Fonte: Inail
Il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail ha pubblicato di recente il documento RFId (Radio-Frequency Identification) in applicazioni di sicurezza. Il documento si sofferma sulle possibilità applicative della tecnologia RFId in materia di sicurezza.
Una di queste applicazioni riguarda la localizzazione dei lavoratori. Il documento indica che tale tecnologia è una
valida alternativa sia alle tecnologie di personal identification tradizionali (badge, tesserini, ecc.), sia alle tecnologie basate sul riconoscimento degli attributi biometrici di un individuo. A differenza di tali tecnologie permette il riconoscimento anche ‘a distanza’.
È possibile tramite sistema RFId
distinguere gli ingressi dalle uscite e verificare automaticamente l’elenco delle presenze all’interno di una determinata zona, permettendo l’avvio o l’arresto di dispositivi a seconda che il proprietario si trovi o meno nelle vicinanze.
E un sistema RFId che utilizzi Tag attivi
può essere usato per realizzare una funzione di localizzazione tridimensionale dei lavoratori all’interno del luogo di lavoro (in presenza di almeno quattro Reader posizionati in modo da non giacere tutti sullo stesso piano).
E un sistema di localizzazione tridimensionale
può essere utile per facilitare le operazioni di emergenza (ad esempio la localizzazione di un lavoratore disperso durante le fasi dell’esodo, quest’ultima funzione è facilitata dall’esistenza di un archivio storico dei dati, che permettere di rintracciare, presso l’ultima posizione registrata, il lavoratore disperso).
La seconda applicazione che l’Inail indica è quella dell’uso della RFId come DPI aggiuntivo.
Può essere usato per bloccare il funzionamento di attrezzature in caso di caduta di operatori attraverso aperture al di là delle quali vi siano organi in movimento. È questo il caso, ad esempio, di trebbiatrici, mietitrici, pompe idrovore, macchine per trucioli. In tali attrezzature fieno, graminacee, sostanze liquide, legno entrano da un apposito ingresso durante il normale funzionamento. Tuttavia se avviene l’ingresso accidentale di un operatore è necessario fermare gli organi in movimento. Al fine di proteggere tempestivamente gli operatori è possibile ricorrere ad un sistema RFId.
Per far funzionare in modo ottimale tale sistema è necessario applicare dei Tag passivi
sui vestiti o su fasce da indossare agli arti, al collo e al bacino, mentre il Reader è posto in corrispondenza dell’apertura la quale deve trovarsi a distanza sufficiente dalle parti in movimento (la zona operativa del Reader coincide con l’ingresso dell’attrezzatura).
Questo, naturalmente fa in modo di
proteggere solo gli operatori che indossano i Tag e non eventuali terze persone.
Una terza modalità d’uso è quella dell’uso di RFId come inventario di sicurezza.
Infatti tale sistema
può essere usato per controllare che alla fine di un certo lavoro, tutte le attrezzature di lavoro, dotate di Tag, rientrino negli appositi contenitori, dotati di Reader. Un’applicazione può essere quella della localizzazione di un utensile o un’attrezzatura di lavoro, con particolare riguardo agli utensili e alle attrezzature la cui localizzazione potrebbe avere ricadute sulla sicurezza (ad esempio attrezzature pericolose). Ciò può essere ottenuto facendo in modo che alle entrate/uscite dai locali vi sia un Reader e sull’utensile o sull’attrezzatura vi sia un Tag.
Questa applicazione può quindi essere utilizzata nel
controllo dell’inventario degli utensili a fine lavoro, durante operazioni di lavoro svolte fuori sede o durante operazioni per cui sia importante (eventualmente per motivi economici) tale controllo: dei Tag passivi sono sistemati sugli utensili, un Reader in corrispondenza del contenitore degli utensili può segnalare a fine lavoro se qualche utensile non è stato riposto (indicando anche quale, grazie all’identificatore del Tag).
E eventualmente
un Reader mobile può essere passato sulla zona di lavoro per individuare gli utensili dispersi.
Inoltre si dimostra utile anche per ricostruire
la storia dell’utensile o dell’attrezzatura di lavoro in quanto, in un database aggiornato sulla base dei dati ricevuti dai Reader possono essere conservate informazioni su manutenzioni, verifiche ecc., che possono poi essere inviate sul terminale (telefonino, palmare o altro) dell’utilizzatore dell’utensile o dell’attrezzatura (il terminale può essere a sua volta dotato di Reader o di lettore di etichette o di q-code).
Ad esempio è interessante l’applicazione di sistemi RFId nella
manutenzione degli impianti chimici, dove si effettuano manutenzioni sulle valvole.