I principali fattori di rischio del cancro professionale

rischio cancro professionale pexels-mart-production-7088530

L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha condotto una Indagine sull’esposizione dei lavoratori ai fattori di rischio di cancro in Europa (Workers’ Exposure Survey on cancer risk factors in Europe, WES): sono disponibili i primi risultati.

  • Ventiquattro i fattori di rischio di cancro noti, indagati con riferimento a diversi settori e contesti lavorativi.
  • Sei i paesi in cui l’indagine è stata condotta, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria e Finlandia.
  • Migliaia i lavoratori coinvolti.

È la prima volta che si dispone di uno studio che valuta l’esposizione combinata e che raggiunge quei lavoratori che normalmente non sarebbero presi in considerazione, come lavoratori autonomi o quelli impiegati in piccole e micro organizzazioni, in tutti i tipi di professioni. Sicuramente l’indagine contribuirà a migliorare le misure preventive e ad aggiornare le politiche basate su dati oggettivi.
William Cockburn- Direttore esecutivo dell’Eu-Osha.

Ogni anno gli agenti cancerogeni sono responsabili di circa 100.000 decessi per cancro professionale nell’Unione europea [1]
L’indagine: Alcuni dati
  • I questionari sono stati indirizzati a persone di età pari o superiore ai 15 anni
  • I lavoratori appartengono a tutti i settori di attività economica dei paesi coinvolti
  • Le interviste valide raccolte sono state 24.402

Le radiazioni ultraviolette di origine solare, le emissioni di gas di scarico dei motori diesel, il benzene, la silice cristallina respirabile e la formaldeide sono tra le “probabili esposizioni più frequentemente individuate”. Elemento innovativo dell’indagine è l’aver preso in considerazioni le esposizioni multiple (si è indagato relativamente all’ultima settimana lavorativa prima dell’indagine), considerando almeno due fattori di rischio di cancro che non necessariamente si verificano contemporaneamente o nel corso dello stesso processo lavorativo: almeno il 60% dei lavoratori nelle attività minerarie ed estrattive e nelle attività edilizie presenta esposizioni multiple.

La maggior parte dei lavoratori risulta non essere stata esposta a nessuno dei 24 fattori di rischio cancro considerati dall’indagine (52,6%) nella precedente settimana lavorativa, mentre il 21,2% è stato esposto a uno dei fattori e l’1,9% a più di cinque. Tra i lavoratori esposi a un fattore di rischio cancro il 14,% lavorava in attività manifatturiere, il 14% lavorava nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e il 13% lavorava in attività sanitarie e di assistenza sociale.

Abbiamo visto che oltre il 60% dei lavoratori ha avuto esposizioni multiple nelle attività minerarie ed estrattive e nelle attività di costruzione, ma tali esposizioni si sono verificate anche in altre categorie, delle 50 considerate dall’indagine, ovvero tra gli addetti alle stazioni di servizio e di rifornimento, gli addetti alla costruzione e alla manutenzione di strade, gli addetti all’industria della tappezzeria, i lavoratori della silvicoltura e del legno, i saldatori, gli operai della produzione/manutenzione delle caldaie, i vigili del fuoco, gli autisti e addetti ai trasporti e tra gli addetti all’industria della gomma e della plastica. Tali dati sono rilevanti e impongono una maggiore attenzione alle esposizioni multiple che risultano prevalentemente combinate come segue:

Esposizioni combinate probabili più frequenti
(% di tutti i lavoratori)
Fattori Percentuale
Scarichi del motore Diesel e Radiazioni solari UV 11%
Scarichi di motore Benzene e Diesel poco meno del 6%
Benzene e Radiazioni solari UV poco meno del 6%
RCS[2] e Radiazione solare UV poco più del 4%
Scarichi del motore Diesel, Benzene e Radiazioni solari UV 4%
RCS e scarico Diesel poco meno del 4%
RCS, scarichi motori Diesel e solari UV più del 2%
Formaldeide e Benzene più del 2%

L’indagine ha inoltre approfondito lo studio delle “circostanze di esposizione” relativamente ai cinque principali fattori di rischio:

  • il 20,8% dei lavoratori è esposto alle radiazioni UV, tale esposizione interessa prevalentemente i lavoratori che operano all’aperto come gli edili, i lavoratori agricoli, gli autisti i lavoratori dei trasporti e dei servizi di protezione
  • un lavoratore su cinque è esposto a alle emissioni di scarico Diesel (la maggior parte a livelli bassi) si tratta dei lavoratori delle stazioni di servizio, dei lavoratori delle miniere e cave, dei lavoratori edili impegnati nella manutenzione delle strade/autostrade, degli autisti e dei lavoratori dei trasporti, ma anche lavoratori addetti alla guida di veicoli Diesel all’interno di un edificio o nel sottosuolo e le attività di manutenzione dei veicoli Diesel
  • il 13% dei lavoratori è risultato esposto al benzene, si tratta dei lavoratori delle stazioni di servizio (il 98%), dei lavoratori edili per lo più addetti alla manutenzione stradale (68%), dei vigili del fuoco (51%); le attività interessate sono il rifornimento e l’esecuzione di lavori di manutenzione su veicoli a benzina, lavori in prossimità di veicoli a benzina con il motore acceso
  • l’8,4% dei lavoratori è risultato esposto alla Silice cristallina respirabile (RCS), si tratta prevalentemente dei lavoratori edili (due su cinque), mentre più del 90% sono lavoratori delle miniere e delle cave e manutentori stradali, il 79% dei lavoratori della produzione ceramica; le principali circostanze che determinano una probabile esposizione a RCS ad alto livello sono le modalità inadeguate di pulizia della polvere di sabbia sul luogo di lavoro, miscelazione di calcestruzzo o cemento, lavorazione con pietra artificiale (taglio, molatura, ecc.) e misure di protezione inadeguate quando si lavora con pietra naturale, cemento o mattoni (taglio, molatura, ecc.)
  • il 6,4% dei lavoratori è risultato esposto alla Formaldeide , più di due lavoratori su cinque nell’industria della tappezzeria (62%), tra i floricoltori (50,7%), i vigili del fuoco e addetti alla produzione/riparazione di calzature o pelletteria finita (entrambi 45,3%), e addetti alla produzione di gomma, articoli in gomma, plastica o resina (42,5%). “Le circostanze principali che hanno portato a una probabile esposizione alla formaldeide sono state l’uso di colle per legno epossidiche o resine plastiche bicomponenti e la lavorazione di compensato, pannelli truciolari, compensato marino o pannelli di fibra a media densità (MDF)”.

L’indagine ha rilevato inoltre che i lavoratori in un luogo di lavoro di micro o piccole dimensioni (con meno di 50 dipendenti) ha 1,3 volte più probabilità di essere esposti a uno o più fattori di rischio cancro rispetto a quelli di aziende medio grandi.

Mentre un numero minore di esposizioni multiple, rispetto alla media, si è riscontrata tra i lavoratori part-time (meno di 30 ore settimanali), la percentuale di lavoratori con esposizioni multiple probabili aumenta considerevolmente per quelli che lavorano più di 50 ore settimanali.

Per quanto riguarda i rapporti di lavoro di seguito le percentuali dei lavoratori interessati dalle esposizioni:

Status professionale, tipologia di contratto Quota intervistati WES
Lavoratore autonomo 14,4%
Dipendente tra cui: 85,65
– Contratto a tempo indeterminato 69,7%
– Contratto a tempo determinato 11,4%
– Contratto di agenzia di lavoro temporaneo 2,3%
– Contratto di apprendistato o altro programma di formazione 1,0 %
– Altre situazioni (tipologia di contratto diversa o sconosciuta, nessun contratto) 1,2%

NOTE

[1] Fonte: Quadro strategico dell’Ue in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027.
[2] RCS = Silice cristallina respirabile

Lascia un commento