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Covid-19: la tutela dei lavoratori stagionali

lavoratori stagionali

fonte: Unione Europea


Coronavirus: tutelare i lavoratori stagionali. La Commissione europea ha presentato gli orientamenti per garantire la tutela dei lavoratori stagionali nell’UE nel contesto della pandemia da coronavirus.

lavoratori stagionali

Le indicazioni sono rivolte alle autorità nazionali, agli ispettori del lavoro e alle parti sociali al fine di tutelare i diritti, la salute e la sicurezza dei lavoratori stagionali e garantire che questi siano consapevoli dei loro diritti.

I lavoratori stagionali transfrontalieri godono di un’ampia serie di diritti tuttavia, tenuto conto della natura temporanea del loro lavoro, possono essere maggiormente esposti a condizioni di vita e di lavoro precarie. La pandemia da coronavirus ha reso più visibili queste condizioni e le ha talvolta aggravate. In alcuni casi, tali problemi possono aumentare il rischio di cluster di COVID-19.

Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha dichiarato:

Ogni anno centinaia di migliaia di uomini e donne sostengono importanti settori dell’economia dell’UE, come quello agroalimentare, svolgendo lavori stagionali. La pandemia da coronavirus ha messo in luce le difficili condizioni di vita e di lavoro alle quali sono soggetti. Questa situazione deve essere affrontata. I nostri orientamenti fungono da campanello d’allarme affinché gli Stati membri e le imprese si assicurino di adempiere alle proprie funzioni per proteggere quei lavoratori indispensabili, ma vulnerabili.

Se la Commissione vigila sulla corretta applicazione delle norme dell’Unione relative ai lavoratori stagionali, la responsabilità della loro corretta attuazione spetta alle autorità nazionali. Da qui deriva la necessità di adottare con urgenza misure appropriate.

Gli orientamenti riguardano una serie di aspetti, quali:

  • il diritto dei lavoratori stagionali a lavorare in uno Stato membro dell’UE indipendentemente dal fatto che siano cittadini dell’UE o provengano da paesi terzi;
  • condizioni di vita e di lavoro adeguate, tra cui distanziamento fisico e appropriate misure di igiene;
  • comunicazioni chiare per i lavoratori in merito ai loro diritti;
  • lavoro non dichiarato;
  • aspetti della sicurezza sociale.
Azione a livello nazionale

Gli orientamenti invitano le autorità nazionali e le parti sociali a rinnovare gli sforzi volti ad adempiere al loro ruolo di garanti della corretta applicazione e del rispetto delle norme. Includono raccomandazioni e suggerimenti concreti sulle attività da intraprendere a livello nazionale o a livello dell’UE, in particolare:

  • invitano gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose ai lavoratori stagionali;
  • invitano gli Stati membri a svolgere un’opera di sensibilizzazione sugli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) per quanto riguarda i lavoratori stagionali, a sostenere i datori di lavoro nell’attuazione delle pertinenti disposizioni giuridiche e a fornire informazioni chiare ai lavoratori in una lingua che comprendono;
  • invitano gli Stati membri a fornire orientamenti pratici alle imprese di dimensioni più piccole;
  • esortano gli Stati membri a rafforzare le ispezioni sul campo per garantire la corretta applicazione delle norme in materia di SSL per quanto riguarda i lavoratori stagionali.

La Commissione continuerà a collaborare gli Stati membri, le parti sociali, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e l’Autorità europea del lavoro (ELA) su questa importante questione.

Azione dell’UE

La Commissione ha previsto una serie di azioni per promuovere la tutela dei diritti dei lavoratori stagionali, tra cui:

  • uno studio per raccogliere dati sul lavoro stagionale intra-UE e individuare le principali sfide, anche per quanto riguarda i subappalti;
  • un’indagine sulle occupazioni ad alto rischio, comprese quelle legate al lavoro stagionale, svolta in stretta collaborazione con il comitato degli alti responsabili dell’ispettorato del lavoro;
  • una campagna di sensibilizzazione rivolta ai settori in cui si ricorre di più al lavoro stagionale, coordinata dall’ELA;
  • un’audizione con le parti sociali europee sui lavoratori stagionali;
  • uno studio analitico comparativo in vari Stati membri a cura della rete di esperti giuridici in materia di libera circolazione e coordinamento della sicurezza sociale (MoveS);
  • sostegno agli Stati membri attraverso la piattaforma europea contro il lavoro non dichiarato e la campagna #EU4FairWork per promuovere una migliore consapevolezza dei diritti e degli obblighi tra i lavoratori e i datori di lavoro.
Contesto

Gli orientamenti presentati oggi ribadiscono i diritti dei lavoratori stagionali indipendentemente dal loro status di cittadini dell’Unione o di paesi terzi, compresi coloro che lavorano regolarmente all’estero di propria iniziativa o che sono distaccati ad esempio tramite agenzie interinali e agenzie di collocamento.

È essenziale che i lavoratori stagionali e i loro datori di lavoro dispongano di tutte le informazioni necessarie in merito alla tutela di cui godono nonché agli obblighi che devono adempiere.

Più di 13,7 milioni di cittadini dell’UE vivono o lavorano in uno Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza. Alcuni settori dell’economia europea, in particolare il settore agroalimentare e quello del turismo, dipendono, in determinati periodi dell’anno, dal contributo di lavoratori stagionali provenienti da paesi dell’UE e paesi terzi. Secondo le stime della Commissione, la media annuale dei lavoratori stagionali attivi nell’UE è compresa tra diverse centinaia di migliaia e un milione.

Se la Commissione vigila sulla corretta applicazione delle norme dell’Unione e del diritto nazionale relative ai lavoratori stagionali nell’UE, la responsabilità della loro corretta attuazione spetta alle autorità nazionali. Al fine di tutelare i lavoratori stagionali, gli Stati membri sono invitati a intensificare l’applicazione del diritto dell’Unione e del diritto nazionale e a rafforzare le ispezioni sul campo a tale scopo, anche con il sostegno dell’Autorità europea del lavoro.

I presenti orientamenti integrano gli orientamenti relativi all’esercizio della libera circolazione dei lavoratori durante la pandemia di COVID-19, pubblicati il 30 marzo 2020, e rispondono a un invito formulato dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 19 giugno 2020 sulla tutela dei lavoratori frontalieri e stagionali.

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