante il mese di settembre il progetto cofinanziato dall’Inail Piacenza che mira a prevenire i disturbi muscolo-scheletrici e i possibili rischi causati da troppa attività sedentaria. Tra i risultati raggiunti: la definizione di postazioni più sicure e una maggiore attenzione al corpo.

Un progetto “idoneo a creare valore e cambiamento positivo nella vita delle donne”: con questa motivazione “Bodyliving al lavoro” ha vinto di recente il premio Visibilità di We | Women for Expo, la sezione “tutta al femminile” dell’esposizione universale di Milano. Metodo sperimentale nato per sviluppare un’organizzazione del lavoro armonica e attenta ai temi della sicurezza, “Bodyliving” è sostenuto e cofinanziato da Inail Piacenza, Provincia, Consigliera provinciale di parità, Ausl e Confapi-Apid e – durante il mese di settembre – sarà esposto nel padiglione “Italia”.

Abitare il proprio corpo nel migliore dei modi. Il progetto – partito nel 2013 e oggi documentato e sintetizzato in un dvd realizzato da Ettore Sola – ha visto coinvolti lavoratori e lavoratrici di nove aziende della Confapi, che abitualmente usano videoterminali o svolgono un’attività per lo più sedentaria. Per circa otto mesi i dipendenti di queste strutture sono stati seguiti da un team di esperti e dalla fisioterapista Mariantonia Lusenti, ideatrice del metodo. “Il nome Bodyliving – spiega – richiama alla mente l’esigenza che ognuno di noi ha di abitare il proprio corpo nel migliore dei modi, cercando di ascoltarlo anche sul lavoro. Così si possono evitare i rischi legati, per esempio, a una postura prolungata o allo stress lavoro-correlato”.

Dall’ascolto della persona al benessere organizzativo. “Bodyliving” prevede, così, ascolto del corpo, lezioni teoriche e – solo successivamente – esercizi individuali e di gruppo per prevenire i rischi legati a una postura fissa e prolungata. “Uno dei nostri primi obiettivi è stato quello di prendere consapevolezza del proprio corpo, a partire dal respiro e dalla postura, come la libertà di muoversi su una sedia anche se in uno spazio ristretto o la possibilità di ossigenare frequentemente l’ambiente e depurarlo da microrganismi – aggiunge Lusenti – Ma abbiamo analizzato in un’ottica di sicurezza e benessere organizzativo anche i cibi che mangiamo quotidianamente o gli aspetti relativi alla conciliazione lavoro-famiglia”.

Lusenti: “Un modello esportabile in tutti gli ambienti”. “Bodyliving” vuole segnare, in definitiva, un approccio “olistico” ai temi della prevenzione, in grado di essere traslato in tutti gli ambienti di vita e di lavoro. “Quando si importa un programma del genere all’interno delle aziende il rischio è quello di essere percepiti come dei sostituti del medico del lavoro o dei controllori – conclude Lusenti – In realtà la nostra finalità è la prevenzione: intesa non solo come esami diagnostici, ma anche come analisi dei propri stili di vita, ascolto della sfera sensoriale o analisi del nostro approccio teorico e pratico al lavoro. In quest’ottica il risultato qualitativo più importante è stato, così, il cambiamento della mentalità e una maggiore attenzione e cura della propria postazione di lavoro”.

Fonte: Inail

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