Al tema della promozione della salute abbiamo dedicato costante attenzione pubblicando, nel corso degli anni, numerosi articoli su Repertoriosalute: dando rilievo a esperienze di valore nei territori, a esempi relativi alle diverse tematiche che rientrano nel quadro delle azioni di promozione della salute, dando conoscenza e diffondendo materiali divulgativi prodotti a supporto delle aziende che intendono intraprendere o proseguire sulla strada di azioni per il benessere psicofisico dei propri collaboratori. Tutto ciò perché convinti che agire sul terreno più ampio della promozione della salute abbia anche ricadute significative sulla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, accrescendo la consapevolezza, la responsabilità e la cooperazione tra tutti i soggetti aziendali.
La Consulta Interassociativa Italiana della Prevenzione (Ciip) ha pubblicato nel mese in corso l’e-book La promozione della salute in azienda [1] (di cui si prevede un’integrazione già nei prossimo mesi) [2], frutto del Gruppo di lavoro cui partecipano professionisti e specialisti di diversa estrazione professionale tecnica e medica, esperti interni delle Associazioni che aderiscono alla Consulta, esperti esterni delle Asl e delle Regioni [3].
C’è un deficit culturale che deve essere colmato, soprattutto a livello imprenditoriale ma anche tra i professionisti della prevenzione; è necessario ma non facile ‘convincere’ i datori di lavoro che la promozione della salute non è solo un costo, un benefit per i lavoratori, come per ora viene concepito, anche in alcune delle migliori esperienze sul campo, ma è un investimento, come dimostrano i dati in letteratura: riduzione dell’assenteismo, aumento della produttività, diminuzione dei costi legati agli infortuni, alle malattie professionali e all’assistenza sanitaria, attrattività dell’azienda nel recruitment, miglioramento dell’immagine aziendale.
L’E-book si rivolge quindi non solo agli esperti e operatori sul campo della prevenzione, ma anche e soprattutto ai datori di lavoro, agli esperti di risorse umane e a tutti coloro che collaborano con il datore di lavoro per la gestione delle persone.
Obiettivi principali per le attività del Gruppo
- Descrivere lo “Stato dell’arte” sul tema dal punto vista storico, normativo, istituzionale, culturale e pratico-applicativo.
- Promuovere e pubblicizzare le potenzialità della Whp per migliorare il livello culturale e di conoscenza sul tema.
- Contribuire alla diffusione della conoscenza di quali sono i principali punti critici e come superarli.
- Migliorare le competenze della prevenzione.
Azioni nel campo della promozione della salute, si evidenzia nell’Introduzione, sono previste dal Piano Nazionale di Prevenzione sin dal 2014, l’interesse per la materia è nel corso degli anni cresciuto indubbiamente, ma non si può dire altrettanto delle iniziative concrete nel mondo aziendale sia pubblico che privato: vi sono significativi esempi di best practice, che vengono riportati anche nell’e-book,
ma la grande maggioranza delle imprese ignora il problema che stenta a trovare un’applicazione sistematica. Diversi i motivi, innanzi tutto dovuti al tessuto delle imprese italiane che si stima costituito al 90-95% da piccole e medie imprese.
L’e-Book propone in premessa agli approfondimenti sul tema il capitolo Verso una salute meno disuguale nei luoghi di lavoro, a cura di Giuseppe Costa[4] in cui si analizzano le diverse cause delle diseguaglianze di carattere personale/culturale sociale e lavorative che impongono quindi un approccio non appiattito sui soli stili di vita insalubri:
Una porzione significativa dell’eccesso di mortalità dei lavoratori manuali che si osserva rispetto ai non manuali è spiegata dalle disuguaglianze sociali di esposizione nei principali stili di vita insalubri, fumo alcol alimentazione e sedentarietà, che sono il bersaglio delle azioni di promozione della salute; ma l’esposizione disuguale a questi stili di vita non basta a giustificare completamente le disuguaglianze di mortalità tra lavoro manuale e non manuale che si misurano a parità di stili di vita. Una politica di promozione della salute nei luoghi di lavoro che si accontenti di intervenire solo sugli stili di vita rischia di lasciare inalterato il divario sociale di salute o magari anche di allargarlo.
Seguendo le linee del Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 che ha stabilito che tutti i programmi di prevenzione del piano devono essere sottomessi ad un Health Equity Audit (HEA) [5], il prof. Costa si chiede quali siano i meccanismi di generazione di questa salute disuguale:
quattro meccanismi di intermediazione:
- una disuguale esposizione ai fattori di rischio degli ambienti di lavoro
- una disuguale esposizione ai fattori di stress cronico
- una disuguale esposizione a stili di vita insalubri
- una disuguale esposizione a barriere alle cure
due meccanismi di vulnerabilità
- una disuguale vulnerabilità sanitaria all’azione dei quattro succitati
- e una disuguale vulnerabilità sociale alla esperienza di malattia.
Nel rinviare alla lettura del Capitolo per cogliere pienamente i nessi tra i meccanismi ricordati e la salute diseguale, va evidenziato come l’approccio/analisi proposta allarghi considerevolmente il campo di azione per la promozione della salute che va da interventi nell’ambiente di lavoro, nell’organizzazione del lavoro, agli stili di vita, al sostegno/ integrazione per le cure offerte dal sistema sanitario (welfare aziendale).
Ogni capitolo dell’e-Book meriterebbe un approfondimento in quanto ciascuno dà un contributo alla comprensione del valore delle politiche di promozione: il capitolo dal titolo Sguardo storico, bilancio di esperienze, proposte e prospettive, ad esempio, ricostruisce un quadro di iniziative che danno uno spessore storico alle politiche aziendali di welfare e promozione della salute nel nostro paese, alcune note altre meno, che sembra però non abbiano avuto una evoluzione coerente nel corso del secolo scorso così come nell’attuale.
L’evoluzione della considerazione attribuita alla Promozione della salute nei Piani di prevenzione nazionale e regionali, l’esperienza pionieristica della Regione Lombardia, la definizione di un modello regionale di intervento assunto di riferimento anche a livello nazionale vengono affrontati nel Capitolo sopracitato e nel Capitolo La promozione della salute nel contesto lavorativo dove si ribadisce che:
Gli interventi di Promozione della Salute nei Luoghi di Lavoro, come abbiamo già detto, non devono rappresentare percorsi alternativi a quelli di Prevenzione e Sicurezza, né rappresentare strumenti di ‘sconto’ rispetto agli obblighi normativi.
Non basta la burocratica verifica dell’assenza di provvedimenti sanzionatori da parte dell’organo di vigilanza nei confronti dell’azienda che voglia far parte del progetto di WHP per garantire che l’ambiente di lavoro sia quanto di meglio realizzabile dal punto di vista della sicurezza e salubrità per chi vi lavora.
… in un’ottica di Total Worker Health [6], è necessario che il rapporto tra ‘promozione della salute’ e ‘prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro’ sia considerato con estrema chiarezza. La Dichiarazione di Lussemburgo stabilisce che la promozione della salute nei luoghi di lavoro (Whp) è lo sforzo congiunto dei datori di lavoro, lavoratori e società per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori, e che questo può essere raggiunto attraverso la combinazione dei seguenti elementi: miglioramento dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro, promozione della partecipazione attiva, incoraggiamento dello sviluppo personale.
Quadro delle buone pratiche suddivise per area
- Pratiche per favorire l’adozione competente e consapevole di uno stile di vita attivo
- Pratiche per favorire l’adozione competente e consapevole di comportamenti alimentari salutari
- Pratiche per favorire l’adozione competente e consapevole di uno stile di vita attivo
- Pratiche per il contrasto a comportamenti additivi (alcol, droghe, GAP)
- Pratiche trasversali a tutte le altre aree
- Altre pratiche tra cui:
– Buona pratica conciliazione vita-lavoro
– Buona pratica Responsabilità Sociale d’Impresa
– Buona pratica Riduzione spreco alimentare
– Buona pratica Stress lavoro-correlato e Benessere organizzativo
– Buona pratica Adesione a comportamenti preventivi
La Banca Dati di Progetti e Interventi di Prevenzione e Promozione della Salute (Pro.Sa) [7] della Regione Piemonte e tutti i materiali prodotti da Dors [8] offrono esempi e strumenti che rappresentano un utile riferimento per la realizzazione di buone pratiche aziendali.
NOTE
[1] La promozione della salute in azienda, 1^ edizione dicembre 2024.
[2] Sono in corso di elaborazione due nuovi capitoli WHP e genere e WHP e benessere psicologico.
[3] Il Gruppo Ciip Promozione della salute in azienda: Gilberto Boschiroli (presidente CIIP-ANMA), Corrado Celata (Regione Lombardia), Luisa Biazzi (ANPEQ), Lalla Bodini (CIIP), Lorenzo Bordini (AIRM), Martina Cavallari (SIPLO), Giuseppe Costa (AIE), Angelo D’Errico (AIE), Riccardo Diliberto (AIFM), Fulvio D’Orsi (esperto), Maria Frassine (AIFOS), Mariagrazia Fulco (ATS Milano), Michele Mastroberardino ( SIPLO ), Carlo Nava (Ambiente &Lavoro), Franco Pugliese (AIRESPSA), Katia Razzini (UNPISI), Giuseppe Taino (AIRM), Donatella Talini (CERIMP), Nadia Vimercati (ATS Milano). Il Gruppo è coordinato dal presidente Ciip Gilberto Boschiroli.
[4] Giuseppe Costa – Professore emerito di igiene epidemiologia e sanità pubblica, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino.
[5] “ L’HEA è un processo semplice: se trovi una disuguaglianza significativa chiediti quali sono i meccanismi da cui essa può nascere; per i meccanismi a maggiore impatto chiediti se esiste una soluzione di contrasto o mitigazione efficace; per quella soluzione chiediti chi la possa agire; poniti queste domande di audit con quegli attori con cui puoi far partire un feed back di correzione. Anche una iniziativa come questo libro sulla promozione della salute dovrebbe essere l’occasione per passare il vaglio di queste domande, dato che in apertura siamo partiti da una salute così disuguale tra i lavoratori.”
[6] ll Total Worker Health (TWH) unisce in modo integrato tutti gli aspetti connessi alla tutela della sicurezza, della salute e del benessere dei lavoratori, considerando gli aspetti fisici, mentali, emotivi e il relativo impatto sulla vita delle persone e sulla produttività aziendale.
[7] https://www.retepromozionesalute.it/index.php
[8] DoRS- Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (Piemonte).