fonte: Ministero della Salute
Siamo impegnati ogni giorno per la sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari con misure concrete anche attraverso l’Osservatorio nazionale per la sicurezza degli esercenti e delle professioni sanitarie. Recuperare un rapporto di alleanza tra cittadini e operatori sanitari è fondamentale: vogliamo che medici, infermieri, operatori sociosanitari non siano visti come nemici da aggredire, ma come professionisti che si prendono cura della salute di tutti noi.
Con queste parole il Ministro Orazio Schillaci ha aperto l’evento per la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, organizzato in collaborazione con INAIL, per promuovere l’attenzione e l’informazione sulla preoccupante crescita del numero di episodi di violenza.
È un fenomeno deprecabile da condannare e contrastare con tutte le misure possibili, non solo oggi ma tutti i giorni – ha aggiunto il Sottosegretario Marcello Gemmato – È fondamentale migliorare l’assistenza territoriale: una più ampia presenza di presidi assistenziali di prossimità è una misura che può contribuire a migliorare le condizioni di lavoro del personale di emergenza-urgenza, troppo frequentemente oggetto di fenomeni di violenza.
All’evento, moderato da Sergio Iavicoli, Direttore generale della Comunicazione e dei rapporti europei e internazionali del Ministero della Salute, hanno partecipato Fabrizio D’Ascenzo, Commissario straordinario Inail e Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
Sono state oltre 16mila, nel 2023, le segnalazioni complessive di aggressioni a operatori sanitari sull’intero territorio nazionale, per un totale di circa 18mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate. A segnalare i 2/3 delle aggressioni sono state professioniste donne, coerentemente con la composizione di genere del personale sanitario. Le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59 anni. La professione più interessata è quella degli infermieri, seguita da medici e operatori socio-sanitari. I setting più a rischio sono risultati essere i Pronto Soccorso e le Aree di Degenza e gli aggressori principalmente gli Utenti/Pazienti. Il 26% delle aggressioni segnalate sono fisiche, Il 68% sono aggressioni verbali; il 6% delle aggressioni avviene contro beni di proprietà del professionista sanitario aggredito.
È quanto emerge dal monitoraggio effettuato dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), istituito presso il Ministero della Salute con specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti sanitari, i cui risultati sono stati presentati da Francesco Saverio Mennini, Capo del Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute e da Mariella Mainolfi, Direttore generale delle Professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale del Ministero della Salute
L’attività di rilevazione dell’Osservatorio è avvenuta attraverso una specifica scheda di monitoraggio trasmessa ai Centri Regionali per la gestione del Rischio sanitario, tramite l’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità (ONBP), che ha permesso di acquisire, per la prima volta, dati omogenei a livello nazionale. Il contributo delle Regioni è stato al centro dell’intervento di Claudio Costa, Coordinatore dell’area tecnica risorse umane della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Il monitoraggio effettuato dall’Osservatorio contrasta la potenziale sottostima del fenomeno: ha infatti un ambito di indagine più ampio di quelli già esistenti poiché non si riferisce solo agli eventi di maggiore gravità e include oltre alle aggressioni fisiche, anche quelle verbali e quelle contro la proprietà di operatori.
I dati INAIL, che presentano il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari e socio-sanitari in ottica assicurativa, sono stati presentati da Silvia D’Amario, Coordinatrice generale della consulenza statistico attuariale INAIL e Patrizio Rossi, Sovrintendente sanitario centrale INAIL.
Nel 2023, l’Osservatorio ha fornito indicazioni per la definizione di misure di prevenzione efficaci con specifiche proposte per l’aggiornamento della Raccomandazione n. 8 del 2007 del Ministero della Salute “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”.
Per quanto riguarda la formazione degli operatori sanitari, che rappresenta una delle misure di prevenzione, nel corso del 2024 partiranno attività formative secondo gli standard minimi individuati dall’Osservatorio in collaborazione con i rappresentanti di Agenas.
Tutte le attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie sono riportate all’interno della relazione annuale che il Ministro della salute ha trasmesso al Parlamento.
Scarica: la relazione al Parlamento
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