fonte: Inail
Pubblicato sul sito dell’Inail, il filmato fa un focus sulle norme tecniche per la produzione di questi dispositivi riassunte in una comunicazione del Ministero della Salute del 30 marzo scorso
La produzione delle maschere facciali da utilizzare come dispositivi medici o come dispositivi di protezione individuale soprattutto negli ambienti ospedalieri e assistenziali deve seguire precise norme tecniche UNI. Lo ha ricordato il Ministero della Salute in una comunicazione pubblicata sul proprio sito internet il 30 marzo scorso. Nel decreto legge “Cura Italia” del 17 marzo scorso, invece, il Governo ha introdotto nuove procedure di validazione di questi dispositivi, in deroga a quelle ordinarie e valide fino al termine dello stato di emergenza. La pandemia da Covid-19, infatti, ha reso necessario l’approvvigionamento di notevoli quantitativi di questi strumenti, quali in particolare le maschere facciali. Per questo motivo si è reso necessario prevedere procedure straordinarie più veloci per la produzione, importazione e messa in commercio. Il video informativo realizzato dall’Istituto fa il focus sui diversi tipi di maschere e sulle procedure da seguire per la validazione.
Le maschere chirurgiche valutate dall’Istituto superiore di Sanità. Le maschere chirurgiche sono dispositivi medici e servono a evitare la contaminazione dell’ambiente da parte di chi le indossa, limitando la trasmissione di agenti infettivi. Sono utilizzate negli ospedali e nei luoghi di assistenza e devono essere prodotte nel rispetto dei requisiti indicati nella norma tecnica UNI EN 14683:2019. In deroga alla procedura ordinaria, la loro validazione è di competenza dell’Istituto superiore di Sanità.
Le maschere filtranti validate dall’Inail. Le maschere facciali filtranti (FFp2 e FFp3), sono utilizzate in ambienti ospedalieri e assistenziali per proteggere le vie respiratorie da agenti esterni, inclusa la trasmissione di infezioni da goccioline e aerosol. La norma tecnica UNI EN 149:2009 specifica i requisiti minimi per le maschere filtranti, con l’obiettivo di garantirne le caratteristiche di efficienza, traspirabilità e stabilità della struttura attraverso prove e test tecnici. Il decreto legge Cura Italia ha attribuito all’Inail la competenza sulla validazione straordinaria di questi dispostivi.
Altri tipi di maschere non utilizzabili negli ambienti sanitari. Sono reperibili in commercio altre tipologie di maschere che non hanno i requisiti previsti dalle norme tecniche. Non trattandosi di dispositivi medici, né di dpi, queste maschere non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale. Esse possono essere comunque prodotte sotto la responsabilità del produttore, che ne garantisce sicurezza ed efficacia. Non è prevista alcuna valutazione né da parte di Inail né da parte dell’Istituto superiore di sanità.