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ESENER 2019: terza edizione dell’Indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti

ESENER 2019
ESENER 2019: terza edizione dell’Indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti
Approfondimento: i principali risultati

ESENER 2019

L’indagine condotta, nella primavera/estate del 2019, dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha raccolto le opinioni di  esperti aziendali di  45.420 aziende in merito alla  gestione della sicurezza e della salute sul lavoro e ai rischi connessi al lavoro.

Hanno partecipato all’indagine aziende di 33 paesi (UE a 27 nonché Islanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Regno Unito, Serbia e Svizzera) con almeno cinque lavoratori, appartenenti a tutti i settori: il questionario  utilizzato è sostanzialmente uguale a quello  utilizzato per ESENER 2014, al quale è stata  aggiunta una nuova sezione relativa alla digitalizzazione.

Siamo attualmente  in grado di analizzare una  sintesi dei principali risultati dell’Indagine ESENER 2019, mentre i dati completi saranno disponibili tra non molto.

Quali sono le preoccupazioni maggiori delle aziende in merito alla salute e sicurezza sul lavoro?
I disturbi muscoloscheletrici (MSD)

I disturbi muscoloscheletrici (MSD) rappresentano  il fattore di rischio che maggiormente preoccupa gli esperti aziendali europei.

Tre dei quattro fattori più frequentemente segnalati rientrano tra i MSD.

La “seduta prolungata  è un nuovo fattore considerato da ESENER 2019: precedentemente la voce del questionario era “posizione stancante o dolorosa”. Tale  fattore di rischio è il secondo tra quelli più frequentemente indicati dagli intervistati.

I settori maggiormente interessati sono quello bancario/assicurativo, l’informazione e la comunicazione, la pubblica amministrazione.

I fattori di rischio psicosociale

I fattori di rischio psicosociale sono quelli maggiormente segnalati  nel settore dei servizi e rappresentano il terzo fattore che desta in generale maggiore preoccupazione: dover affrontare i clienti difficili, gli alunni, i pazienti sono tra le difficoltà maggiormente segnalate.

Nei Paesi coinvolti nell’indagine emergono diversi elementi quali fattori di rischio prevalenti: ad esempio in Svezia, Finlandia (74%), Danimarca (73%) e Paesi Bassi (64%) gli intervistati indicano la “pressione per ridurre il tempo impiegato nell’eseguire i propri compiti” quale fattore di rischio psicosociale prevalente.

La segnalazione di problematiche di carattere psicosociale è maggiore nelle imprese più grandi e praticamente assente nelle più piccole. Questo dato merita un approfondimento in quanto è difficile stabilire se si tratta di una sottovalutazione del problema, pressoché ignorato nella sua complessità, o se davvero nelle piccole imprese  i fattori che possono essere cause di stress si riducono per la rotazione delle mansioni e per la diversa gestione delle relazioni e della comunicazione. Tuttavia sempre ESENER 2019 evidenzia come la misura più frequentemente adottata per prevenire lo stress sia  il concedere una maggiore discrezionalità nel lavoro ai dipendenti, ma proprio questa misura è applicata in particolare nelle micro e piccole imprese mentre il suo utilizzo diminuisce  con l’aumentare delle dimensioni di impresa.

Fattori di rischio  più frequentemente segnalati 2014-2019 [1]

 

2014 (%) 2019 (%)
Movimenti ripetitivi per la mano o per il braccio 50 62
Seduta prolungata 60
Avere a che fare con clienti difficili, pazienti, studenti 55 59
Sollevare persone o carichi pesanti 42 50
Utilizzo di macchine e attrezzature 48 48
Pressione riguardo al tempo di esecuzione dei compiti 43 45
Infortuni legati alla conduzione di veicoli 46 44
Correnti di aria fredda o calda 36 37
Esposizione ad agenti chimici o biologici 36 36
Pericoli di scivolamento inciampi o caduta 34 34
Posizioni stancanti o dolorose 31
Rumore 30 30
Orario di lavoro prolungato o irregolare 21 21
Scarsi livelli di comunicazione e cooperazione aziendale 16 18
Disturbi   muscolo scheletrici: le misure adottate

Quando si confrontano i risultati di ESENER 2019 con quelli della precedente Indagine del 2014, l’aspetto più sorprendente è che si evidenzia una leggera diminuzione della percentuale dei luoghi di lavoro in cui sono state adottate misure per ridurre i rischi da movimenti ripetitivi o da sollevamento manuale dei carichi quali:

  • messa a disposizione di apparecchiature  per il sollevamento (85% nel 2014, 80% nel 2019)
  • rotazione delle mansioni  (55% nel 2014, 50 %nel 2019)
  • incoraggiamento dell’utilizzo delle pause  (69% nel 2014, 61% nel 2019)
  • adozione di strumenti e attrezzature ergonomiche  (75% nel 2014, 70% nel 2019)

In ESENER 2019 è stata inclusa una nuova misura preventiva, ovvero la possibilità per le persone con problemi di salute di ridurre il proprio orario di lavoro, misura che è stata indicata dal 54% di coloro che hanno segnalato MSD.

Stress e rischi psicosociali

I dati suggeriscono che la consapevolezza non è ancora  abbastanza alta quando si tratta di rischi psicosociali.  Volendo approfondire nel Questionario  si chiedeva a quanti avevano segnalato la presenza di rischi psicosociali se li consideravano più difficili da gestire rispetto ad altri rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro: ne emerge che i paesi che segnalano che questo tipo di rischi è più difficile da gestire sono proprio i paesi maggiormente impegnati nell’affrontarli e sono gli stessi paesi in cui gli intervistati tendono a segnalare un valore più elevato per quanto riguarda la  presenza di rischi psicosociali e di misure e procedure adottate per affrontarli.

Da un’indagine trasversale come quella di ESENER non è possibile trarre conclusioni sulle cause e i fattori di rischio, ma si può sicuramente dedurre dai dati che la gestione dei rischi psicosociali è percepita come più difficile da chi li sta effettivamente gestendo.

Nelle imprese di  tutte le dimensioni, la misura meno frequentemente segnalata per prevenire i rischi psicosociali è l’intervento per ridurre l’orario di lavoro se eccessivo o irregolare (29% ).

Digitalizzazione  del lavoro: un problema emergente  di salute e sicurezza

PC in luoghi di lavoro fissi,  laptop, tablet, smartphone o altri i dispositivi mobili vengono segnalati in tutti i settori e in imprese di tutte le  dimensioni. Tecnologie più sofisticate sono segnalate nelle aziende più grandi.

Solo nel 6% degli ambienti di lavoro si segnala il non utilizzo delle  tecnologie digitali menzionate nel questionario.

Si discute  sul potenziale impatto dell’uso di tali tecnologie sulla sicurezza e la salute dei lavoratori?

Questo avviene in meno di un posto di lavoro su 4  (24%); mentre  in Ungheria (58%) e Romania (42%) è un tema frequentemente affrontato.

Sono sensibili al tema i settori dell’informazione e comunicazione (31%), della finanza e assicurazione (31%).

Mentre la consapevolezza di un  potenziale impatto sulla salute e sicurezza è presente nelle aziende in cui i lavoratori utilizzano dispositivi indossabili o dispositivi di controllo della performance lavorativa.

La necessità di formazione per mantenere e aggiornare le competenze  è il primo problema segnalato  (77% degli intervistati), in particolare per i luoghi di lavoro dove si utilizzano i robot si segnala la necessità di formazione continua).

Altro elemento critico sono la sedentarietà (65%) ,  la maggiore flessibilità richiesta ai dipendenti in termini di orario di lavoro e l’incertezza del luogo di lavoro (63%).

L’intensità di lavoro e la  “pressione per ridurre il tempo impiegato nell’eseguire i propri compiti” viene menzionata per le aziende che utilizzano le Information Communication Technologies come sistemi di controllo della performance.


NOTE

[1] ESENER 2019  – What does it tell us about safety and health in Europe’s workplace, European Agency for safety and health at work, Lussemburgo 2020

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