Repertorio Salute

Il rischio microclima

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Il seminario sul rischio microclima, realizzato nell’ambito di Safe [1] il 7 giugno scorso, è un‘occasione non solo per parlare di un tema, relativo a salute e sicurezza sul lavoro, particolarmente attuale nei mesi estivi (e non solo), ma anche per rinnovare e ripresentare ai nostri lettori le informazioni relative al Portale agenti fisici: uno strumento di supporto per la valutazione dei rischi (in particolare rivolto alle Pmi), una eccellenza per ricchezza di contenuti, capacità di trasferimento, aggiornamento.

Il seminario è stato  realizzato dal Laboratorio Agenti fisici dell’azienda Usl Toscana Sud-Est, in collaborazione con  il Dipartimento medicina epidemiologia  e igiene del lavoro dell’INAIL e il supporto del Gruppo Agenti fisici del Coordinamento interregionale prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro: un’iniziativa  interessante anche  perché è frutto  della  collaborazione di soggetti, realmente  competenti in tema di prevenzione, che operano in ambito nazionale e territoriale. Sottolineiamo questo aspetto della collaborazione per ricordare ancora una volta  quale errore si commette nel promuovere (come abbiamo evidenziato nell’articolo della scorsa settimana) alleanze istituzionali che escludono proprio i soggetti tra cui storicamente, ormai da oltra cinquant’anni e seppur tra mille difficoltà, si collocano quelle conoscenze che sono in grado di contribuire realmente alla  prevenzione dei rischi connessi al lavoro (Regioni, Asl, Inail,  in particolare Inail- Ricerca).

L’iniziativa si inserisce nell’ambito di attività formative e informative rivolte agli operatori dei Servizi di Prevenzione delle Asl ed attua l’Accordo di collaborazione del 2021 tra la Regione Toscana  e la Direzione Ricerca dell’INAIL: Rischio di esposizione da agenti fisici negli ambienti di lavoro: sviluppo e adeguamento del Portale Agenti fisici per supportare la valutazione del rischio e gli interventi di prevenzione nelle Pmi di tutti i comparti lavorativi. Ma  val  la pena di sottolineare che sono tra i destinatari del corso oltre agli operatori delle Az. Usl, ai referenti e rappresentanti di INAIL, delle Regioni e Province Autonome, anche i componenti degli Enti e delle parti sociali presenti nel Comitato ex art. 7 della Toscana: un’iniziativa quindi che trova il suo valore  anche per avere davvero tenuto conto e coinvolto tutte le componenti istituzionali e sociali che influiscono sulle condizioni dei lavoro.

I contenuti del Portale Agenti Fisici

Il portale offre, per ciascun rischio connesso agli agenti fisici di cui all’art. 180 del D.Lgs. 81/2008, informazioni relative alle caratteristiche del rischio in oggetto, normativa di riferimento, valutazione, calcolo dell’esposizione, banche dati esposizione ed emissione e banca dati bonifiche (ove esistenti), misure preventive e protettive, documentazione, FAQ.

La complessità delle tematiche affrontate fa sì che esse siano perfettamente fruibili da professionisti della materia, mentre per i datori di lavoro delle micro e piccole imprese e per gli Rls/Rlst/Rls di sito  tali informazioni sono comunque un riferimento prezioso per poter verificare la correttezza delle modalità di valutazione e delle misure adottate e per attuare un dialogo più consapevole con  figure esperte quali gli operatori delle Asl, il Responsabile del servizio di prevenzione protezione, il medico competente.

Il quadro delle informazioni fornite dal portale rispecchia pienamente quello che, secondo il dettato legislativo, è l’obiettivo della valutazione che

non è la mera quantificazione (misura) dell’esposizione /rischio ma la sua riduzione. È la messa in atto di adeguate misure di prevenzione per tutte le lavoratrici e i lavoratori esposti o potenzialmente esposti nel corso del tempo.

Valutazione dei rischi che permetta di

identificare e adottare le opportune  misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi.

Valutazione che va

programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato … in possesso di specifiche conoscenze in materia … aggiornata ogni qual volta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta, ovvero, quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione e protezione devono essere adottate … Anche per il rischio microclima nel rispetto dell’articolo 28, comma 2, del D.Lgs 81/2008 il documento di valutazione del rischio deve essere lo strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali  e di prevenzione… [2].

Con riferimento al microclima il portale fornisce una descrizione del rischio, i riferimenti normativi, le metodiche di valutazione, i calcolatori dello stress termico, le misure di prevenzione e protezione, la documentazione di riferimento, link al Progetto Worklimate e 48 FAQ relative al microclima.

Microclima: un rischio spesso sottovalutato

Per tutte le lavorazioni all’aperto è necessario disporre di procedure di prevenzione in relazione all’esposizione al freddo, al caldo e misure di tutela specifiche per far fronte alle ondate di calore o condizioni meteo estreme anche in relazione ad eventi estremi es. tempeste di fulmini, grandine etc.

Il 30% della popolazione mondiale è attualmente esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute per  almeno 20 giorni  all’anno e tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni.

Lavoratori maggiormente a rischio: quelli che svolgono attività fisica intensa all’aperto (edilizia, cantieristica stradale, agricoltura, addetti emergenza, soccorso ecc.).

Fonte: slide relative all’intervento di Iole Pinto, Responsabile scientifico Portale Agenti Fisici 2008-2021, al seminario del 7 giugno scorso. 

Riferimenti normativi
  • Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome.
    D.Lgs. 81/2008, Titolo VIII – Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a microclima: indicazioni operative. Documento realizzato in collaborazione con Inail e Istituto superiore  di sanità – Approvato dal Gruppo Tecnico Interregionale Prevenzione Igiene e Sicurezza sui luoghi di lavoro in data 21/07/2021
  • Norme tecniche Uni En Iso relative all’ergonomia degli ambienti termici.  

Il documento del 21 luglio 2021, contenente “indicazioni operative”  relative alla “protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a microclima”, è consultabile agevolmente mediante le  48 FAQ presentate nella sezione dedicata del Portale agenti fisici: “per ogni quesito è riportato il riferimento al numero della FAQ specifica contenuta nel documento”. 

Le FAQ
  • Sezione A – Effetti sulla salute e sorveglianza sanitaria
  • Sezione B – Metodiche di misura e strumentazione
  • Sezione C – Valutazione del rischio
  • Sezione D – Gestione del rischio
  • Sezione E – Vigilanza e aspetti medico legali. 
FAQ – Esempio 1

A.2 Cosa si intende con ambiente termico moderato?

Secondo la sezione 1 – Scopo della norma UNI EN ISO 7730, che riguarda la valutazione del benessere termico, un ambiente termico moderato è un ambiente nel quale si manifestano scostamenti “moderati” dalle condizioni ideali di comfort termico (“moderate deviations from thermal comfort occur”). 

In un ambiente termico moderato il soggetto riesce a mantenere l’equilibrio termico del corpo con ridotte sollecitazioni del sistema di termoregolazione.

FAQ – Esempio 2

A.3 Cosa si intende con ambiente termico severo?

Da un punto di vista normativo non esiste alcuna definizione formale di ambiente termico severo. La norma UNI EN ISO 7730 fa semplicemente riferimento ad “extreme thermal environments”, che rappresentano i campi di applicazione delle norme UNI EN ISO 7243, UNI EN ISO 7933 entrambe riguardanti la valutazione di situazioni di stress da calore e della norma UNI EN ISO 11079 riguardante la valutazione di situazioni di stress da freddo.

Da un punto di vista fisiologico, un ambiente termico “severo” è un ambiente nel quale i meccanismi di termoregolazione del corpo umano, che provvedono al mantenimento costante della temperatura degli organi interni intorno ai 37°C sono fortemente sollecitati, ed in casi estremi possono anche non essere sufficienti ad evitare gravi compromissioni temporanee o permanenti delle funzioni dell’organismo.

Per scopi pratici conviene definire come “severo” un ambiente termico nel quale l’insorgenza nel soggetto esposto di uno strain termico (ipertermia o disidratazione in ambienti caldi, ipotermia negli ambienti freddi) può riscontrarsi  nell’ambito dell’attività  lavorativa abitualmente svolta. 

NOTE
[1] Polo formativo regionale (Toscana) per la sicurezza. [2] Iole Pinto, intervento al seminario del 7 giugno.

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