È pronto il PRP

Sicuramente molti si chiederanno cos’è un PRP.
È il Piano regionale di Prevenzione. Il Piano cioè che programma gli interventi sui temi della prevenzione sui luoghi di lavoro da parte della Regione Lazio.

Conviene spiegare anche che un tale Piano non viene avviato dalla Regione sulla base di proposte avanzate liberamente, ma si sviluppa sulla base di due coordinate. La prima che discende da linee di intervento stabilite nei PNP (Piano Nazionali di Prevenzione), e dall’altra dal lavoro e dal dibattito che avvengono nel Comitato di Coordinamento Regionale, la struttura prevista dall’art.7 del D.Lgs.81/08 e a cui è affidata “la realizzazione programmata, coordinata e l’uniformità della normativa” nelle singole regioni.

Di seguito l’elenco dei punti indicati alle regioni dal PNP:

  • L’emersione e la prevenzione delle patologie dell’apparato muscolo scheletrico
  • La prevenzione del rischio stress lavoro correlato e del benessere organizzativo
  • La prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali
  • I piani di prevenzione nei settori Edilizia e Agricoltura

Come si può vedere non si tratta di temi astratti o generali, ma di indicazioni concrete e specifiche

Naturalmente risulterà decisivo come e con quali tempi e modi il Piano verrà realizzato, passerà insomma dalla carta alla realtà. Altro elemento non trascurabile è il coinvolgimento e il sostegno alle principali figure attrici della prevenzione, e in particolare alle parti sociali. Questo si ottiene attraverso iniziative mirate di sostegno agli Rls/RlsT e agli Organismi Paritetici dove sono presenti le rappresentanze dei Datori di lavoro e dei lavoratori.

Il lavoro di sostegno avverrà anche attraverso la ripresa di una migliore comunicazione dei dati relativi a danni, infortuni, modalità di intervento, ecc. Per questo prenderà il via uno spazio web. Inoltre la Regionee tramite il Comitato di Coordinamento e i propri uffici provvederà a pubblicare annualmente un Report sull’evoluzione degli eventi infortunistici, incrementando le attività di monitoraggio e di raccolta dati specie in quei settori produttivi maggiormente esposti.

Per venire ai temi elencati in precedenza si guarda in via prioritaria allo stress e al benessere organizzativo. Nel Piano nazionale si fa riferimento alle “incongruenze organizzative”, cioè  a quegli elementi dell’organizzazione del lavoro analizzati ampiamente nei processi di risk assessment che possono essere causa di errori o di danni sul lavoro. Questi elementi possono essere messi in luce mediante l’applicazione di metodologie analitiche già largamente studiate, tra tutti spicca il nome di Bruno Maggi, e pubblicizzate, anche da Circolari Inail. Nel piano è presente un focus specifico per i rischi da stress lavoro-correlato che risultano, in Italia come in Europa, come i secondi maggiori rischi presenti in tutti i posti di lavoro. Su questo la Regione Lazio ha istituito da tempo un Coordinamento regionale sul tema che si è posto non solo l’obbiettivo di contrastare questo rischio diffondendo metodiche e buone pratiche, ma anche di fornire, agli ispettori dei Servizi di Prevenzione, una interpretazione univoca di cosa sono e come vanno affrontati tali rischi a evitare che in alcune aziende si possa intervenire con alcuni criteri e in altre con criteri diversi secondo quale Servizio di Prevenzione interviene.

Un ulteriore obiettivo è quello di valutare come viene gestito dall’aziende, tramite una indagine campione, questo rischio. Questo secondo aspetto mira principalmente a sostenere le imprese nel procedere all’analisi e alle misure necessarie alla gestione del rischio anche richiamando i principi della Responsabilità Sociale dell’Impresa.

Infine il Piano regionale si propone di affrontare le malattie professionali le cui denunce sono da anni in crescita, e la nota diffusa presenza di amianto.

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