Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e luglio sono state 288.873 (-23,7% rispetto allo stesso periodo del 2019), 716 delle quali con esito mortale (+19,5%). In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 25.205 (-34,5%). I dati di quest’anno sono fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus. [1]
I dati relativi alle denunce di infortunio, di cui ci occupiamo in questo articolo, e malattie professionali sono disponibili nella sezione Open data del sito dell’Inail che permette di seguire più da vicino, in termini di tempo, l’andamento degli eventi infortunistici e tecnopatici. Tuttavia come evidenzia l’istituto
gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche…
In particolare per l’anno in corso l’andamento dei dati è sicuramente influenzato:
- dalla sospensione tra il 9 marzo e parte del mese di maggio su tutto il territorio nazionale di ogni attività produttiva considerata non necessaria,
- dal diffuso utilizzo dello smart working
- ma anche dagli eventi infortunistici relativi alle infezioni da Covid 19.
Per quanto riguarda le denunce di infortunio in generale, indipendentemente dalla gravità dell’esito, ci troviamo di fronte ad un calo significativo, in particolare nel mese di maggio, con denunce praticamente dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Il calo riguarda sia gli infortuni in occasione di lavoro sia quelli in itinere, anche se i primi sono calati solo del 20,5%, mentre gli altri del 41,7%. Come non collegare questa significativa differenza al prevalente utilizzo del lavoro in modalità agile?
Ma una riflessione più attenta merita la lettura dei dati relativi agli infortuni mortali che, nonostante il blocco delle aziende e il diffuso utilizzo della modalità di lavoro a casa, sono aumentati di più del 19 % rispetto allo stesso periodo del 2019: 716 gli eventi con esito mortale (199 in più rispetto all’anno precedente) di cui 603 in occasione di lavoro e 167 in itinere con un incremento quindi degli infortuni in occasione di lavoro (da 432 a 603, + 39,6%) e una diminuzione di quelli in itinere (da 167 a 113, -32,3%). Dobbiamo sicuramente considerare che l’incremento è anche dovuto al numero dei decessi avvenuti a causa dell’infezione da Covid 19 in ambito lavorativo, ma questo fattore non è l’unico elemento di cui tenere conto.
Purtroppo gli open data e, come abbiamo più volte rilevato, gli stessi Rapporti annuali dell’Inail, non forniscono informazioni utili per comprendere meglio le reali modalità di accadimento degli infortuni. Si tratta di informazioni quantitative che possono segnalare una situazione critica, dare un allarme e richiamare l’attenzione delle parti sociali e delle istituzioni sulla necessità di migliorare le azioni di prevenzione dei rischi connessi al lavoro. Ma nulla di più: per avere informazioni di carattere qualitativo, utili a capire le vere cause degli eventi, bisogna fare riferimento alla Banca dati Infor.MO [2] (che ha tuttavia tempi e modalità diverse di raccolta dei dati) e dedurre dalle schede, che descrivono gli oltre 6000 casi archiviati, quegli elementi che ci permettono di progettare interventi di carattere preventivo mirati, a livello territoriale e di settore. È quel che avviene, ad esempio, nella modalità di intervento definita Piani mirati che abbiamo più volte descritto e di cui torneremo ad occuparci.
La lettura degli Open data (e delle relative tabelle) ci permette inoltre di identificare i settori più a rischio in cui il numero degli infortuni mortali è stato particolarmente significativo: queste informazioni sono indubbiamente più utili ai fini della progettazione e programmazione di interventi preventivi sia per le parti sociali che per i Servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro delle Asl. Nella tabella seguente sono rappresentati i 10 settori con maggior numero di infortuni mortali nei primi sette mesi del 2020. Interessante osservare, nonostante i numeri elevati, il decremento verificatosi in alcuni settori (come nel caso delle costruzioni e nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione) dovute alla chiusura delle attività nei mesi di marzo, aprile e parte di maggio. Mentre, nonostante ciò, si è verificato un aumento degli eventi mortali denunciati in tutto il settore manifatturiero, nel settore del Commercio all’ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli, nel Trasporto e magazzinaggio, nell’amministrazione pubblica. Per l’aumento molto significativo nel settore della sanità sono ben note le cause dovute alle infezioni da Covid 19.
Note
[1] Inail, “Infortuni e malattie professionali, online gli open data Inail dei primi sette mesi del 2020”, comunicato stampa del 31 agosto.
[2] Infor.MO, Scheda 1 – Approfondimento delle dinamiche , dei fattori di rischio e delle cause, Inail 2017