Da questo numero di Repertorio Salute vi proponiamo una novità: l’accoppiamento di una immagine dei luoghi del lavoro passato o in rovina e dei luoghi del lavoro moderno che sono già proiettati nel futuro.
Il motivo è semplice e risponde alla ragione di fondo del nostro sito: la conoscenza. Se guardate bene il nostro è tutto un lavoro di diffusione di informazioni normative, tecniche, gestionali e altro al fine di meglio applicare le politiche di prevenzione nelle aziende. Questo non tanto o non solo perché obbligati da una legge, quanto perché convinti che la prevenzione rappresenta un elemento fondante della nuova qualità del lavoro.
Primo Levi, scrittore dei campi di sterminio, ma anche autore di letteratura industriale con il suo libro ottimistico sul futuro “La chiave a stella” fa dire al protagonista, un operaio che gira il mondo acquisendo una sempre più forte esperienza:
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.
Il lavoro dunque come applicazione, esperienza, amore, approssimazione alla felicità.
Le immagini che pubblicheremo hanno la presunzione di sollecitare la curiosità dei lettori e di stimolarne la conoscenza anche guardando al passato e quindi alla storia. D’altronde la parola “storia” proviene dal greco istoría, che condivide la stessa radice di “conoscere” e che venne utilizzata anche nel significato sia di ricerca che per indicare il risultato della ricerca, si può quindi tradurla come “conoscenza acquisita tramite indagine”.
Serve all’oggi un confronto tra passato e presente proiettato verso il futuro ?
Ognuno dia la sua risposta. Il protagonista del film Ritorno al futuro, chiedendosi perché dovremmo guardare al passato per prepararci al futuro, si rispose:
perché non c’è nessun altro posto dove cercare.
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