La Cassazione Penale Sezione IV con la Sentenza del 19 ottobre 2017, n. 48285, ha chiarito: su chi ricade la responsabilità per i temi della salute e della sicurezza, specie nel caso si verifichi un infortunio, nelle società di capitali che hanno un Consiglio di Amministrazione?
Nelle società di capitali, ha chiarito la Suprema Corte, gli obblighi di prevenzione degli infortuni posti a carico del datore di lavoro, in coerenza con i principi già affermati dalla stessa Corte, gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di Amministrazione, salvo la presenza di una delega, validamente conferita, della posizione di garanzia.
La vicenda nasce dalla conferma da parte della Corte d’appello di una sentenza del Tribunale, con la quale la legale rappresentante di una ditta di trasporti era stata condannata per il reato di cui all’art. 590 (lesioni personali colpose), in relazione all’art. 71 del D.Lgs n. 81/2008 (uso delle Attrezzature – Obblighi del Datore di lavoro). Alla signora, imputata nella sua qualità, oltre che di legale rappresentante, di datore di lavoro e di responsabile del servizio di prevenzione e protezione della ditta di trasporti, è stato contestato di avere cagionato delle lesioni a un lavoratore dipendente consentendogli, a bordo di una motrice dotata di gru e nel corso dello svolgimento di alcune operazioni di scarico di tubazioni in acciaio, di svolgere la sua attività senza l’adozione delle adeguate misure tecniche ed organizzative.
La responsabile ha proposto ricorso, avanzando un vizio della motivazione in ordine alla posizione di garanzia da essa rivestita. Il Tribunale, secondo la ricorrente, avrebbe confuso i suoi ruoli imputandola quale componente del consiglio di Amministrazione, e per il ruolo di responsabile del servizio di prevenzione e protezione per il quale non vi era stata una sua formale investitura. Aggiungendo che il Tribunale stesso non era riuscito a dimostrare con certezza che lei avesse omesso colposamente di segnalare una situazione critica, impedendo al datore di lavoro di attivarsi per assumere le necessarie precauzioni.
Il ricorso è stato ritenuto dalla Corte di Cassazione inammissibile. La stessa Corte ha fatto osservare che la posizione di garanzia assunta dall’imputata risultasse chiara sulla della documentazione acquisita.
Tale documentazione confermava come, alla data dell’infortunio, l’imputata fosse non solo Consigliere del consiglio di Amministrazione della società e datore di lavoro, ma anche consigliere delegato e responsabile tecnico, avendo in aggiunta firmato il documento di valutazione dei rischi (Dvr).
In conclusione, il ragionamento svolto dalla Corte territoriale è stato ritenuto dalla Corte suprema del tutto coerente con i principi secondo cui
nelle società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni posti dalla legge a carico del datore di lavoro gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione, salvo il caso di delega, validamente conferita, della posizione di garanzia.