Grande distribuzione, i rischi che comportano malattie respiratorie

di Enzo Gonano
fonte: quotidianosicurezza.it

I lavoratori del comparto grande distribuzione sono fortemente soggetti a fattori di rischio per la salute (malattie respiratorie) attribuibili:

  • da una parte, agli agenti chimici e biologici presenti nelle polveri, farine, derivati animali;
  • dall’altra, alle escursioni termiche per il lavoro in ambienti condizionati o in celle frigorifere.

Le malattie respiratorie correlate al lavoro più diffuse, informa l’Inail, sono l’asma bronchiale, le alveoliti allergiche, la bronchite cronica, la rinite, causate come detto, dalla esposizione ad agenti biologici di origine vegetale ed animale, ad agenti atmosferici (freddo, caldo, umido), ma anche ad agenti chimici utilizzati nelle varie lavorazioni.

In una brochure dell’Inail (Malattie respiratorie, Grande distribuzione, lavoratori) si legge che “se l’attività lavorativa svolta richiede operazioni che espongono a pericolo o rischio di malattie dell’apparato respiratorio, il datore di lavoro deve effettuare una valutazione dello specifico rischio secondo quanto disposto dal Testo Unico 81/08, Tit. IX (Capo I, Agenti chimici, in particolare dall’art. 223, Valutazione dei rischi; Capo II- Agenti cancerogeni e mutageni, in particolare all’art. 236, Valutazione dei rischi; e al Capo III – Protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto).

Durante le operazioni di immagazzinamento e movimentazione delle merci in celle frigorifere (reparto surgelati, macelleria, pescheria, ortofrutta) si opera in ambienti refrigerati con temperature critiche per l’organismo. Occorre, quindi, utilizzare idonei Dispositivi di protezione individuale (Dpi) (giacche, pantaloni e gilet antifreddo; guanti e berretto; scarpe antiscivolo con suola e plantare termico).

Il datore di lavoro deve mettere a disposizione i Dpi che il lavoratore deve utilizzare secondo le istruzioni ricevute, tenere in buono stato o chiederne la sostituzione.

La brochure dell’’Inail evidenzia che sono “particolarmente a rischio le attività di manipolazione dei prodotti durante il carico/scarico merci, immagazzinamento, rifornimento scaffali, confezionamento (frutta, verdura, macelleria), falegnameria, bricolage, vendita di prodotti sfusi, lavorazioni di panificazione, pizzeria, pasticceria e arte bianca in genere”.

Questo, per la presenza nell’ambiente di lavoro di:

  • polveri di fibre vegetali (cotone, lino, canapa, legno);
  • polveri di derivati animali (lana, seta);
  • polveri di avena, farro, frumento, grano turco, miglio, orzo, riso, soia, segale e loro farine;
  • muffe presenti in prodotti vegetali umidi;
  • acari della polvere;
  • agenti chimici (detersivi,detergenti, sbiancanti,abrasivi, vernici, mordenti, colle).

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