Danni da esposizione ai rischi psicosociali in Europa: abbiamo i dati

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Una recente ricerca [1] finanziata dalla Confederazione europea dei sindacati (Etui), condotta in 35 paesi europei di cui 28 dell’Unione europea, ha confermato il nesso tra depressione,  malattie cardiovascolari ed esposizione ai rischi psicosociali sul lavoro e ha reso noti i dati relativi ai casi e ai decessi.

I cinque fattori di rischio psicosociale sul  lavoro considerati:
  • tensione sul  lavoro, che è probabilmente l’esposizione  lavorativa psicosociale più importante e definita dalla combinazione  di elevate richieste  psicologiche e bassa libertà decisionale (ricavata dal modello di Karasek)
  • squilibrio sforzo- ricompensa,  ovvero eccesso di sforzo compiuto  rispetto ai bassi livelli di ricompensa ottenuti
  • insicurezza lavorativa, ovvero  paura  di perdere il lavoro a seguito di rischio reale o minaccia
  • orari di lavoro lunghi, ovvero eccesso di orari di lavoro  prolungati
  • bullismo, caratterizzato da violenza psicologica e fisica sul posto di lavoro.

Le esposizioni ai rischi psicosociali legati al lavoro rappresentano uno dei principali rischi professionali nei Paesi europei. Sono altamente prevalenti come dimostrato in diversi studi basati sui dati dell’Indagine europea sulle condizioni di lavoro (Eurofound). Numerosi studi epidemiologici  hanno dimostrato che le esposizioni lavorative  sono associate a vari esiti sulla salute, in particolare a malattie cardiovascolari  e disturbi mentali.

Tuttavia,

Le valutazioni del peso delle esposizioni lavorative ai rischi psicosociali sono molto rare in letteratura anche  se le malattie mentali e cardiovascolari rappresentano un peso elevato in termini di morbilità  (numero di casi) e mortalità (numero di decessi), nonché in termini di impatto economico.

La ricerca dell’Etui,  realizzata con la collaborazione di un gruppo canadese[2] e di uno francese[3], ha quindi come obiettivo proprio quello di stimare il carico annuale delle esposizioni lavorative ai rischi psicosociali  sia fornendo dati sui casi che su costi [4].

Indicatori di esito sanitario utilizzati nella ricerca
  • casi prevalenti
  • decessi
  • anni di vita persi (YLL)
  • anni di vita persi a causa di disabilità (YLD)
  • anni di vita  corretti per disabilità (DALY) [5].

Il carico complessivo di malattie cardiache coronariche,  attribuibile a quattro delle esposizioni lavorative analizzate, è stato stimato in:

  • 629 casi di DALY per gli uomini e 39.238 per le donne
  • 092 decessi per gli uomini e 1.098 per le donne, nell’Ue a 28 nel 2015.

 Il carico complessivo di depressione attribuibile alle cinque esposizioni studiate è stato stimato  in:

  • 665 casi di DALY per gli uomini e 305.347 per le donne
  • 931 decessi per gli uomini e 912 per le donne.

Analizzando separatamente ciascun fattore di esposizione di carattere  psicosociale sul lavoro, i tre oneri più elevati in DALY, nell’Ue a 28 nel 2015, sono stati riscontrati a causa della depressione attribuibile alla:

  • tensione lavorativa (223.875 casi per gli uomini e 190.150 per le donne)
  • insicurezza lavorativa  (120.734 casi per gli uomini  e 102.603 per le donne)
  • mobbing sul posto di lavoro (112.620 casi per gli uomini e 111.590 per le donne).

Gli oneri  più elevati per le malattie cardiache coronariche  sono attribuibili alla:

  • insicurezza lavorativa (106.036 casi per gli uomini e 23.710 per le donne)
  • tensione lavorativa (92.714 casi  per gli uomini e 20.702 per le donne).

La tabella che segue prende in considerazione i soli oneri in DALY – che d’altronde considera sia la cattiva salute che la  disabilità e la morte – e riporta i numeri dei casi, distinti per uomini e donne,  con riferimento agli esiti di salute conseguenti all’esposizione a tutti e  cinque i fattori di rischio considerati. 

Oneri in Daly per i cinque fattori di rischio
  Uomini Donne
Stress (tensione) sul lavoro N. dei casi N. dei casi
Malattia cardiaca coronarica 92.714 20.702
Malattia delle arterie periferiche 2.698 1.008
Depressione 223.875 190.150
Squilibrio sforzo ricompensa
Malattia cardiaca coronarica 92.714 20.702
Depressione 2.698 1.008
Precarietà del lavoro
Malattia cardiaca coronarica 106.036 23.710
Depressione 20.734 102.603
Lunghi orari di lavoro
Malattia cardiaca coronarica 15.064 1.306
Colpo 14.623 3.159
Fibrillazione atriale 1.697 254
Depressione 9.425 3.103
Bullismo sul lavoro
Depressione 112.620 111.590

La disponibilità di questi dati, che i ricercatori ritengono siano per difetto e non per eccesso, è di grande importanza perché, al di la del principio di precauzione e della sua scarsa applicazione, di fronte a numeri così  rilevanti, i legislatori comunitario e nazionale non potranno sottrarsi dal farsi carico del problema e  intraprendere azioni preventive: una direttiva sullo stress, ad esempio, che viene richiesta anche dal Parlamento europeo  per superare le grandi differenze tra paese e paese dovute ad una applicazione  non uniforme  dell’Accordo del 2004.

I dati disponibili dovrebbero inoltre aiutare i medici dei Patronati nel confronto con gli enti assicurativi, quali l’INAIL, al fine di riconoscere un numero di malattie professionali più coerente con la realtà dell’esposizione ai rischi psicosociali in Europa.


NOTE

[1] Le frazioni e il peso delle malattie cardiovascolari e depressione attribuibili alle esposizioni lavorative ai rischi psicosociali, Etui, Hélène Sultan-Taieb, Tania Villeneuve, Jean-Francois Chastang, Isabelle Niedhammer, Bruxelles 2023.

[2] ESG-UQAM

[3] INSERM

[4] Questi ultimi dati saranno oggetto di un secondo rapporto.

[5]  L’anno di vita corretto per disabilità (disability-adjusted life year, DALY) è un’unità di misura utilizzata in ambito sanitario. Rappresenta il “carico” di una malattia, espressa come il numero di anni persi a causa della cattiva salute, della disabilità o di un decesso precoce

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