La trasformazione digitale: i primi risultati del Progetto PrePaRa

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Abbiamo trattato il tema della digitalizzazione e dell’introduzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel mondo del lavoro con attenzione costante [1], sottolineando come tali innovazioni comportino cambiamenti epocali nei rapporti nei contenuti e nell’organizzazione del lavoro, con effetti che non solo, e non sempre, possono essere interpretati secondo la  retorica sempre positiva della innovazione e della modernizzazione.

Abbiamo spesso citato in merito ricerche e studi dell’Agenzia europea, che tuttavia sembrano talvolta essere in ritardo rispetto all’evolversi rapido, se non precipitoso, delle condizioni di lavoro che avrebbe richiesto tempi più meditati e  un maggiore  coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori,  a livello nazionale ed europeo, sui grandi temi che tali innovazioni introducono: in primis la caduta delle coordinate spazio temporali quali elementi di riferimento prioritario nella contrattazione e la perdita dell’aggregazione e delle relazioni personali, quale punto di forza per qualsiasi forma di controllo/richiesta/rivendicazione.

Con grande interesse leggiamo e commentiamo quindi un primo resoconto [2] che l’INAIL pubblica relativo al progetto: “PrePaRa” sui Sistemi di prevenzione, partecipazione e rappresentanza dei lavoratori nel tempo della trasformazione digitale, di cui il Politecnico di Milano è il coordinatore scientifico, a  cui partecipano la Fondazione Di Vittorio, la Sapienza Università di Roma, lo Ial e che vede il coinvolgimento diretto di Cgil, Cisl, Uil nazionali.

Alcuni dati

Commissione europea:

  • oltre 28 milioni le persone nell’Ue che lavorano attraverso piattaforme digitali
  • nel 2025 tale numero dovrebbe raggiungere i 43 milioni
  • fino a 5,5 milioni di lavoratori potrebbero essere a rischio di errata classificazione e, quindi, poco tutelati.

Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche):

  • 570.000 i lavoratori su piattaforma digitale in Italia.

Il progetto ha l’obiettivo generale di analizzare i cambiamenti nel mondo del lavoro dovuti alla digitalizzazione e innovazione tecnologica nei processi organizzativi e nelle modalità di lavoro, per contribuire a migliorare i sistemi di prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e individuare adeguate forme di partecipazione, rappresentanza e sostegno ai lavoratori nei nuovi contesti organizzativi.

Nel corso dell’attività di ricerca sono stati analizzati sia ambienti di lavoro caratterizzati dalla digitalizzazione dei processi lavorativi sia la forma organizzativa specifica del lavoro su piattaforma.

L’analisi della letteratura, prima fase  della ricerca, conferma come i processi di digitalizzazione provochino un incremento dei fattori di rischio organizzativo e psicosociale dovuti a stress lavoro-correlato, a maggiore complessità del lavoro, alla difficoltà di porre confini tra vita lavorativa e vita privata, a minore interazione sociale, a forme di lavoro con posizioni di lavoro non definite.  Si evidenziano  inoltre maggiori criticità per alcune categorie di lavoratori, quali i rider e i crowdworker in particolare, per i quali si richiede l’individuazione di “una protezione sociale e sistemi di rappresentanza più inclusivi“.

In una seconda fase sono state realizzate 15 interviste a testimoni privilegiati ed esperti dei fenomeni di digitalizzazione, finalizzate ad indagare l’impatto della digitalizzazione “sulla prevenzione e sui sistemi di rappresentanza della Ssl”.

L’intervista ha indagato con particolare  attenzione in merito a:

  • fattori psicosociali e organizzativi di rischio emergenti
  • utilizzo delle nuove tecnologie nel divario socioeconomico
  • dimensioni economica e ergonomica dell’autonomia e del controllo analizzate in relazione all’impatto della digitalizzazione sulla qualità del lavoro (ad es: robot, cobot, internet delle cose, intelligenza artificiale, big data, esoscheletri, ecc.).
  • effetti della gestione della pandemia di Covid-19 sui processi di digitalizzazione e innovazione organizzativa.

Nella parte conclusiva dell’intervista, l’indagine è proseguita mettendo in luce:

  • strategie da mettere in atto per gestire i processi di digitalizzazione (ad es.  prevenzione tramite progettazione dei processi produttivi, formazione, ecc.),
  • ruolo della consultazione e contrattazione collettiva e della rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza nella gestione dei processi di digitalizzazione e della Ssl.

Alle interviste hanno fatto seguito 10 studi di caso aziendali con interviste a esperti e /o attori della prevenzione di aziende, appartenenti ai seguenti settori, che hanno introdotto significative innovazioni  digitali.

Settore Tipologia di tecnologica digitale
Agroalimentare (trasformazione) Industria 4.0 – produzione
Industria manifatturiera (produzione) Industria 4.0 – produzione
Grande distribuzione online (Centro di distribuzione: magazzino, gestione ordine) Platform economy
Logistica  (Consegna) Platform economy
Trasporti (Sito di smistamento) Sito
Telecomunicazioni  (Servizi ai clienti) Smart working
Pubblica amministrazione (Servizi al cittadino – front office) Smart working
Lavoro creativo / autonomo (Coworking) High skilled platform
Addetto alla pulizia (Pulimento)  Platform work
Editoria / Redazione / Stampa (Lavoro creativo + esecutivo) Digitalizzazione / smart working

L’indagine [3] conferma che modifiche significative sono avvenute nelle aziende, di interesse quanto è emerso in merito a:

utilizzo diffuso dell’intelligenza artificiale tramite algoritmi che regolano i rapporti di lavoro in base alle prestazioni per la realizzazione del compito

molteplici  modalità con le quali la digitalizzazione riconfigura le attività lavorative e l’organizzazione complessiva del lavoro

pericolo che la digitalizzazione faciliti una segmentazione del ciclo produttivo con conseguente carenza di coordinamento sotto il profilo dei sistemi di prevenzione e di rappresentanza tra le diverse aziende  che vi operano a livello di gruppo, sito e filiera.

Le prime indicazioni che emergono dall’indagine (che si è conclusa con un workshop cui hanno partecipato ricercatori, manager di aziende coinvolte nella ricerca, rappresentanti sindacali, Rls, giuslavoristi, ecc) insistono sui seguenti aspetti:

  • l’innovazione digitale comporta di innovare i sistemi di prevenzione con un approccio inclusivo fondato sulla partecipazione e il dialogo tra tutti gli attori.
  • emerge in generale la necessità di ripensare e rafforzare in maniera globale la figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) e il suo coinvolgimento nei sistemi di prevenzione;
  • si è posto in rilievo il valore della partecipazione ‘dal basso’ dei lavoratori e delle lavoratrici quali precondizione per un’effettiva prevenzione di infortuni e malattie professionali.

NOTE

[1] Da ultimo l’articolo pubblicato su Repertorio salute, Amazon: il monitoraggio sulla produttività e le ricadute sulla salute dei lavoratori.

[2] Sistemi di prevenzione, partecipazione e rappresentanza dei lavoratori nel tempo della trasformazione digitale – Metodologia e prime evidenze, INAIL, 2023.

[3] Anche se solo la lettura del Report finale del progetto PrePaRa potrà fornire strumenti per una adeguata comprensione delle problematiche indagate e sul nesso digitalizzazione e mondo del lavoro.

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