L’iniziativa, avviata dal Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spisal) dell’Azienda Ulss 9 Scaligera, ci permette di proporre ai nostri lettori un’ulteriore esperienza (in corso) che prosegue nell’utilizzo virtuoso del Piano mirato di prevenzione (Pmp) come modalità di intervento che, quale modello territoriale partecipativo di assistenza e supporto, è in grado come sappiamo di coniugare vigilanza e prevenzione. D’interesse anche il settore considerato che certo non è tra quelli che solitamente riscuotono adeguata attenzione.
D’altronde, lo ricordiamo, sia il Piano Nazionale che quello Regionale di Prevenzione prevedono l’impegno dei Servizi delle Asl nell’utilizzo dei Pmp per promuovere il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e sociali (Comitati provinciali/regionali di prevenzione ma soprattutto le aziende) nell’ambito di azioni che pongono conoscenza/informazione/formazione al centro degli interventi.
Il Pmp della Asl di Verona ha “l’obiettivo di contrastare l’insorgenza di patologie correlate al lavoro, derivanti dal mancato rispetto di principi ergonomici, condizioni di stress ed aggressioni nelle Residenze per anziani”. I contenuti del Piano, attualmente in corso di svolgimento, sono stati presentati nel maggio 2022 nell’ambito di un primo incontro, cui hanno partecipato 100 rappresentanti delle strutture residenziali per anziani. La costituzione di un “Gruppo di lavoro del Piano mirato, allargato ai referenti aziendali interessati, di supporto a tutte le fasi del programma previsto”, evidenzia l’interesse dei soggetti istituzionali al coinvolgimento e alla partecipazione delle figure aziendali che operano nelle strutture residenziali coinvolte.
Le fasi del Piano
Mappatura dello stato di salute dei lavoratoriù
16 maggio – 17 giugno 2022
Il monitoraggio punta ad avere una mappatura per struttura e per gruppi omogenei (infermieri, medici, operatori sociosanitari, coordinatori altre professioni sanitarie, servizi generali, amministrativi).
La percezione dei lavoratori riguardo ai disturbi muscolo scheletrici e della condizione di stress viene raccolta mediante la somministrazione di un questionario che indaga su:
- i disturbi muscolo scheletrici: NMQ IRSST (Nordic Musculoskeletal Questionnaire)
- il benessere generale: GHQ 12 (General Health Questionnaire)
- il burnout: MBI (Maslach Burnout Inventory)
Una lettera inviata ai lavoratori, e che illustra le modalità di compilazione del questionario, rappresenta una prima manifestazione del coinvolgimento delle Strutture sanitarie interessate dall’intervento. Così come le figure aziendali della prevenzione, Medico competente psicologo e Rls, sono chiamati a interessarsi della mappatura.
Costituzione del gruppo di lavoro
Invio candidature entro il 20 maggio 2022
Il gruppo di lavoro coordinato dallo Spisal è composto da Rspp, Mc, Rls, coordinatori delle strutture interessate e accompagnerà i lavori del Pmp per tutto il periodo di svolgimento nelle seguenti attività:
- condivisione dei risultati del monitoraggio sullo stato di salute
- condivisione e confronto sugli strumenti di valutazione dei rischi ergonomici
- condivisione e confronto sulle misure di prevenzione
- condivisione e preparazione di incontri informativi/formativi
- elaborazione di strumenti informativi per i lavoratori
- individuazione di buone pratiche
Mappatura dei rischi psicosociali e da mancato rispetto dei principi ergonomici
Entro il 2022
Incontro/i di formazione all’utilizzo degli strumenti di valutazione dei rischi legati all’ambiente di lavoro e all’organizzazione del lavoro rivolto ai Ddl, Rspp, Mc.
Controllo
2023-2025
Effettuazione di sopralluoghi a campione finalizzati a verificare le misure di prevenzione/correttive adottate
Restituzione dei risultati e diffusione delle buone pratiche
Entro il 2025
Organizzazione di un incontro pubblico per illustrare i risultati e diffondere le buone pratiche
Il Piano intende affrontare due temi specifici, i rischi ergonomici e lo stress lavoro correlato, tra loro connessi e fortemente iscritti entrambi nel quadro degli aspetti organizzativi del lavoro in questo settore, quali: i turni, la reperibilita, la gestione di emergenze/urgenze, il confronto quotidiano con situazioni di estrema sofferenza.
Proponiamo di seguito alcuni spunti sui due rischi considerati e proposti alla attenzione dei rappresentanti delle Strutture sanitarie coinvolte nel Pmp che hanno partecipato all’incontro del maggio scorso.
Disturbi muscolo scheletrici – Settore sanità – 2018
Secondo la European Working Conditions Survey [1]
- il 47% dei lavoratori ha avuto esperienza di disturbi al rachide
- il 46% dei lavoratori ha avuto disturbi agli arti superiori
- nel settore della sanita circa il 70% dei casi di malattie professionali denunciate riguarda l’apparato muscolo scheletrico ed osteoarticolare
- i Disturbi Muscolo Scheletrici correlati al lavoro sono determinati da una combinazione di fattori:
– fisici
– psicosociali
– organizzativi
– individuali
La prevalenza delle malattie muscoloscheletriche nel settore sanitario EU-27 2015 (%) [2] | |||||||
Settore sanitario | Donne | Uomini | Totale | ||||
62,64 | |||||||
<35 | 35-49 | >50 | <35 | 35-49 | >50 | ||
38,94 | 57,98 | 56,48 | 57,37 | 64,16 | 70,87 |
I disturbi muscolo scheletrici sono d’altronde sia correlati agli sforzi fisici compiuti sul lavoro, quali sollevamento carichi e movimenti ripetitivi, sia determinati da fattori di stress. D’interesse, con riferimento allo stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali nel settore della sanità, il materiale informativo realizzato dalla Regione Lombardia, materiale di riferimento anche per la Aulss scaligera nelle azioni di informazione e formazione previste dal Pmp nelle strutture residenziali per anziani.
Il settore sanitario è caratterizzato dalla presenza di potenziali fattori di rischio psicosociale per gli operatori che vi lavorano, quali ad esempio l’elevato carico emotivo, derivante dal contatto continuo con situazioni di estrema sofferenza, il lavoro su turni, la reperibilità e la gestione delle emergenze/urgenze. In questo senso, dunque, l’ambito sanitario rappresenta un contesto potenzialmente a rischio stress lavoro-correlato. Maggiormente esposti risultano essere gli infermieri, in quanto in continuo contatto diretto con i pazienti ed i loro familiari, e il personale impiegato in reparti “critici”, ovvero con elevata mortalità e con pazienti affetti da patologie gravi. L’esposizione al rischio stress lavoro-correlato può variare considerevolmente in relazione ai diversi ambienti e alle differenti aree d’intervento (medicina, chirurgia, pronto soccorso/urgenza, psichiatria, reparti intensivi, ecc), ma anche in base ad aspetti oggettivi della realtà lavorativa e/o alle scelte organizzative operate all’interno delle Unità Operative (es. organizzazione dei turni di lavoro, distribuzione dei compiti, priorità e obiettivi specifici, modalità di comunicazione, ecc).
Il documento Stress lavoro-correlato e rischi psicologici | Settore Sanità, che alleghiamo, fornisce una descrizione particolareggiata di “una serie di fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore, indicando per ognuno di essi, alcune misure correttive di carattere generale utili alla prevenzione e riduzione del rischio da stress lavoro-correlato”[3].
NOTE
[1] “Piano mirato di prevenzione da rischi ergonomici e stress lavoro correlato nelle strutture residenziali per anziani”, Spisal Aulss 9 scaligera. Dr.ssa Stefania Dolci, Dr.Giuliano Turrina, Dr.ssa Antonia Ballottin. Regione Veneto.
[1] Op.cit.
[3] Il materiale è stato realizzato dalla Unità operativa Lombardia nell’ambito del Progetto Ccm Piano di monitoraggio e di intervento per l’ottimizzazione della valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato.
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