Lavoro e vita: esposizione a radiazioni ionizzanti

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Nelle sale dei cinema di tutto il mondo è uscito l’attesissimo Ophenaimer, film che racconta la storia dell’invenzione della bomba atomica e le vite degli scienziati che ruotano attorno a quella scoperta. Cristopher Nolan ci mostra nel suo film un momento imprescindibile nella nostra storia recente, un istante che ha cambiato per sempre le nostre vite e il modo a cui guardiamo alla guerra e alle relazioni internazionali.

Quello a cui magari non tutti pensano è l’enorme cambiamento che ha comportato l’ingresso nell’era atomica per migliaia di lavoratori di tutto il mondo.

L’energia nucleare ha creato nuovi posti di lavoro intorno al globo e quindi anche nuove branche della prevenzione dei rischi nel mondo del lavoro. Quello delle radiazioni e l’esposizione a queste ultime sono entrati come tema portante sulla scena della sicurezza sul lavoro, unendo medicina e fisica nel tentativo di prevenire rischi e problematiche legate alle radiazioni.

La prevenzione da tali rischi infatti non comprende solo i lavoratori del settore energetico ma anche quello minerario e molti altri per via della presenza in natura di rocce contenenti elementi radioattivi prevalentemente il radon.

Un nuovo studio condotto dall’Università della California, Irvine, mostra una forte relazione tra l’esposizione prolungata a bassi livelli di radon e il cancro ai polmoni, indicando la necessità di misure di protezione rafforzate. Il gas radon presente nell’aria si decompone in minuscole particelle radioattive che possono danneggiare le cellule polmonari e provocare il cancro.

I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista online Environmental Health Perspectives.

Le operazioni minerarie oggi tendono a comportare esposizioni inferiori rispetto al passato, ma il nostro studio mostra che queste esposizioni inferiori continuano ad aumentare il rischio di cancro ai polmoni. Ridurre l’esposizione al radon nei nostri luoghi di lavoro e nelle nostre case rimane un modo importante per ridurre il cancro ai polmoni,

ha affermato David B. Richardson, Ph.D., direttore associato della ricerca per il Programma UCI [1] di sanità pubblica,  professore di salute ambientale e occupazionale.

Storicamente i minatori hanno subito tra i più alti livelli di esposizione al radon sul posto di lavoro, ma il team ha notato anche un’ampia varietà di altri luoghi di lavoro che presentano rischi significativi dovuti al radon, tra cui metropolitane, tunnel, condotte di servizi di pubblica utilità, parcheggi sotterranei, impianti di fertilizzanti fosfatici e raffinerie di petrolio. Anche alcuni ambienti residenziali rappresentano una minaccia.

La gravità delle esposizioni, a radiazioni così come a sostanze chimiche, è legata a due fattori, l’intensità e la durata. Lo studio si occupa dei casi di esposizioni a bassa intensità ma per lungo tempo (nel caso specifico quelle del radon). Nel caso dei minatori anche 6 ore al giorno.

I luoghi a rischio sono tutti quelli che si trovano a contatto con rocce tufacee, tema che colpisce molto l’Italia vista la quantità di borghi e città costruite su rocche di tufo.

Le concentrazioni sono generalmente basse ma possono variare ampiamente, a seconda della geologia, della costruzione degli edifici, della ventilazione e del riscaldamento.

A differenza degli studi precedenti che si basavano prevalentemente  sulle informazioni raccolte quando le esposizioni al radon erano elevate e scarsamente stimate, il team internazionale si è concentrato su minatori che lavoravano in Canada, Repubblica Ceca, Francia, Germania e Stati Uniti. I loro risultati mostrano che il rischio di cancro ai polmoni aumenta con esposizioni al radon di basso livello e ha un impatto particolare sul rischio di cancro ai polmoni tra i giovani adulti.

Il nostro studio sottolinea la necessità di migliori protezioni e pone solide basi per costruire una nuova generazione di modelli per lo sviluppo di stime sul rischio di cancro ai polmoni dopo un’esposizione a basso livello di radon, che è la principale preoccupazione contemporanea,

ha affermato Richardson.

Il team comprendeva professionisti sanitari e accademici provenienti da Stati Uniti, Canada, Repubblica Ceca, Francia e Germania.

Questo lavoro è stato sostenuto da organizzazioni internazionali negli Stati Uniti, in Francia, nella Repubblica Ceca e in Canada: i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie; l’Istituto Nazionale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro; il CDC [2] in associazione con l’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro; l’Istituto per la Protezione Radiologica e la Sicurezza Nucleare; l’Istituto Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni; la Commissione canadese per la sicurezza nucleare; il Ministero del Lavoro dell’Ontario; e la Canadian Cancer Society.

Il radon ha un alta velocità di decadenza e a volte è sufficiente un buon sistema di ventilazione per  prevenire la maggior parte dei rischi. Questo però non sminuisce l’importanza degli studi sulla radiazione e i suoi effetti. Spesso per il mondo della prevenzione è risultato difficile prevedere i danni a lungo temine di numerose esposizioni che siano a onde elettromagnetiche ad agenti chimici o radiazioni. Purtroppo il cancro è una malattia che spesso risulta difficile da collegare a cause specifiche essendo che queste possono risalire anche a un tempo molto lontano. Lo studio della Università della California cerca però di invertire questo trend interessandosi approfonditamente dei danni a lungo termine causati dall’esposizione a radiazioni, anche quando la loro entità e blanda e a una prima occhiata trascurabile.

Le radiazioni però non sono solo quelle a bassa intensità del radon: l’industria bellica, se ne è discusso anche nei nostri media ultimamente, lavora alla produzione di munizioni contenenti uranio impoverito i cui effetti radioattivi sono di gran lunga superiori a quelli del radon. Nel nostro Paese [3] è proprio in corso una causa in difesa di centinaia di soldati che hanno sviluppato tumori a seguito dell’esposizione all’uranio contenuto nelle munizioni.

FONTE: https://news.uci.edu/2022/06/14/uci-led-study-finds-prolonged-low-level-radon-exposure-still-a-leading-cause-of-lung-cancer/


NOTE

[1] UCI University of California, Irvine

[2] Centers for Disease  Control and Prevention, Usa –  CDC è la principale organizzazione governativa nazionale di servizi per la prevenzione.

[3] https://it.euronews.com/2023/04/05/italia-la-storia-dellavvocato-tartaglia-difensore-di-molti-soldati-vittime-delluranio-impo

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