Molti degli infortuni gravi e mortali che accadono sul posto di lavoro si verificano non per eventi straordinari, bensì nel corso del lavoro quotidiano, del consueto utilizzo di macchine e attrezzature. È il caso degli eventi che vedono coinvolti i carrelli elevatori, presenti nella maggior parte delle aziende, le cui dinamiche infortunistiche sono consolidate e si ripetono in modo pressoché identico nel corso del tempo.
È ancora una volta Infor.Mo, il Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi [1], che ci fornisce dati quantitativi e qualitativi, relativamente agli infortuni connessi all’utilizzo di questa attrezzatura, la cui analisi permette di individuare adeguate misure preventive da mettere in atto.
Alcuni dati
Sono 245 gli eventi mortali – presenti nella Banca dati Infor.Mo, relativamente agli anni compresi tra il 2002 e il 2020 – che hanno visto il coinvolgimento dei carrelli elevatori.
L’Attività manifatturiera, i Trasporti e il Magazzinaggio sono i settori prioritariamente interessati.
L’anzianità della mansione dei lavoratori coinvolti è in grandissima parte oltre i 3 anni (oltre il 63%).
Il 57% degli infortunati aveva un contratto a tempo indeterminato.
Cranio e sedi multiple quali voci maggiormente ricorrenti per quanto riguarda le sedi della lesione.
Lo schiacciamento, quale natura della lesione, è riscontrato per il 52,44% dei casi, un valore molto alto che indica come causa di un evento grave possa essere proprio l’impatto tra il lavoratore e la macchina.
L’analisi degli eventi secondo il Modello Sbagliando si impara (che tiene conto di 6 fattori di rischio) dimostra che, mentre per tutti gli infortuni mortali presenti in banca dati il fattore Attività di terzi presenta un percentuale del 10% rispetto agli altri 5 fattori, nei soli infortuni con carrelli questa sale al 23%, e ciò avviene per lo più a causa dell’investimento di un lavoratore a piedi da parte di un carrello: dinamica che rappresenta quindi la prima causa di morte nell’utilizzo di questa attrezzatura. Altri dati si rivelano significativi, nella loro specificità con riferimento a eventi legati ai carrelli, come si può vedere nella tabella seguente:
Confronto del peso percentuale dei fattori tra infortuni mortali totali e quelli relativi ai carrelli |
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Totali | % | Carrelli | % |
AI
Attività dell’infortunato |
43,86 | Attività dell’infortunato | 42,75
|
AT
Attività di terzi |
9,84 | Attività di terzi | 23,05 |
UMI
Utensili macchine impianti |
19,80 | Utensili macchine impianti | 16,54 |
M
Materiali |
3,56 | Materiali | 5,39 |
A
Ambiente |
14,86 | Ambiente | 10,59 |
Dpi | 8,08 | Dpi | 1,67 |
Fonte: Scheda 21, INAIL – Dipartimento di medicina epidemiologia igiene del lavoro e ambientale
Inoltre se consideriamo quello che il Modello Sbagliando si impara definisce il problema sicurezza l’analisi dei dati rivela che per il fattore Attività di terzi il primo problema di sicurezza consiste nell’uso errato di attrezzature che si attesta sul valore del 48% per gli infortuni riguardanti i carrelli, contro il valore del 30% circa per il totale dei mortali, mentre la sequenza lavorativa scorretta passa da circa il 60% nei casi totali al 36% nei casi dei carrelli.
Questi elementi evidenziano come la causa dell’infortunio grave sia proprio dovuta a un errore nell’utilizzo del mezzo, spesso carrello o magari a un altro mezzo che col carrello interagisce tipo furgone o il tir che deve essere caricato o scaricato con l’ausilio del carrello.
Da notare come ci sia un incremento anche del fattore Materiali nei soli casi dei carrelli (5,39 vs 3,5) e contestualmente invece una netta diminuzione del fattore Dpi (1,67% vs 8%), si tratta anche in questo caso di variazioni non sorprendenti perché i contatti con i materiali trasportati o accatastati sono spesso fonte di danno per il lavoratore e la presenza o meno di Dpi non è sufficiente in questo tipo di dinamiche a salvaguardare il lavoratore da danni gravi o mortali.
Misure di prevenzione
Le misure di prevenzione, indicate dai ricercatori del Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, si articolano in tre macro categorie: misure tecnico-strutturali, misure organizzative, misure procedurali, ciascuna delle quali è ricca di esempi e soluzioni pratiche. Pertanto richiamiamo di seguito solo un esempio per ognuna delle categorie citate e rinviamo il lettore al testo della Scheda 21 che alleghiamo.
Nell’ambito delle misure tecnico-strutturali occupa un posto prioritario la
predisposizione di un lay/out di viabilità aziendale interna ed esterna che tenga conto non solo delle fasi di carico/scarico di materiali/prodotti in ingresso e in uscita, delle movimentazioni degli stessi e delle postazioni di lavoro, ma anche della presenza di terzi che potrebbero frequentare l’azienda. La finalità sara quella di definire la segnaletica orizzontale e verticale con l’obiettivo di gestire eventuali interferenze e separare il più possibile le zone destinate ai mezzi di trasporto/sollevamento da quelle dei pedoni ed eventuali altri mezzi di trasporto.
Nell’ambito delle misure organizzative i redattori della Scheda 21 evidenziano preliminarmente come sia importante, all’atto dell’acquisto dei carrelli, che Ufficio acquisti e Servizio di prevenzione e protezione collaborino nella scelta di un’attrezzatura idonea, ovvero adeguata al lavoro da svolgere nello specifico contesto aziendale. Mentre si ricordano, tra l’altro, gli obblighi formativi e la specifica abilitazione degli operatori ai sensi dell’art. 73 comma 5 del D.Lgs. 81/2008 e dell’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012.
Le misure procedurali a chiusura del quadro delle indicazioni di carattere preventivo contengono in realtà indicazioni di fondamentale importanza in quanto dettano un elenco delle procedure di sicurezza che il datore di lavoro deve adottare al fine di garantire, anche nel tempo, l’idoneità dell’attrezzatura e il suo corretto utilizzo.
NOTE
[1] Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali, Scheda 21 – Utilizzo dei carrelli elevatori: dinamiche infortunistiche , fattori di rischio e misure preventive, Inail, ottobre 2023.