Fonte: Punto Sicuro – Inail
In questi anni uno degli elementi più interessanti, emersi nel lavoro di ricerca e promozione dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail), è relativo al tema dei costi della non sicurezza.
È ormai evidente che per favorire nelle aziende l’investimento in sicurezza, in formazione, in dispositivi di protezione e tutela, non sia più sufficiente insistere sulla moltitudine dei rischi, sulla loro gravità, sugli infortuni possibili. Le aziende conoscono perfettamente, o almeno dovrebbero conoscerli, i costi della sicurezza dati dalla conformità alla normativa. Costi che in molti casi non sono vissuti come un investimento prezioso ma come un costo superfluo.
Quello che probabilmente manca in molte aziende è il ragionare sui costi che si rischiano di affrontare se non si investe in sicurezza: dal costo legato alle assenze per malattia dei dipendenti a quelli connessi alle sostituzioni di lavoratori infortunati, dalle spese per il tempo impiegato dal personale per effettuare indagini sull’incidente a quelle derivanti dalla mancata produzione, dagli oneri dovuti a sanzioni penali e costi assicurativi ai decrementi legati alla sosta degli impianti…
Proprio per l’importanza della consapevolezza dei costi della non sicurezza siamo tornati, sui temi di un’intervista fatta qualche anno fa a Maria Ilaria Barra (Inail, CONTARP centrale) per conoscere l’evoluzione delle ricerche e dei risultati dopo qualche anno di utilizzo di Co&Si, il software Inail pubblicato due anni fa che permette di contabilizzare le spese che l’azienda sostiene per la mancata sicurezza sul lavoro.
Abbiamo dunque fatto alcune domande a Giuseppe Morinelli (Inail, Consulenza statistico attuariale) con riferimento alla sua relazione al workshop organizzato a Modena dall’Inail Nuovi scenari dei costi della non sicurezza: esperienze a confronto.
Morinelli ci racconta che è necessario far capire alle imprese che “l’investimento in sicurezza genera un guadagno”. In realtà ci sono dati che dimostrano che il rischio di infortuni in alcune aziende, comparate ad altre simile, non è assolutamente marginale, e una piccola spesa può portare un grande risparmio…
E riguardo al software Co&Si nell’aggregazione dei dati raccolti “mediamente per le 300 imprese che hanno compilato il questionario” è stato stimato un possibile “abbattimento dei costi della non sicurezza del 18%”.
Come è nato il progetto Inail relativo ai costi della non sicurezza?
Giuseppe Morinelli: Noi essenzialmente siamo partiti da una riflessione 5 anni fa. Ci siamo chiesti: ‘è possibile far capire alle imprese che l’investimento in sicurezza genera un guadagno?’ Quando tu vai dall’impresa e vai dire che deve spendere anche 5000 euro, soprattutto in questo periodo, ti guarda storto. Ti risponde ‘Scusa, ma io perché devo andare a spendere dei soldi se poi in realtà io funziono bene anche così?’.
Il discorso è proprio questo. Fortunatamente l’infortunio è un evento molto raro che capita a poche imprese, per cui quando noi andiamo a fare un ragionamento del genere a un’impresa, l’impresa ti risponderà sempre allo stesso modo: ‘a me gli infortuni non capitano’.
Con il software Co&Si – che in qualche modo cerca di interagire con il compilatore dei dati facendo capire che in realtà c’è tutto un mondo che lui non conosce – si cerca di dire all’azienda: ‘guarda, sappiamo che tu non hai avuto infortuni fino in questo momento, però noi sappiamo che quelli come te, grandi come te, che si occupano della stessa cosa di cui ti occupi tu, nello stesso territorio in cui operi tu, hanno un certo tipo di andamento infortunistico. Per cui è vero che tu non hai avuto infortuni fino ad oggi, ma sappi che quelli come te hanno questo tipo di andamento infortunistico e se ti capita un infortunio, sappi che ti costa un certo numero di soldi’.
L’esempio fatto stamattina al workshop era relativo a un’impresa a Lucca che opera nel legno di cinque addetti. Gli dimostriamo che se si verifica un infortunio – ‘perché quelli come lei hanno un numero di infortuni ben determinato, studiato nel corso dei decenni’ – gli costa 10000 euro. E noi diciamo, allora, ‘sappi che spendendo 2000 euro l’infortunio ti costa in realtà, se avviene, molto di meno perché è meno grave. T costa, se capita, magari 3000 euro. Spendendo 2000 euro alla fine ne risparmi 7000 euro: c’è un sensibile risparmio’.
D: L’impressione è effettivamente è che i costi della non sicurezza non siano così chiari alle aziende, mentre sono molto più chiari i costi della sicurezza. Quali costi si possono avere nelle aziende, ad esempio non solo in relazione ai costi processuali, in caso di gravi incidenti, o in relazione all’assenza del lavoratore infortunato?
Giuseppe Morinelli: “Noi essenzialmente nella prima fase, Co&Si lo abbiamo costruito con dei parametri, più o meno stimati. Ad esempio tra i costi non ovvi abbiamo messo il costo che ci vuole nella perdita di tempo per portare l’infortunato al pronto soccorso, i soldi che ci vogliono per assumere un’altra persona, soprattutto nelle imprese piccole, per sostituire la persona che si è infortunata, il tempo che ci vuole per l’istruzione del nuovo lavoratore che viene preso al posto di quello che si è infortunato. Tutti questi costi noi in qualche modo l’abbiamo stimati seppur in maniera mirata, ma li abbiamo stimati. Ora nella fase 2 di Co&Si abbiamo cominciato a raccogliere quello che è stato compilato dall’impresa (…) e abbiamo riscontrato che con le nostre stime non ci eravamo distaccati molto dai dati reali (…)”.
D: Parliamo ora di costi della non sicurezza, dati alla mano. Quali sono i dati più importanti ricavati da questa prima esperienza?
Giuseppe Morinelli: “Allora innanzitutto in questi due anni abbiamo avuto circa 300 imprese che sono entrate in Co&Si e hanno digitato i dati per poter arrivare a valutare i costi della propria non sicurezza.
D: Come sono aggregate queste imprese che sono entrate nel software?
Giuseppe Morinelli: “Innanzitutto una cosa che non ci aspettavamo, e assolutamente positiva, è quella che ogni Regione è rappresentata in Co&Si con la stessa percentuale che si ha a livello di aziende in quel territorio. (…) Insomma c’è uno spaccato perfettamente significativo rispetto alla distribuzione delle imprese sul territorio italiano.
In più tra le varie aggregazioni e disaggregazioni che abbiamo potuto riscontrare, abbiamo che il 76% delle imprese che sono entrate raccolgono o da 1 a 10 addetti, cioè le aziende più piccole, o oltre 250 addetti. Abbiamo il 63% di imprese da uno a dieci addetti e il 13% di imprese oltre i 250 addetti: proprio quello che stavamo cercando per testare il nostro modello.
Alla fine abbiamo visto che, nell’aggregazione dei dati, mediamente per le 300 imprese che hanno compilato il questionario è stato stimato un abbattimento dei costi della non sicurezza del 18%. Vuol dire che se fossero passate da un sistema di gestione infortuni non controllato ad uno controllato, avrebbero abbattuto i propri costi del 18%”.
D: Qual è stata la risposta delle aziende al nuovo applicativo?
Giuseppe Morinelli: “(…) Ci sono tante aziende che hanno interesse in questo software, anche le 300 aziende che hanno partecipato all’applicativo non solo poche, considerando la estrema tecnicità dell’applicativo (…). Quindi il fatto che già 300 aziende, così variegate e così distribuite uniformemente sul territorio, abbiano avuto accesso a Co&Si (…) è un risultato sicuramente importante”.
Qual è il futuro di questo progetto?
Giuseppe Morinelli: “(…) Stiamo lavorando ora meno sul tecnico e più sulla pubblicazione, sulla divulgazione meno tecnica possibile. Perché soltanto così, secondo me, riusciamo a fare il salto da 300 imprese a 1300 imprese: soltanto facendo capire che, in realtà, entrando nell’applicativo, puoi avere una valutazione gratuita di quello che potrebbe essere il tuo approccio all’infortunio, con e senza una gestione dell’infortunio stesso”.
Chi volesse approfondire può recarsi all’indirizzo: https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prevenzione-e-sicurezza/promozione-e-cultura-della-prevenzione/software/co_si.html