Esposizione ai Campi Magnetici ed Elettromagnetici: gli effetti sulla salute

Alcuni studi evidenziano come un’esposizione ai Campi Magnetici ed Elettromagnetici, anche a bassi livelli, potrebbe essere un fattore di rischio per lo sviluppo di diverse patologie.

Solitamente gli effetti sull’uomo si suddividono in due principali categorie: gli effetti acuti e gli effetti sanitari, dipendono sia dall’intensità del Campo Elettromagnetico che dalla permanenza in prossimità di quest’ultimo.

Gli effetti acuti si possono riscontrare nel momento in cui entriamo in contatto con Campi Magnetici a bassa frequenza e tali effetti sono imputabili alla corrente indotta; in caso di alta frequenza si possono considerare imputabili al riscaldamento dei tessuti. Quando l’uomo viene in contatto con queste tipologie di Campi Magnetici riscontra sintomi immediati ed oggettivi come nausea, vertigini, ipersensibilità alla luce etc.

Per gli effetti sanitari a lungo termine, invece, non è facile accertare il rapporto causa effetto. Infatti questa tipologia di effetti sull’uomo si incontra quando si resta in contatto con Campi Elettromagnetici a bassa frequenza per un periodo di tempo prolungato. Non si manifestano sintomi immediati, ma sintomi più o meno soggettivi, come affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, cefalee, o sintomi gravi e oggettivi, quali tumori o malattie degenerative.

Nel 2002, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) ha infatti pubblicato una monografia dove vengono classificati i Campi Magnetici “possibilmente cancerogeni per l’uomo”.

Nel prossimo articolo parleremo de “La normativa italiana: Il DPCM 8 luglio 2003”.

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