Si è svolto recentemente a Milano, presso La casa degli Rls [1]. un interessante seminario promosso dal Centro per la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita. Di interesse prioritariamente perché rivolto agli Rls chiamati a interrogarsi sul loro ruolo non in maniera formale e retorica, ma sulla base di una possibilità di lavoro e di collaborazione.
Inoltre sappiamo che gli infortuni restano al centro dei problemi legati alle condizioni di lavoro: in particolare gli infortuni mortali che, anno dopo anno, con una ripetitività straordinaria ci danno quotidianamente numeri insopportabili.
Di interesse l’iniziativa per un’ulteriore ragione che riguarda i contenuti proposti e la condivisione con gli Rls di una metodologia di analisi degli infortuni che nasce dalla convinzione che
La conoscenza delle dinamiche infortunistiche non è… sufficiente per comprendere aspetti di contesto, in particolare quelli organizzativi, che sempre più frequentemente ricorrono tra le cause di un evento. [2]
La metodologia è stata elaborata e proposta da soggetti che hanno in capo le competenze e l’esperienza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ovvero dagli operatori delle Asl che si occupano di prevenzione.
Il modello “Comunità di pratica e narrazione”, fa riferimento ad un Progetto che nasce nel 2012 ed è tuttora in corso, realizzato dal Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, dal Servizio di Epidemiologia della Regione Piemonte e dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPreSAL) delle ASL del Piemonte e successivamente della Lombardia.
Il progetto, che ha dato luogo al Repertorio delle storie di infortunio – raccontare per prevenire [3],
si basa sulla narrazione di infortuni realmente accaduti e sulla discussione delle soluzioni preventive nell’ambito della comunità di pratica formata dagli operatori della prevenzione.
I soggetti coinvolti sono quindi gli operatori della prevenzione dei Servizi delle Asl e il punto di partenza sono le inchieste infortuni effettuate dai tecnici della prevenzione. [4] Ma il modello “Comunità di pratica e narrazione”, va oltre l’inchiesta ponendosi l’obiettivo di trasferire gli eventi sul piano della narrazione e riconoscendo a questa un’efficacia, dal punto di vista del coinvolgimento, di più elevato livello. Coinvolgimento che implica ricadute nell’individuazione degli obiettivi di prevenzione, nella formazione, nella ricerca. Val la pena di riflettere sulle motivazioni, di carattere scientifico, che nel Protocollo operativo relativo al Progetto vengono fornite per comprendere meglio quanti e quali elementi conoscitivi si possono aggiungere o perdere nello studio di un caso.
“La ‘svolta narrativa’ all’interno degli studi scientifici avviene quando la conoscenza narrativa è legittimata come una delle diverse e possibili fonti informative, rimarcando l’importanza dell’integrazione tra la narrazione e l’evidenza tecnico-scientifica come uno strumento che favorisce il rapporto tra le conoscenze evidence-based e le esperienze sul campo delle persone che possono esserne destinatarie.
Anche nelle relazioni causa-effetto, l’approccio tecnico-scientifico spesso semplifica eccessivamente l’accettazione o il rifiuto delle relazioni causali: localizzando l’efficacia di un intervento o il potere causale dei fattori di rischio, i ricercatori formulano numerose ipotesi su quelli che si qualificano come agenti causali plausibili.
Nella scienza prevale lo studio sulla ‘catena corta’, ad esempio ‘mancato uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)’, fattore di rischio, e ‘caduta dall’alto, effetto, piuttosto che l’attenzione alla ‘catena lunga’ ovvero ‘fretta – mancato uso dei DPI – caduta dall’alto’ o ancora più lunga ‘riduzione del personale – carico di lavoro eccessivo – fretta – mancato uso dei DPI – caduta dall’alto’.
È attraverso la narrativa che si coglie la ‘catena lunga’ e quindi ci si avvicina alla verosimiglianza e si supera il riduzionismo dell’attuale metodo tecnico scientifico.” [5]
Il percorso dall’indagine alla storia ha una sua precisa finalità che non si risolve con l’introduzione dell’elemento narrativo nello studio di una caso ma, attraverso il passaggio nel gruppo di lavoro denominato comunità di pratica, ha come obiettivo la definizione di elementi di prevenzione:
La comunità di pratica (CdP) ha l’obiettivo di condividere le indicazioni per la prevenzione elaborate da parte dell’autore/i delle storie favorendo il confronto e superando il limite legato alla soggettività.
Il seminario del 26 ottobre scorso ha proposto quindi l’ascolto di alcune storie di infortunio “raccontate dalla viva voce di infortunati, Rls, operatori della prevenzione direttamente coinvolti“ per sviluppare una riflessione sui fattori determinanti gli eventi. Eventi che sono stati individuati ponendo attenzione alla ”catena lunga” (come viene definito nel Protocollo operativo lo studio dei casi attraverso la narrazione), superando il riduzionismo che per lo più individua un unico fattore quale causa degli infortuni.
L’intervento [6] della Dott.ssa Tiziana Vai (ATS – Milano CM) al seminario dell’ottobre scorso, ha fornito elementi statistici utili a capire l’entità del fenomeno oggi in Lombardia, dati che:
- “attestano un incremento nel trimestre delle denunce di infortunio in un contesto economico in fase espansiva e con ritorno al lavoro in presenza”,
- evidenziano una crescita delle posizioni lavorative a tempo indeterminato
- ma segnalano ancora più marcata la dinamica positiva delle posizioni a tempo determinato, la crescita di lavoratori in somministrazione e la crescita in modo sostenuto dei lavoratori a chiamata o intermittenti, l’aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (23,7% fino a un settimana).
Un quadro che conferma la necessità che le analisi degli eventi tengano conto anche dei fattori che riguardano gli aspetti legati ai rapporti di lavoro e quindi all’organizzazione del lavoro. Ma di interesse nell’intervento della dottoressa Vai anche le informazioni fornite agli Rls sulle modalità di analisi degli infortuni e su come le storie di infortunio possano essere “formidabili strumenti per promuovere la cultura della prevenzione”.
Di seguito la traccia della storia che viene utilizzata dagli operatori per comporre la narrazione dell’evento che, a seguito del passaggio nella comunità di pratica (quindi dopo il confronto e l’integrazione tra le indicazioni dei gruppi e le indicazioni dell’autore), permette di individuare e condividere le indicazioni per la prevenzione. La traccia della storia è anche utilizzabile dagli Rls per ricostruire un evento aziendale, verificarne la correttezza dell’analisi e dare un contributo, basato sulla propria esperienza, alla individuazione dei fattori di rischio.
Ci chiediamo inoltre se non sia pensabile il coinvolgimento degli Rls nelle comunità di pratica a seguito di specifici percorsi formativi. Mentre sembra interessare gli Rls l’utilizzo delle storie per la formazione degli stessi Rappresentanti e dei lavoratori.
La traccia della storia
Arriva la chiamata
Il primo sopralluogo/L’arrivo sul luogo dell’infortunio
Che cosa è successo
Chi è stato coinvolto
Dove e quando
Che cosa si stava facendo
A un certo punto
Cosa si è appreso dall’inchiesta
Non sarebbe successo se…
NOTE
[1] L’incontro dello scorso ottobre fa seguito ad altri due seminari realizzati nel 2017 (con la partecipazione di Dors Pimonte) e nel 2018 sempre presso la Casa degli Rls.
[2] “S.S. Dors, ASLTO3; Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte”. www.dors.it”
[3] Repertorio delle Storie di infortunio – Raccontare per prevenire. https://www.storiedinfortunio.dors.it/
[4] Ricordiamo che il Sistema di sorveglianza sugli infortuni lavorativi mortali e gravi (INAIL -Regioni) raccoglie i risultati delle indagini effettuate dai Sevizi di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro delle ASL e li analizza secondo la metodologia Sbagliando si impara che prevede sei categorie di fattori di rischio. Metodologia che per lo più evidenzia il carattere multifattoriale degli eventi. Tali indagini sono accessibili attraverso la Banca dati Informo.
[5] Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi. Il modello comunità di pratica e narrazione, Protocollo operativo.
[6] La cassetta degli attrezzi del RLS. Come leggere il fenomeno infortunistico: dalle statistiche alla narrazione delle storie di infortunio, Tiziana Vai intervento al seminario del 26 ottobre 2022.