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Gli infortuni nell’anno 2015

Come potrete leggere dalle tabelle che pubblichiamo di seguito, i dati infortunistici del 2015 risultano essere in chiaro scuro.

I dati ricavati dalle Tabelle Inail e dalle elaborazioni svolte da Vega Engeneering mostrano un andamento per cui le denunce di infortuni continuano il trend verso il basso, mentre quelle per infortunio mortale hanno un’impennata verso l’alto interrompendo la costante diminuzione degli ultimi anni.

Va chiarito che si tratta del numero di denunce presentate all’Inail e non ancora i dati definitivi accertati dallo stesso istituto che in genere vengono presentate a Luglio dell’anno successivo. È quindi un dato grezzo, ma considerando che in genere i dati rielaborati si discostano di poco e comunque non invertono la tendenza, ci troviamo davanti a un dato che deve far suonare un campanello d’allarme.

Dal 2009, anno dell’inizio della pesante recessione che ha investito l’Europa e l’Italia, la diminuzione degli infortuni è stata spesso giudicata irreale perché non considerava il restringimento che mano a mano veniva a colpire la base occupazionale. In realtà c’è il dato che permette di ovviare a questa considerazione: l’indice di incidenza che è costituito dal rapporto tra infortuni e numero di occupati. E anche l’indice era da un decennio in costante diminuzione.

Cos’è accaduto nel 2015? Al momento è possibile fare solo delle ipotesi. Dal 1951, momento in cui l’Inail ha iniziato a produrre i dati degli infortuni, a oggi il dato complessivo degli infortuni ha avuto momenti di calo e altri di risalita. Dal 2000 era però iniziata una fase decrescente anche se l’andamento degli infortuni complessivi e quello dei soli infortuni mortali non sempre avevano lo stesso ritmo. Un’ altra costante era data dalle categorie colpite: edilizia, agricoltura e trasporti, malgrado che nel tempo sia andata aumentando la percentuale di lavoratori occupati nel settore terziario. Anche la distribuzione geografica vedeva il Centro, poi il Sud e le isole tra le zone maggiormente colpite. Questo nonostante la maggior parte dei lavoratori occupati fosse collocata al Nord.

I dati 2015 sembrano mantenere questo quadro della situazione.  Non scartando l’ipotesi dello scarto che i dati infortunistici hanno a volte registrato nel corso dei 60 anni presi in considerazione dall’Inail, si può pensare che la timida ripresa, in un contesto economicamente difficile per le aziende e i loro magri investimenti, abbia messo sotto pressione il processo produttivo e i lavoratori addetti, portandoli a tralasciare le misure di sicurezza.

Sarà necessario aspettare i dati definitivi e gli altri elementi di contorno per giungere a una conclusione più precisa.

DATI INAIL N1 2016_novembre

Analisi statistica e incidenze sulla popolazione occupata degli infortuni mortali nel territorio nazionale

Statistiche e incidenze sulla popolazione occupata dei morti sul

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