Esperienza e formazione

La formazione efficace è una formazione fondata sull’esperienza:
una corretta valutazione e gestione dei rischi offre tutti gli elementi per realizzare una formazione legata realmente alle problematiche aziendali e finalizzata a superare le criticità rilevate sia nell’ambiente di lavoro, nelle attrezzature, nei comportamenti sia in aspetti dell’organizzazione del lavoro che sempre più si rivela, ad un esame attento degli  eventi, come un fattore coodeterminante degli infortuni.

Adotti nella tua impresa  un sistema di gestione formalizzato?
O semplicemente cerchi di applicare al meglio il dettato di cui all’art. 28 comma 2 c) e  all’art. 29 del D.Lgs. 81/2008?

In entrambi i casi devi attuare delle azioni di monitoraggio e prevedere una revisione delle misure di prevenzione adottate, qualora tali azioni rivelino incongruenze o  criticità nella gestione della sicurezza e della salute nell’impresa.

D.Lgs. 81/2008
Art. 28 comma 2c)
Il documento di valutazione dei rischi deve contenere:
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
Art. 29 comma 3
La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata… in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate.”
Struttura del sistema di gestione della sicurezza

Il “ciclo di Deming” ben descrive la procedura per una corretta individuazione e gestione dei rischi che può essere applicata in qualunque situazione lavorativa a prescindere dall’adozione di un sistema di gestione formalizzato e certificato:

  • Plan: partendo dalla Vdr l’organizzazione, definisce la politica, pianifica strategie azioni e strumenti per raggiungere gli obiettivi pianificati
  • Do:  attua le azioni pianificate
  • Check: verifica il raggiungimento degli obiettivi e mette in atto azioni correttive  nel caso  non siano stati raggiunti
  • Act: riesame del sistema  per definire i nuovi obiettivi, si analizzano  le criticità nell’ottica del miglioramento continuo.

L’attività di monitoraggio e revisione, se necessario, delle misure di prevenzione adottate necessità di strumenti di supporto: ne indichiamo di seguito tre consolidati nella pratica di innumerevoli aziende anche di piccole e medie dimensioni. Strumenti che forniscono informazioni utili per la progettazione di una formazione fondata sull’esperienza aziendale e  strettamente connessa  alla gestione dei rischi dell’impresa.

“Sbagliando si impara”

Metodo di analisi degli infortuni e degli infortuni mancati: fornisce una griglia  per riordinare le informazioni  e individuare eventuali buchi conoscitivi. Individua 6 fattori che possono agire da Determinanti o da Modulatori di un infortunio ed evidenzia come nella maggior parte dei casi gli eventi accadono per più fattori.

Quali e quanti i determinanti e i modulatori di un infortunio?

I modulatori sono ininfluenti nell’accadimento degli incidenti tuttavia in grado di modularne le conseguenze  cioè renderle più gravi o meno gravi.

I determinanti sono i fattori che causano effettivamente gli incidenti.

Determinanti/Modulatori considerati da “Sbagliando si impara”
  1. Attività infortunato
  2. Attività di terzi
  3. Utensili macchine impianti
  4. Materiali
  5. Ambienti
  6. Mezzi di protezione

Inail / https://www.inail.it/cs/internet/docs/all-modello-informo.pdf?section=attivita

Attenzione agli errori

Come vengono considerati gli errori nella vostra azienda?

  • Si avvia immediatamente la caccia al capro espiatorio?
  • Oppure sono oggetto di attento esame e si è in grado di  imparare da essi?

“Errare è umano!”

  • Ma le azioni o le omissioni provocano incidenti quando trovano i pertugi nella sicurezza del sistema
  • La metafora del formaggio svizzero di Reason: “l’organizzazione  è costituita da una serie di sottosistemi (fette di formaggio); le condizioni latenti di insicurezza nei luoghi di lavoro e le barriere inefficienti sono rappresentate dai buchi  presenti nelle fette. L’incidente si realizza  quando le azioni  umane trovano sommatorie  di condizioni allineate di insicurezza-buchi.

L’errore organizzativo

  • L’errore s’innesta spesso in un sistema organizzativo caratterizzato da criticità latenti che rimangono silenti finché un errore umano, appunto, non le attiva.
  • Le condizioni per l’errore umano sono quindi molto spesso precostituite inintenzionalmente dall’organizzazione
    Gli incidenti non accadono solo per violazione delle norme da parte degli operatori ma per lo più per:
    – rispetto di regole fallaci o non adatte alla complessità del compito;
    – tolleranza di utilizzo di procedure errate (più frequente).
La procedura degli infortuni mancati

Che cosa è un “Near miss”?

  • Un incidente ovvero di un evento fortuito che non ha causato infortuni al personale, a pazienti, o danni all’ambiente o alle proprietà pur avendone avuto il potenziale.
  • Situazione insicura con caratteristiche tali da poter determinare danni al personale, ai pazienti, all’ambiente, alla proprietà o all’immagine.

Scopo della procedura sugli Infortuni mancati

  • Tutelare la salute e la sicurezza e l’ambiente nei luoghi di lavoro mediante l’individuazione delle situazioni a potenziale rischio e l’attuazione delle necessarie azioni per la loro rimozione ( Misure urgenti immediate per la messa in sicurezza e Misure definitive).
  • Coinvolgere  tutto il personale fornendo uno strumento per il miglioramento continuo nel campo della salute e sicurezza.
  • Valorizzare tutte quelle esperienze derivanti da eventi e/o situazioni che non hanno ma avrebbero potuto causare danni a persone, cose e ambiente.

La formazione efficace ai fini della prevenzione, in particolare dei rischi infortunistici, nasce quindi:

  • dal monitoraggio delle reali modalità di lavoro utilizzate (Sgsl, ma anche obblighi di cui agli artt.28 e  29 del D.Lgs 81/2008);
  • da una osservazione  degli errori (Come considerate gli errori?);
  • e dalla registrazione e conseguente corretta indagine (metodo Sbagliando si impara) realizzata a livello aziendale, sugli infortuni mancati (Procedura degli infortuni mancati) e  infortuni che hanno con diversa gravità coinvolto i lavoratori.

Risulta   in questo quadro particolarmente efficace l’utilizzo in ambito formativo del racconto di “storie” che descrivono gli eventi gravi e mortali  accaduti nel settore cui appartiene l’azienda, ma è altrettanto utile utilizzare esempi di infortuni non gravi o addirittura mancati avvenuti in azienda che, se  correttamente analizzati, permettono di mettere in luce  gli elementi di criticità strutturali o/e comportamentali che hanno determinato l’infortunio o hanno contribuito al suo accadimento.

“L’esperienza” è al centro di questa modalità di formazione che se non utilizza la diretta pratica dell’interessato gli permette tuttavia di identificarsi con coloro che sono stati coinvolti negli eventi e di prendere in considerazioni le varianti che avrebbero potuto intervenire a modificare lo scenario evitando il dramma, le sofferenze o anche semplicemente i danni che ne sono conseguiti.

Fonti per la ricerca delle “Storie  di eventi”

Inail – Banca dati infortuni mortali
https://appsricercascientifica.inail.it/getinf/informo/home_informo.asp
Dors (Centro regionale di documentazione per la promozione della salute – Piemonte)
http://www.dors.it/tipologie.php?tipocont=JJ0&idtema=46

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