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La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi

Un campo notevolmente misconosciuto è quello dei rischi microbiologici. In realtà la contaminazione, con trasmissione di patogeni presenti su superfici ambientali, riguarda molti ambienti lavorativi sia outdoor (pensiamo ai lavori in agricoltura) che indoor (ad esempio negozi, scuole, uffici, palestre, ristoranti, centri commerciali, …).

Un documento Inail, elaborato tra Contarp e Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale (Dimeila), dal titolo La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi ce ne parla diffusamente.

Ci soffermiamo in particolare sugli ambienti indoor.

Il documentosi sofferma su una ricerca svoltasi nel 2005 in cui si è

valutato la carica batterica totale in circa 200 campioni prelevati da superfici di negozi, asili nido, uffici, palestre, ristoranti e attrezzature da gioco per bambini, ecc. Il 93% dei campioni è risultato contaminato, in alcuni casi con concentrazioni batteriche molto alte; […] in 60 campioni prelevati da superfici ambientali sono stati isolati anche coliformi (7%) e batteri fecali (1,5%).

Come se non bastasse, uno studio (Elsergany et al.) ha verificato che,

su un totale di 224 campioni prelevati da superfici di 4 diversi centri commerciali a Sharjah (Emirati Arabi Uniti), l’80% di essi mostrava cariche batteriche totali con valori medi da 500 a 1500 UFC/cm2 (a seconda della tipologia di superficie esaminata), con presenza di Staphylococcus aureus.

Mentre Shaughnessy et al.  (2013)

hanno raccolto 6480 campioni da superfici diverse (banchi, porte, tavoli mensa e lavelli e dei bagni) di 27 scuole elementari nel sud-ovest degli Stati Uniti e misurato i livelli di ATP prima e dopo gli interventi di pulizia, proponendo un approccio standardizzato per la valutazione dell’efficacia degli interventi di pulizia e per individuare range di accettabilità dei livelli di ATP negli ambienti scolastici.

Si corrono rischi di contaminazione microbiologica persino a contatto con le superfici di libri, libri di antiquariato, manoscritti, documenti, dischi presenti in biblioteche e archivi, con

presenza di Cladosporium herbarum, Cladosporium cladosporioides, Penicillium corylophilum, Aspergillus fumigatus, Penicilliumspp., Aspergillus sydowii, Rhizopus nigricans, Aspergillus usus, ecc. (Zielińska-Jankiewicz et al., 2008). I risultati dello studio indicano condizioni igieniche insoddisfacenti negli ambienti di lavoro esaminati per la presenza di muffe potenzialmente patogene (effetti allergici o tossici) ed evidenziano la necessità di adottare misure adeguate per la riduzione del rischio.

Per fare un raffronto con ambienti non lavorativi sono state svolte indagini in ambienti domestici e sono stati rilevati batteri su 80 superfici diverse, ad esempio

sono stati identificati batteri appartenenti ai generi Actinobacteria, Bacteroidetes, Firmicutes e Proteobacteria. Le comunità maggiori sono risultate associate a superfici non frequentemente pulite, come fornelli, porte dei frigoriferi o dei refrigeratori e pavimenti.

In conclusione il documento  indica

quanto il problema della contaminazione delle superfici in ambienti lavorativi e non, sia percepito e confermato dai risultati dei monitoraggi microbiologici effettuati e come le misure da attuare per la prevenzione e il controllo della contaminazione debbano necessariamente prevedere la programmazione di monitoraggi microbiologici ambientali, l’utilizzo di idonei disinfettanti e la valutazione dell’efficacia degli interventi di pulizia e disinfezione condotte sulle superfici.

Potremmo aggiungere quindi che va eseguite una accurata valutazione dei rischi con maggiore attenzione per i rischi microbiologici.

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