Igiene all’aeroporto

Recenti esperienze hanno evidenziato i problemi di igiene in ambienti a rischio, come gli ambienti aeroportuali e i controlli di accesso a siti critici, come ad esempio il Colosseo ed il foro Romano, dove si utilizzano apparati radiogeni.

Chissà quante volte abbiamo attraversato un varco di sicurezza, dove sono presenti apparati radiogeni e rivelatori di metalli ad arco. I rivelatori di metallo ad arco, come ben sappiamo, devono essere testati in modo accurato per essere certi che non arrechino problemi a protesi mediche, che il visitatore potrebbe indossare.

Una fonte poco conosciuta di inquinamento batterico però sono le vaschette dove depositiamo gli oggetti personali, prima di attraversare l’apparato radiogeno.

Un recente studio ha messo in evidenza che nei soli Stati Uniti ogni anno vengono registrate più di 450.000 infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, e ben 11.000 infezioni risultano fatali, soprattutto quando fanno riferimento a infezioni da stafilococco aureo.

È ben vero che in molti aeroporti, ma certamente ben pochi siti congressuali e siti archeologici, viene effettuata periodicamente la pulizia delle vaschette, ma l’esperienza pratica hanno dimostrato come le procedure di pulizia lascino molto a desiderare, e non vengano effettuate con la frequenza appropriata, rispetto al numero di visitatori in transito.

Un test condotto presso l’aeroporto di Oslo ha messo in evidenza che queste vaschette possono essere infettate non solo dallo stafilococco aureo, ma anche dalla salmonella ed altri agenti ad elevato potere infettivo.

L’unica soluzione è quella  di procedere alla pulizia frequente delle vaschette o in alternativa, mettere a disposizione degli utenti vaschette di riserva, già sterilizzate, che periodicamente sostituiscono quelle in uso, mentre quelle in uso vengono sterilizzate.

Solo di recentemente è apparsa sul mercato una nuova soluzione. Si tratta di  vaschette, che sono state realizzate con delle tecniche avanzate, in grado di sviluppare una attività di contrasto ai batteri pericolosi.

Sulla superficie della vaschetta sono applicate delle particolari sostanze antimicrobiche, che permettono di ridurre, nell’ambito di ventiquattr’ore di contatto con queste sostanze, sino al 99,99% i batteri infettivi.

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