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La contaminazione microbiologica negli ambienti di lavoro

 

Fonte: Inail


Il D.Lgs 81/08 ricorda che il DdL ha

l’obbligo di assicurare, nei luoghi di lavoro, condizioni igieniche adeguate (art. 64; Allegato IV, p.to 1.3),

effettuando il controllo ambientale dei livelli di contaminazione microbiologica al fine di

conoscere le concentrazioni dei microrganismi presenti, escludere la presenza di eventuali patogeni e valutare l’efficacia delle misure adottate per il contenimento del rischio.

In particolare l’attenzione deve essere rivolta al controllo dello stato igienico dei

due principali veicoli di contaminazione microbiologica, cioè l’aria e le superfici con cui i lavoratori sono in contatto nello svolgimento delle loro attività.

Il Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale (Dimeila) dell’Inail, in collaborazione con Contarp, ha emesso un documento, su questi argomenti, dal titolo:

La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi

Il documento, arricchito anche da contributi esterni ha l’obiettivo di individuare criteri ed elaborare strumenti operativi utili alla

valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici negli ambienti di lavoro, includendo in essa lo svolgimento di indagini sul campo e di laboratorio e i requisiti prestazionali del personale tecnico adibito alle analisi microbiologiche.

In premessa il documento ricorda che l’aria e le superfici di attrezzature, piani, apparecchiature e indumenti di lavoro, così come delle mani dei lavoratori

possono rappresentare importanti veicoli di contaminazione microbiologica e potenziali fonti di trasmissione di agenti infettivi.

Ricorda l’indisponibilità, per i biocontaminanti, di

valori limite ufficiali che definiscano la soglia di rischio o di salubrità ambientale rende difficoltosa la valutazione dei risultati delle misure quantitative. Tuttavia, nel caso di attività con esposizione potenziale o accidentale ad agenti biologici, conoscere i livelli e la tipologia di contaminanti presenti e la loro variazione temporale e spaziale consente di rilevare la presenza di eventuali fonti di contaminazione o di amplificazione microbica, intervenendo tempestivamente con adeguate misure di prevenzione o di contenimento.

Va tenuta presente la

correlazione esistente tra aerodispersione e sedimentazione gravitazionale dei biocontaminanti e i fattori in grado di influire su di essa (dimensioni e densità delle particelle sospese nell’aria, livelli di umidità, ventilazione ambientale ecc.): maggiore è la contaminazione dell’aria, maggiore sarà il numero dei microrganismi che sedimentano per gravità.

E in questo senso il monitoraggio microbiologico delle superfici

viene, pertanto, condotto anche per determinare il fall out microbico su aree o punti critici ai fini dell’esposizione.

Come procedere nell’accertare il livello di rischio ?

Il documento dell’Inail,  in particolare al Capitolo 4, attraverso l’analisi di documenti tecnici e pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, presenta una

panoramica sulle procedure e sulle tecniche di misura della contaminazione delle superfici.

Eccone l’indice:

1. Premessa
2. La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi
– Ambienti “sanitari”
– Ambienti “non sanitari”
3. Aspetti normativi
– La normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro
– Normazione tecnica e linee di indirizzo
4. Panoramica sulle principali tecniche di campionamento ed analisi
5. Virus e ambienti di lavoro
6. Valori di riferimento relativi alla contaminazione microbica delle superfici
7. La sanificazione e disinfezione delle superfici
– I disinfettanti
– Disinfezione in campo alimentare
– Disinfezione in ambiente sanitario
– Classificazione degli strumenti in ambito sanitario ai fini della disinfezione
8. Il controllo della contaminazione microbiologica su superfici di ambienti di lavoro nell’esperienza del laboratorio di prevenzione dell’ATS della Brianza
9. Conclusioni
10. Allegati
a) Vie di trasmissione degli agenti infettivi
b) Attività dei disinfettanti
c) Disinfettanti per superfici ambientali semicritiche (a) o scarsamente critiche (b)
d) Classificazione CLP dei principi attivi dei disinfettanti
11. Glossario
12. Bibliografia

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