Il rispetto delle normative di salute e sicurezza negli appalti pubblici nelle attività di pulizia e sanificazione nella sanità e nel trasporto pubblico locale della città di Roma

Salute e sicurezza negli appalti pubblici

Il volume, di Paolo Gentile, è stato gentilmente messo a disposizione dall’autore ed è scaricabile dal sito web https://www.ergonomiagentile.it/

Dalla introduzione

Siamo in mezzo ad una rivoluzione, in un periodo in cui i dinosauri non si sono ancora estinti e i mammiferi che si stanno affermando non hanno ancora il predominio del mondo, scriveva Lorenzo Necci nel 1988.

Una metafora per descrivere in maniera assai efficace il passaggio da una concezione dell’organizzazione fordista, caratterizzata da un ambiente certo, pianificato e pianificabile, organizzazioni molto estese che tendono a fagocitare il massimo del valore aggiunto (i dinosauri) a un’idea dell’organizzazione cui è richiesta una capacità di adattamento continuo dei propri orizzonti e delle decisioni, organizzazioni che tendono a controllare trasferendo all’esterno tutta la parte di valore aggiunto non strategico per l’impresa (i mammiferi). Una metafora per indicare che eravamo in un periodo di transizione durante il quale l’impresa e il lavoro si stavano modificando e al termine del quale nulla sarebbe più stato come prima. Stavamo assistendo a grandi trasformazioni sociali, scientifiche, politiche. Come le precedenti rivoluzioni industriali anche quella stava togliendo lavoro, stava creando lavoro ma soprattutto avrebbe trasformato il lavoro e con esso i rapporti sociali, le paure, le aspettative dei cittadini , avrebbe cambiato la società. Questa trasformazione del mercato del lavoro si è realizzata attraverso uno sviluppo quantitativo del ricorso agli appalti e all’utilizzo del lavoro autonomo, delle partite iva. Si sono esternalizzati i servizi di manutenzione, di pulizia, di mensa e sovente interi reparti produttivi. A questa rincorsa all’esternalizzazione la pubblica amministrazione ha partecipato da protagonista, si sono dismesse molte delle attività nei servizi ospedalieri, nel trasporto pubblico, nella manutenzione del territorio e delle città. Si è precarizzato il lavoro.

La precarizzazione del lavoro, cui abbiamo assistito in questi ultimi decenni, non si è realizzata per l’immissione massiccia di tecnologie, ma da una competizione sui costi del lavoro, dalla ricerca del costo più basso. Spesso questa condotta è stata accompagnata e giustificata da scelte della classe politica alle prese con una finanza pubblica dissestata, eccessivamente indebitata, basti pensare alla precarietà nella scuola e nella sanità con il blocco delle assunzioni di personale e l’utilizzo di “cooperative” per far fronte al fabbisogno di personale; alla dismissione di tutte le attività di manutenzione dei beni pubblici, che nel migliore dei casi sono state affidate in appalto con gare al massimo ribasso, salvo dover ricorrere a ulteriori e più costosi appalti per riparare i dann i causati dall’incuria. Forse è ora di fare un bilancio di cosa ha comportato questa politica in termini di costi per la pubblica amministrazione, di conservazione dei beni e dei servizi pubblici, di reddito e diritti per i lavoratori, di salute e sicurezza nel lavoro, di infiltrazioni della malavita organizzata, e di tenuta del PIL. Con questa ricerca, commissionata dalla CGIL e dalla Filcams di Roma e del Lazio, si è voluto indagare sul rispetto della normativa di salute e sicurezza sul lavoro (SSL), all’interno di importanti appalti nella sanità e nel trasporto pubblico locale nella città di Roma.

Non dovrebbe essere necessario sottolineare che le organizzazioni appaltanti dovrebbero essere maggiormente coinvolte nella responsabilità e nel controllo di ciò che accade nelle aziende appaltatrici che tutti i giorni sono chiamate al lavoro all’interno dei reparti ospedalieri, delle scuole, nelle rimesse del servizio di trasporto pubblico locale e in tutti i servizi che la pubblica amministrazione esternalizza. Il progetto di ricerca intende dare voce alle figure poste al centro del processo di prevenzione, ovvero i lavoratori, esplorando e interpretando le loro percezioni, le esigenze e i reali bisogni di tutti i soggetti che affrontano quotidianamente la gestione dei rischi lavorativi. Un intervento che vorrebbe recuperare all’azione sindacale lo spirito di partecipazione (descritto nella dispensa sull’ambiente di lavoro che Ivar Oddone e Gastone Marri ci hanno lasciato) sancito nell’art.9 dello statuto dei diritti dei lavo ratori. L’obiettivo della ricerca è di verificare attraverso la voce dei lavoratori:

  • i limiti dell’applicazione della normativa di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, presso i principali appalti pubblici che operano nella sanità e nel TPL;
  • la conoscenza dei propri diritti da parte dei lavoratori;
  • il rispetto da parte del Datore di Lavoro di alcune norme di sicurezza, quali l’obbligo di informare sui rischi presenti nell’ambiente di lavoro e formare i lavoratori ad affrontarli in sicurezza, la messa a disposizione e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, l’organizzazione della vigilanza sanitaria, ecc. e di conseguenza indagare sulla eventuale distrazione “colpevole” del committente (nel nostro caso pubblico) rispetto importanti diritti eventualmente non riconosciuti ai lavoratori esternalizzati.

I risultati ci auguriamo saranno utili all’organizzazione sindacale per impostare la propria politica d’intervento e di coinvolgimento dei lavoratori.

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