Attribuzioni del Rls – Art. 50 comma 1 lettera b)
“…è consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva”
Definizioni – Art. 2 comma 1 lettera n)
“… ‘prevenzione’: il complesso delle disposizioni o misure necessarie, anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno”.
La lettura, anche solo di questi due articoli, rivela quanto importante il legislatore dell’81 abbia considerato il ruolo e il contributo che il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza può dare alla individuazione e gestione dei rischi nelle aziende. Eppure è un ruolo che frequentemente, ancora oggi, gli Rls devono conquistarsi sul campo, giorno per giorno, mentre le condizioni di agibilità variano enormemente da azienda a azienda e da territorio a territorio. Per il contesto territoriale non dobbiamo infatti dimenticare il ruolo importante che gioca l’organo di vigilanza con le sue modalità di intervento (in primis la capacità o meno di coniugare vigilanza e assistenza) e di coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori: su questi temi la parola è agli Rls.
Le recenti modifiche legislative, non avendo introdotto alcuna disposizione finalizzata a rafforzarne il ruolo, solo indirettamente interessano i Rappresentanti dei lavoratori: ad eccezione delle nuove disposizioni in tema di formazione e in parte relativamente alle funzioni degli organismi paritetici. Sul tema critico della vigilanza abbiamo più volte espresso valutazioni in merito: anche su questi temi diamo la parola agli Rls.
Innovazioni introdotte dalla L. 215/2021
Formazione: Modifiche art. 37 (Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti)
Comma 2 integrazioni
Al comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Entro il 30 giugno 2022, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adotta un accordo nel quale provvede all’accorpamento, alla rivisitazione e alla modifica degli accordi attuativi del presente decreto in materia di formazione, in modo da garantire:
a) l’individuazione della durata, dei contenuti minimi e delle modalità della formazione obbligatoria a carico del datore di lavoro;
b) l’individuazione delle modalità della verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento obbligatori in materia di salute e sicurezza sul lavoro e delle modalità delle verifiche di efficacia della formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa;”
Comma 5 integrazioni
Al comma 5 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi:
«L’addestramento consiste nella prova pratica, per l’uso corretto e in sicurezza di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale; l’addestramento consiste, inoltre, nell’esercitazione applicata, per le procedure di lavoro in sicurezza. Gli interventi di addestramento effettuati devono essere tracciati in apposito registro anche informatizzato»;
Comma 7
Il comma 7 è sostituito dal seguente: «7. Il datore di lavoro, i dirigenti e i preposti ricevono un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, secondo quanto previsto dall’accordo di cui al comma 2, secondo periodo;»
Dopo il comma 7 -bis è inserito il seguente: «7-ter . Per assicurare l’adeguatezza e la specificità della formazione nonché l’aggiornamento periodico dei preposti ai sensi del comma 7, le relative attività formative devono essere svolte interamente con modalità in presenza e devono essere ripetute con cadenza almeno biennale e comunque ogni qualvolta sia reso necessario in ragione dell’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi;»
Organismi paritetici: Modifiche Art. 51 (Organismi paritetici)
Comma 8 bis
Il comma 8 -bis è sostituito dai seguenti:
«8 -bis . Gli organismi paritetici comunicano annualmente, nel rispetto delle disposizioni di cui al regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016 (regolamento generale sulla protezione dei dati-GDPR), all’Ispettorato nazionale del lavoro e all’INAIL i dati relativi:
a) alle imprese che hanno aderito al sistema degli organismi paritetici e a quelle che hanno svolto l’attività di formazione organizzata dagli stessi organismi;
b) ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali;
c) al rilascio delle asseverazioni di cui al comma 3 –bis.
“8 -ter I dati di cui al comma 8 -bis sono utilizzati ai fini della individuazione di criteri di priorità nella programmazione della vigilanza e di criteri di premialità nell’ambito della determinazione degli oneri assicurativi da parte dell’INAIL. Per la definizione dei suddetti criteri si tiene conto del fatto che le imprese facenti parte degli organismi paritetici aderiscono ad un sistema paritetico volontario che ha come obiettivo primario la prevenzione sul luogo di lavoro.
Gli intervistati
Nicola Marzano lavora presso il Distretto Meridionale dell’Eni con sede a Viggiano (PZ), nel Centro Olio Val d’Agri avviene il primo trattamento dell’Olio e Gas Metano estratti nei pozzi afferenti, si procede alla separazione fisica dell’olio con stabilizzazione e successivo invio alla raffineria di Taranto mediante Oleodotto e all’addolcimento e disidratazione del gas metano che viene successivamente immesso nella rete di distribuzione nazionale.
Svolgo il ruolo di Rlsa [1] a partire dal 2019, tra i rischi correlati all’attività lavorativa rientrano sicuramente la quantità di stoccaggio di greggio (che classifica l’impianto tra gli stabilimenti di soglia superiore previsti dalla direttiva Seveso ter – D. Lgs. 105/15), la presenza di gas tossici e pericolosi come Idrogeno Solforato e Anidride Solforosa, l’esecuzione di attività lavorative in ambienti confinati, attività di lavoro con l’utilizzo di fiamme libere, lavori in quota e lavori elettrici.
La relazione con i lavoratori è costante, sicuramente rappresenta un importante momento di confronto caratterizzato da dialogo, accoglimento delle proposte e ricerca delle soluzioni utili a risolvere le criticità, in ottica anche di collaborazione e condivisione reciproca delle esperienze.
Renato Vaccina svolge il ruolo di Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza dal gennaio 2015 in una Multiutility del Veneto, un’impresa privata di servizi di pubblica utilità che opera contemporaneamente e prevalentemente nel settore idrico integrato e nel settore Ambiente con poco più di 1.000 dipendenti, di cui circa 650 impegnati nel servizio idrico integrato, con varie sedi e impianti nel territorio del vicentino e del padovano (depurazione acque reflue, bio-trattamenti, impianti di sollevamento), nonché nella realizzazione e manutenzione di reti idriche e fognarie. I soci sono i Sindaci dei rispettivi Comuni.
In tale contesto è inevitabile prestare particolare attenzione ai rischi interferenziali, agli spazi confinati, agli impianti elettrici, all’utilizzo di macchine adibite al movimento terra, e di molte altre attrezzature impiegate durante lo svolgimento delle molteplici mansioni, nonché ai rischi connessi alle attività di Front-Office (sportellisti) e Back-Office, agli operatori addetti agli accessi alle sedi, a videoterminalisti, magazzinier: l’elenco sarebbe lungo.
Sulla base del numero dei dipendenti sono previsti 6 Rls e non si può certo dire che questo sia un numero sufficiente in un ambito come il nostro, pertanto la disponibilità dei Rls è totale in un rapporto di 1:150 circa, ma si fa tutto il possibile per accogliere le istanze dei lavoratori e realizzare il coinvolgimento del Rspp, del Mc, del Datore di Lavoro.
La pandemia poi, ha messo tutti a dura prova. Dal mese di febbraio 2020 non mi pare di avere mai riposato in modo regolare poiché l’Rls è divenuto un faro per i lavoratori e l’azienda stessa, e non ci si poteva né ci si voleva tirare indietro a fronte dell’impegno stoico di tutti i lavoratori che hanno garantito i servizi essenziali e un’azienda che non ha fatto ricorso alla cassa integrazione (FIS). Il protocollo del 14 marzo 2020 con cui sono stati istituiti i Comitati Covid aziendali costituisce senza dubbio uno dei momenti più elevati del sindacato, dello Stato, delle parti sociali. Sarebbe stato ancora più elevato mantenerli nel futuro, a prescindere dalla pandemia.
L’intervista
Formazione dei lavoratori e del Rls: siamo ancora alla formazione vista e gestita come un obbligo o sono stati fatti passi avanti nelle aziende per rendere questo adempimento meno formale, più concreto ed efficace? Vi sono degli esempi di buone pratiche?
N. Marzano – Fortunatamente nella mia realtà lavorativa l’attenzione alle tematiche Hse [2] è molto alta: moduli di formazione sui rischi inerenti l’attività lavorativa sono previsti sia con attività in presenza e relative esercitazioni pratiche ma anche mediante piattaforma online su rete aziendale.
Inoltre possiamo avvalerci di una serie di attività proceduralizzate in modo dettagliato al fine di ridurre al minimo i rischi. Uno strumento importante è rappresentato dal sistema dei permessi di lavoro [3] che consentono l’analisi dei rischi e la mitigazione di essi per ogni singola attività lavorativa, con relativo iter autorizzativo concesso dal Sorvegliante ai lavori. Un ulteriore aspetto importante è legato all’implementazione della procedura LoTo (Lock out/ Tag out) [4] che consente di garantire l’isolamento e impedisce l’energizzazione di un’apparecchiatura da sottoporre a manutenzione.
In aggiunta da segnalare l’importante supporto all’attività Hse da parte di una società appaltatrice (Maersk) e dell’unità Eni Ssc (Safety Competence Center) che coadiuvano la famiglia professionale Hse Dime [5] nell’effettuare attività di controllo e supporto in campo.
Sicuramente, ancora oggi, a livello generale, tanti aspetti legati alla formazione sono purtroppo visti come meri obblighi normativi, diventa davvero necessario un cambio di prospettiva nella cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, in questo la figura dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza diviene fondamentale, perché ha il ruolo di promozione e dialogo, al fine di rendere la sicurezza aspetto prioritario nel lavoro e accrescere la consapevolezza di tutti i lavori su quanto sia imprescindibile.
È utile quindi pensare a momenti programmati settimanalmente, in aggiunta alle esercitazioni relative a scenari di emergenza, per potersi confrontare, accogliere suggerimenti e proposte in modo da sviluppare tra i lavoratori un ruolo attivo per migliorare la tutela della salute e sicurezza di tutti.
R. Vaccina – Direi che in un’azienda come quella in cui lavoro, certificata Uni Iso 45001, che utilizza la struttura di alto livello Hls delle altre Iso [6], che definisce gli standard minimi di buona pratica per la protezione e il “coinvolgimento” dei lavoratori – per cui diventano centrali gli aspetti della partecipazione e consultazione dei lavoratori stessi, a partire dai Rls, fattori indispensabili per individuare i pericoli “non visibili” – non si può certo affermare che tale realtà aziendale, che rappresenta un’eccellenza nell’ambito della sicurezza, sia sprovvista degli strumenti necessari ad implementare il concetto di “cultura della sicurezza”, come recita la stessa norma, tuttavia a mio avviso in generale (come avviene in aziende ben amministrate) andrebbero implementati ulteriori “metodi di verifica delle aspettative del lavoratore” [7], mentre a volte ci si focalizza sull’evento ma non sull’eventualità che questo si verifichi.
Informazione, formazione e addestramento, sono sufficienti? Se prendiamo come riferimento la normativa, direi di si. Ma se ci limitassimo soltanto a questo, ne deriverebbe probabilmente un mero rispetto della normativa, … ci danno ragione a questo proposito, le recenti modifiche al Tu sulla sicurezza, a riprova del fatto che noi Rls non parlavamo tanto “per dare fiato ai polmoni”.
Un coinvolgimento sempre maggiore e un attento “ascolto” in totale anonimato dei lavoratori, rispetto alla valutazione del pericolo, produrrebbero esiti di miglioramento ancor più concreti e lungimiranti, perché a mio avviso ogni euro investito nella sicurezza costituisce un capitale inestimabile, non solo per il presente ma soprattutto per il futuro, a partire dalle scuole, per poter abbattere barriere culturali purtroppo ancora presenti in alcune realtà.
Con così tanti morti sul lavoro, in quelle realtà in cui si verificano tali tragici eventi non si dovrebbe più tollerare il “capo” che tenti di intimidire il lavoratore. Ci sono numerose figure lavorative, dai livelli inferiori a quelle apicali, che oggi sono molto attente alla cultura della sicurezza e a mio avviso, queste vanno valorizzate, coinvolte, premiate, menzionate come esempi. Consideriamo un individuo con un pezzo di carta o una cicca di sigaretta in mano da gettare, tra tanti altri individui ben visibile, e vedrai che la carta o la cicca di sigaretta non la getterà per terra, si sentirebbe come un pesce fuor d’acqua, si sentirà obbligato ad utilizzare l’apposito contenitore. È una questione di buona educazione, di buone abitudini, di …”buone pratiche”!
Era da tempo che si attendevano opportune modifiche al Testo Unico sulla Sicurezza, ci sono ora importanti novità, attendiamo ora l’accordo Stato/Regioni, ad esempio proprio per quanto attiene alla Formazione.
Come valuta l’attenzione che le istituzioni in questi ultimi dieci anni hanno dedicato alla prevenzione dei rischi sul lavoro? Le recenti modifiche apportate dalla Legge 215/2021 al Decreto legislativo 81 sono proprio quello che serviva e rappresentano un passo avanti?
N. Marzano – Sicuramente l’attenzione nell’ultimo periodo è notevolmente aumentata e le ultime modifiche legislative rappresentano un progresso in materia, anche se bisogna constatare che purtroppo l’attenzione su questo tema spesso si rafforza solo a seguito di eventi mediaticamente rilevanti, mentre purtroppo i dati rilevano tre morti sul lavoro ogni giorno: numeri inaccettabili ed è chiaro che bisogna riuscire a rendere materia viva quello che la normativa prevede, gli obblighi formativi devono avere riscontri nelle pratiche lavorative quotidiane, la rete di controlli va rafforzata, serve un coordinamento costante tra Ispettorato del Lavoro e Aziende Sanitarie Locali al fine di migliorare l’efficienza del sistema di verifica nelle aziende.
Bisogna inoltre rompere la logica degli appalti al massimo ribasso che spesso comportano tagli spinti sui costi, anche in materia di sicurezza e prevenzione, è necessario introdurre una premialità per le aziende virtuose che si spingono ad erogare formazione su tematiche Ssa oltre quella prevista per legge. Consideriamo inoltre l’aumento dell’età pensionistica: questa non può prescindere dal tipo di attività lavorativa, esponendo lavoratori in età avanzata a situazioni particolarmente gravose sotto l’aspetto fisico.
Un altro tema importante riguarda l’istruzione scolastica, la Sicurezza del Lavoro deve diventare materia del percorso di studi, in particolar modo negli Istituti Tecnici e Professionali, bisogna prevedere un percorso strutturato ed importante per ottenere un cambio culturale in tema di sicurezza sul lavoro, in questa direzione i percorsi di alternanza scuola-lavoro vanno ripensati, fermo restando l’importanza di avvicinare la scuola alle reali esigenze e richieste del mondo del lavoro. Bisogna sicuramente garantire a questi ragazzi di poter svolgere questi percorsi in totale sicurezza: la casistica di incidenti balzata alla cronaca rappresenta un campanello d’allarme che deve spingere a riflettere e ripensare alle modalità di esecuzione di queste esperienze.
In tutto questo deve essere data molta importanza anche allo strumento dei contratti collettivi nazionali che per loro natura consentono di integrare e rafforzare le direttive previste dalle norme, mentre il loro costante aggiornamento sicuramente può garantire la possibilità di avere risposte puntuali su temi di Ssa.
R. Vaccina – Quella che si potrebbe ormai definire una “miniriforma” del Testo Unico, come è noto, fa principale riferimento al Titolo I, al fine di intervenire con urgenza nella direzione di un miglioramento sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il Titolo I del D.Lgs. 81/2008 è stato ampiamente modificato, integrando e correggendo ben 14 articoli dello stesso, con note di rilievo però, solo per alcuni, a mio avviso: maggiori ispezioni da parte di Enti con medesimo potere ispettivo per cui l’Ispettorato nazionale del lavoro che si aggiunge all’ATS o ASL, maggiore enfasi al ruolo del Preposto, con specifici doveri quali la vigilanza attiva e l’obbligo di segnalazione, rischio di immediata sospensione dell’attività lavorativa in caso di “grave mancanza agli obblighi del D.Lgs. 81/2008”, soprattutto se accertata dagli Enti competenti e in caso di istruttoria successiva ad un infortunio. Ci sarà da fare un gran lavoro di analisi per la programmazione degli interventi per quanto riguarda l’organizzazione e le procedure attuative delle nuove disposizioni.
L’addestramento operativo richiederà inoltre un’attenta valutazione da parte delle istituzioni competenti. Attendiamo, come dicevo, il 30 giugno 2022 quando è prevista la revisione degli Accordi Stato-Regioni sulla formazione in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro (secondo quanto previsto dal nuovo Art. 37 come modificato dalla L. 215/2021) con specifico riferimento:
- all’obbligo addestrativo chiarendo anche il concetto proprio di “addestramento”,
- alla formazione in presenza dei preposti a cadenza almeno biennale,
- all’obbligo formativo del Datore di Lavoro, prevista dal nuovo comma 7, con specifica formazione e aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, aspetto quest’ultimo, degno di particolare rilievo.
A mio avviso questo è un passo avanti, ma non certo “il traguardo”, se si tiene conto anche della rapida evoluzione delle tematiche relative a sicurezza e ambiente. Come già anticipato, ribadisco che mancano dei metodi di verifica delle aspettative del lavoratore, ci si focalizza sull’evento ma non sull’eventualità che questo si verifichi, sostengo fortemente il concetto del massimo coinvolgimento del lavoratore.
Quali sono a suo giudizio i maggiori ostacoli o le migliori condizioni (ad esempio l’adozione di un Sistema di gestione della sicurezza?) che favoriscono buone relazioni in azienda e la possibilità per l’Rls di operare al meglio?
N. Marzano – Il Sistema di Gestione della Sicurezza, parte integrante del Sistema di Gestione Integrato Hse, è sicuramente uno strumento molto importante al fine di definire tutta la politica, gli impegni e gli obiettivi da perseguire in tema di sicurezza, mentre la sua fruibilità ed accessibilità a tutti i lavoratori permette anche un costante monitoraggio e verifica per quanto concerne il perseguimento di tali obiettivi.
La condivisione degli obiettivi definiti per garantire Salute, Sicurezza e tutela dell’ambiente è sicuramente prioritaria, così come la costruzione di un reale percorso di informazione, consultazione e collaborazione tra azienda e rappresentanti dei lavoratori rappresenta la chiave per costruire insieme una cultura della sicurezza che richiede tempo e ostinata determinazione.
È necessario prevedere in azienda come prassi condivise e diffuse:
- momenti di confronto a cascata tra azienda e Rls, Rls e lavoratori tutti, mediante incontri periodici ad intervalli temporali definiti
- la discussione, il confronto e la valutazione di situazioni reali riscontate in campo in merito ad infrazioni rilevate dal personale aziendale preposto alle verifiche dell’esecuzione dei lavori
- rafforzare la conoscenza e l’utilizzo di strumenti aziendali quali i moduli di registrazione in merito ad unsafe condition [8], unsafe act [9] e near miss [10]
- rendere tutti consapevoli della Stop Work Authority [11] che consente a chiunque di poter fermare un’attività in corso qualora si rilevino condizioni di non sicurezza.
La sicurezza sul lavoro è sicuramente una materia dinamica, deve seguire l’evoluzione delle condizioni stesse di lavoro, il costante aggiornamento e i cambiamenti in atto. Bisogna tenere sempre alta l’attenzione e chi riveste il ruolo di Rappresentante dei lavoratori deve sentire sulle proprie spalle l’importanza della sua funzione, lavorando insieme, ascoltando, proponendo e supportando fattivamente le iniziative volte a garantire che tutti possano offrire la propria prestazione lavorativa in condizioni di sicurezza assoluta.
Zero Morti sul Lavoro non è uno slogan, non è un banner, è e deve essere un obiettivo da perseguire per tutti noi.
R. Vaccina – Indubbiamente l’adozione di un modello di gestione aziendale della sicurezza con riferimento alla norma ISO 45001 o alla norma che l’ha preceduta, ovvero la British Standard OHSAS 18001, è di grande utilità: sono sistemi progettati con il più idoneo rapporto tra costi e benefici, pertanto finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza aziendale.
L’adozione di tali sistemi favorisce le buone relazioni aziendali e dà ai Rls la possibilità di operare al meglio, ad esempio avendo la possibilità di promuovere riunioni periodiche non solo espositive bensì programmatiche; ma è altresì evidente che la mancanza, o anche un carente funzionamento di questi strumenti, rende molto più complicato l’esercizio delle proprie funzioni da parte dei Rls, la partecipazione dei lavoratori stessi e l’efficacia del sistema di gestione in generale.
NOTE
[1] Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e l’Ambiente
[2] HSE è l’acronimo di “Health, Safety & Environment” (letteralmente: Salute, Sicurezza e Ambiente).
[3] Un sistema di permessi di lavoro consiste principalmente di una procedura standard progettata per garantire che i lavori potenzialmente pericolosi vengano svolti in sicurezza: si tratta di un sistema di controllo e regolamentazione degli accessi alle aree in cui sono presenti rischi particolari e/o interferenze con la finalità di assicurare la corretta gestione degli stessi, secondo quanto previsto dal DVR e/o dal DUVRI.
[4] LoTo: procedura di sicurezza utilizzata nell’industria e nella ricerca, garantisce che le macchine pericolose siano adeguatamente spente e non possano essere riavviate prima del completamento dei lavori di manutenzione o riparazione.
[5] La famiglia professionale è una modalità organizzativa della popolazione aziendale: un sistema che permette di gestire al meglio i gruppi omogenei per esigenze professionali, di sviluppo e di formazione. In questo caso la famiglia professionale è rappresentata da coloro che svolgono le attività di Hse nel Dime ovvero nel distretto meridionale. Distretto meridionale= Dime in forma abbreviata.
[6] HLS e ISO: un HLS (acronimo di High Level Structure) è la struttura comune a tutti i nuovi standard ISO finalizzata a realizzare la migliore interazione tra più sistemi di gestione integrati tra loro. Ovvero “gli standard ISO relativi ai sistemi di gestione hanno una medesima struttura caratterizzata da terminologia, testo, definizioni, titoli e sequenze”.
[7] La norma Iso 45001 prevede uno specifico capitolo (4.2) dal titolo “Comprendere le esigenze e le aspettative dei lavoratori e di altre parti interessate”: il tema è quello della” partecipazione “ come promuoverla e favorirla.
[8] Unsafe condition: fattore ambientale/tecnico da segnalare che potrebbe determinare un infortunio.
[9] Unsafe act: fattore umano da segnalare che potrebbe determinare un infortunio
[10] Near miss: evento, più o meno grave, che era sul punto di accadere
[11] Alcune aziende adottano una procedura di sicurezza denominata Stop Work Authority che attribuisce a ciascun lavoratore il potere di interrompere le attività lavorative quando siano svolte a suo giudizio in maniera non sicura.