Repertorio Salute

la valutazione dei rischi negli incidenti industriali

Fonte: ARPAT


Da un’analisi dei passati incidenti industriali in Europa e altrove è oramai acclarato che le loro conseguenze possono essere amplificate a causa della vicinanza degli stabilimenti pericolosi a zone residenziali, a centri commerciali e ai servizi.

Per esempio, l’incendio che coinvolse nel 2000 una fabbrica di fuochi artificiali nella città olandese di Enschede provocò 22 morti e 900 feriti e distrusse una parte significativa dell’ambiente urbano.

Poco più di un anno più tardi, l’esplosione di un deposito di nitrato di ammonio a Toulouse, in Francia, causò più di 30 morti e 2500 feriti, oltre che danni materiali e traumi psichici alla popolazione circostante a causa della sua vicinanza a aree densamente popolate.

Al fine di ridurre gli impatti causati da grandi incidenti chimici, nel 1996 la Direttiva seveso ha introdotto un obbligo giuridico per la creazione di opportune distanze di sicurezza tra queste aree ed i siti pericolosi, ma non ha fornito suggerimenti dettagliati su come gli Stati membri dell’UE dovrebbero attuare questo requisito nelle loro politiche di pianificazione del territorio.

Di conseguenza, i metodi e i criteri applicati per soddisfare gli obblighi di pianificazione del territorio nei diversi Stati membri sono abbastanza diversi, anche se tutti mirano a raggiungere lo stesso obiettivo, vale a dire valutare le possibili conseguenze di eventuali incidenti rilevanti durante le decisioni di pianificazione del territorio.

In particolare, ogni paese ha stabilito un proprio processo per valutare il rischio associato a specifici pericoli di incidenti chimici, applicando varianti agli approcci standard di valutazione dei rischi per incorporare il rischio stimato nelle decisioni di pianificazione del territorio.

Parte del processo comprende anche, per alcuni o tutti i siti, a seconda del Paese, una stima del rischio associato al sito pericoloso in base all’analisi delle conseguenze associate a uno scenario specifico o agli scenari specifici.

Gli scenari sono selezionati in base alle informazioni contenute nei rapporti di sicurezza e nelle notifiche del sito e il calcolo delle stime di rischio può essere basato sui dati forniti dal sito o possono essere i propri set di dati standardizzati del regolatore.

Dati i numerosi possibili input e la diversità dei protocolli di valutazione dei rischi e dei protocolli di utilizzo del suolo, i risultati del processo di pianificazione del territorio per lo stesso tipo di sito possono variare notevolmente da un paese all’altro; gran parte di queste variabili sono difficilmente evitabili perché è oramai riconosciuto che i metodi di rischio nei processi di pianificazione del territorio sono incorporati nella cultura locale e nei sistemi giuridici preesistenti.

Tuttavia, gli aspetti tecnici associati all’analisi delle conseguenze, in particolare la selezione degli scenari ed i loro attributi, non sono soggetti a questi vincoli e tuttavia sono diversi da un paese all’altro così che ad oggi non esiste una prassi comunemente accettata tra gli Stati membri per determinare quali scenari dovrebbero essere presi in considerazione nel processo di pianificazione dell’uso del suolo.

Per affrontare questa questione, l’European Working Group on Land-Use Planning della Commissione Europea ha elaborato un Handbook of Scenarios for Assessing Major Chemical Accident Risks, che illustra una gamma di possibili scenari comuni di riferimento in modo da consentire alle autorità di considerare l’intera gamma di risultati possibili nella valutazione dei rischi associati ad un sito pericoloso. L’uso di scenari comuni di riferimento, inoltre, può in particolare dare ai cittadini una maggiore fiducia nei confronti delle autorità che devono garantire tutte le misure necessarie per ridurre gli impatti causati da gravi incidenti chimici.

Il Manuale fornisce raccomandazioni su possibili scenari di incidenti rilevanti sotto forma di scenari ad albero, cioè attraverso una classificazione che mostra i modi più comuni in cui può verificarsi un incidente che coinvolge una certa sostanza pericolosa, utilizzando la struttura di un diagramma a farfalla.

Gli alberi dello scenario presentati nel Manuale descrivono alcune sostanze pericolose e gli impianti che potrebbero essere coinvolti nell’incidente, nell’evento critico e nei fenomeni pericolosi a seguito all’evento, descrivendo anche i potenziali eventi successivi. Inoltre il Manuale offre anche un elenco di possibili cause e barriere di sicurezza per gli scenari studiati.

Tali informazioni mirano ad aiutare specialmente gli Stati membri che non hanno elaborato un approccio sistematico nell’attuazione della Direttiva Seveso; gli scenari illustrati possono essere tuttavia utilizzati anche per la pianificazione delle emergenze.

Il manuale inizia con un capitolo generale che spiega lo scopo e l’ambito d’applicazione e, in particolare, l’importanza dello “scenario d’incidente” nella valutazione dei rischi; i successivi sette capitoli forniscono scenari comuni di riferimento per ciascuno dei 6 tipi di sostanze pericolose comunemente utilizzate in tutta l’Unione Europea; il capitolo finale descrive un esercizio di benchmarking in cui otto gruppi di esperti provenienti da autorità regionali e nazionali dell’UE hanno condotto valutazioni di rischio per la pianificazione del territorio su due siti fittizi utilizzando gli scenari di riferimento comuni del Manuale.

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