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Dati Inail 2016, dati 2015: 1.246 morti sul lavoro, meno infortuni più malattie

L’Inail, come tutti gli anni, ha svolto la sua annuale relazione riguardo all’andamento infortunistico e delle patologie professionali.

L’andamento generale rimane quello degli ultimi anni: le denunce di infortuni sono in calo, aumentano le malattie professionali. C’è però una triste novità che era già stata avvisata dai dati parziali usciti all’inizio di quest’anno: si registrano quasi 100 morti in più in seguito a infortuni a causa di lavoro.

Partiamo dalle denunce di infortuni sul lavoro che come detto sono in calo: nel 2015 sono state 637 mila, il 4 per cento in meno rispetto all’anno precedente, in diminuzione del 22 per cento sul 2011. Stiamo parlando di una diminuzione consistente i soli 5 anni.

Delle 637 mila denunce per infortunio presentate all’Inail quelli che l’Istituto ha riconosciuto come effettivamente correlati al lavoro sono stati  416 mila. Si tratta di un calo ancora più consistente rispetto al 2014 di un meno 6,6. Quasi il 20% degli infortuni sono avvenuti “in itinere” ovvero mentre i lavoratori si stavano spostando.  La forte differenza tra le denunce e il numero degli infortuni accertati come causati da eventi legati al lavoro solto è molto alta (221mila). Sarebbe interessante capire a cosa è dovuta questa rilevante differenza anche per accantonare il sospetto, avanzato per esempio dai patronati sindacali, che sia in poca o tanta parte dovuta alla ricerca da parte dell’Inail di risparmiare sui pagamenti delle relative indennità.

Le denunce per infortuni mortali sono risultate  però 1.246, contro le 1.152 (+ 94)  del 2014. Quelle già accertate come avvenute per motivi attinenti al lavoro sono  694 (nel 55 per cento dei casi fuori dal luogo di lavoro), ma per 26 casi l’istruttoria è ancora in corso.

Malattie

È in continua ascesa il trend delle malattie professionali: 59 mila, 1.500 in più rispetto all’anno scorso. Le denunce sono aumentate del 24 per cento a partire dal 2011, dietro questo boom c’è soprattutto il caso delle osteomuscolari, fra le quali il generico mal di schiena riconosciuto fra gli acciacchi professionali” dal 2008.  Questa tipologia è di gran lunga la più diffusa fra i 44 mila italiani che dichiarano di essersi ammalati sul luogo di lavoro (riguarda il 63 per cento dei casi), al secondo posto le malattie del sistema nervoso (15 per cento).

Controlli e irregolarità

Nel 2015 gli ispettori Inail hanno visitato 21 mila aziende, nell’87 per cento dei casi sono state riscontrate irregolarità: 61 mila lavoratori sono risultati non in regola, 6.562 totalmente in nero. L’istruttoria, precisa l’istituto, viene aperta su aziende considerate a rischio e ciò spiega l’alta percentuale delle imputazioni  riscontrate.

Dati e ricercatori

Nel corso della Relazione, il Presidente dell’Inail  De Felice ha colto l’occasione per lamentarsi del blocco del turn over dell’istituto che porta i dipendenti ad avere una età media di 46 anni e gli informatici  di 54.  “Pochi inserimenti  giovani e qualificati potrebbero dare una scossa provvidenziale alla cultura tecnica delle istituzioni” ha detto il Presidente.

Anche per questo, si è giustificata l’Inail,  i dati forniti sono parziali. Non si entra nel merito, per esempio, delle tipologie contrattuali coinvolte e dello straordinario aumento nell’utilizzo dei voucher. Per sbrogliare la matassa di dati non omogenei che arrivano dal mercato del lavoro, alla fine dello scorso anno è stato siglato un accordo di collaborazione fra Inps, Inail, Istat e ministero del Lavoro. Ma affinchè l’incrocio dei data base possa fare un salto di qualità servono investimenti in risorse umane.

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