Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) applicate al lavoro

ITC applicata al lavoro INAIL foto di Alex Knight Unsplash

Riteniamo interessante segnalare l’impegno dell’Inail – in particolare nell’ambito della Campagna europea sulla prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici, ma non solo – sul tema dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) in ambito lavorativo.

L’Inail ha sia promosso attività di ricerca – i cui risultati  vengono presentati nell’ambito di convegni indetti durante la settimana europea per la salute e sicurezza – sia partecipa ad iniziative di merito. Di seguito alcuni degli eventi realizzati nei mesi di ottobre e novembre.

8 novembre 2021
Inail – Direzione regionale Lazio
Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico con i robot

Temi affrontati

Stato dell’arte sia della legislazione nazionale e comunitaria  in materia, che necessita di sviluppi rispetto alla diffusione della robotica collaborativa.

Stato dell’arte in merito all’analisi dei rischi emergenti, correlati anche all’introduzione di esoscheletri e robot nella movimentazione dei carichi.

Presentati casi di studio, con uno sguardo alle applicazioni implementabili in un futuro prossimo e agli ausili oggi già in uso.

Consapevolezza che è necessario  indirizzare la ricerca su quale sarà il ruolo di questi dispositivi nei diversi contesti produttivi e quali i nuovi rischi legati al loro impiego per i lavoratori

Intervento dell’Anfia, Associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica,  che ha dall’aprile 2020 con l’Inail un Protocollo  d’intesa, nell’ambito del progetto europeo Sophia (sviluppo di nuove reti di sensori intelligenti e di tecnologie robotiche collaborative, finalizzate alla riduzione del  rischio biomeccanico).

12 Novembre alle ore 14:30 (webinar)
Confindustria Toscana l’Agenzia EU-Osha, l’Inail, Artes 4.0.
L’impatto di industria 4.0 sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.

L’iniziativa è occasione per un confronto con due aziende toscane, impegnate una nella produzione e l’altra nell’utilizzo di tecnologie 4.0, per capire come queste tecnologie possano migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro ed alleggerire i carichi fisici dei lavoratori.

28 ottobre 2021
Inail – Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Inail e dal Dipartimento di Ingegneria astronautica, energetica ed elettrica della  Università di Roma La Sapienza
Sviluppo di abiti intelligenti sensorizzati per prevenzione e mitigazione di rischi per la sicurezza dei lavoratori (SENSE RISC).

Partner
Dipartimento biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza –  Università di Roma, Dipartimento di chimica e chimica Industriale dell’Università di Pisa, l’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna, la facoltà di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, il Polo tecnologico della Fondazione Don Gnocchi.

Temi affrontati
Presentazione del lavoro di ricerca e delle sue finalità: sviluppo abiti realizzati con tessuti ingegnerizzati per monitorare sia i fattori ambientali del contesto lavorativo (fisici, chimici, biologici), sia i parametri fisiologici del lavoratore stesso (frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura corporea, sudorazione), grazie a sensori innovativi basati su nanotecnologie e nanomateriali come grafene, nanoparticelle e film polimerici a elevata biocompatibilità.

Dimostrazione pratica del prototipo della maglietta, del suo funzionamento e dell’acquisizione su smartphone dei dati raccolti dai sensori.
Illustrazione delle modalità con cui i dati vengono trasmessi su cloud e analizzati in tempo reale da una piattaforma di intelligenza artificiale: descrizione del prototipo di “maglietta intelligente lavabile, con caratteristiche di alta vestibilità, indossabilità ed elevato comfort”, utilizzo di “una piattaforma di intelligenza artificiale flessibile e personalizzabile per lavoratore e specifico ciclo produttivo, che analizza in tempo reale i dati raccolti dai sensori e trasmessi sul cloud in modalità wireless, in modo da consentire la valutazione istantanea del rischio di infortunio” (Maria Sabrina Sarto, Coordinatrice  scientifico del progetto, prorettrice alla Ricerca dell’ Università La Sapienza di Roma).

Analisi del costo  “considerato  particolarmente competitivo, confrontabile con quello di magliette già in commercio per lavoratori e sportivi, pari a circa 100 euro: 50 per la sensoristica e altrettanti per la t-shirt”.
Possibili settori di applicazione: “quelli a elevato rischio, come la siderurgia, le raffinerie, i cantieri ad alta quota, offshore o in profondità”, ma “anche settori meno pericolosi ma comunque insidiosi per la prolungata esposizione al rischio, come l’agricoltura e la cantieristica”.

Approfondimento in merito alle  specifiche tipologie di sensori e materiali integrati negli abiti intelligenti: “dai sensori di temperatura e umidità, per avere una stima del processo di sudorazione in atto, a quelli in grafene direttamente stampati nel tessuto per il monitoraggio respiratorio, dal sensore Ecg per tenere sotto controllo la frequenza cardiaca a quelli di prossimità e accelerometri, per correlare lo stato di affaticamento con le attività svolte dal lavoratore, fino all’elettronica alimentata a batteria e alla comunicazione bluetooth tramite app, con intelligenza artificiale integrata per la valutazione”.

Perché ad  indossarli non siano solo i manichini: “L’interesse e l’impegno dell’Inail è di andare oltre – per traghettare il risultato del progetto nella fase successiva di un prodotto effettivamente utilizzabile, quando vedremo questi abiti intelligenti indossati da lavoratori e non più soltanto da manichini. Per arrivarci mancano ancora alcuni passaggi, ma siamo convinti di poterlo fare nel miglior modo e nel minor tempo possibile” (Edoardo Gambacciani, direttore centrale Ricerca dell’Istituto).

Sul tema dei disturbi muscoloscheletrici e dell’utilizzo delle Ict val la pena inoltre segnalare una recente pubblicazione dell’Inail – Dipartimento di medicina epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale: la FactSheet Metodologie innovative per la valutazione del rischio biomeccanico.

Metodologie innovative per la valutazione del rischio biomeccanico

La difficoltà nel valutare tutti i compiti lavorativi mediante i metodi fino ad oggi utilizzati e talvolta la  loro non applicabilità in determinate  condizioni ha fatto emergere la necessità “di poter disporre di nuove metodologie di valutazione del rischio biomeccanico che siano quantitative, oggettivabili, ripetibili e che prevedano la possibilità di identificare il rischio anche nei moderni scenari lavorativi dove si sta sempre più diffondendo l’utilizzo di esoscheletri da parte dei lavoratori e la condivisione degli spazi lavorativi con i cobot. Le metodiche attualmente usate, seppur valide, risultano  incomplete e non efficaci nel valutare la complessità e il reale impatto che queste tecnologie hanno sulla salute e sicurezza dei lavoratori nell’industria 4.0. Sistemi optoelettronici, sensori inerziali (Inertial measurement units, IMUs) ed elettromiografia di superficie (EMGs), oggi largamente disponibili, ci permettono di integrare le metodologie  osservazionali, infatti, valutando come un soggetto muove le sue articolazioni e usa i suoi muscoli durante l’esecuzione di un compito lavorativo, consentono di effettuare in maniera oggettiva la valutazione del rischio biomeccanico anche in quei settori in cui le metodologie attualmente più diffuse non riescono a dare risposte esaustive”.

La scheda illustra quindi vantaggi e limiti dei seguenti metodi:

  • sistemi optoelettronici
  • sensori inerziali (Inertial measurement units, Imus)
  • elettromiografia di superficie (emgs)

Viene inoltre descritta l’attività di due progetti europei MELA (Miniaturized sEmg for lifting activities) e SOPHIA (Socio-physical interaction skills for cooperative human-robot systems in agile production) che sperimentano l’utilizzo dei sensori miniaturizzati indossabili (Emgs e Imus) per una “valutazione strumentale quantitativa del rischio biomeccanico direttamente sul campo grazie anche alla possibilità di trasferire wireless i dati acquisiti sul lavoratore che svolge il compito in esame”.

Ne risulta anche solo da una visione dei temi trattati – una realtà con molte sfaccettature che vanno innanzitutto da una forte spinta all’utilizzo delle Tecnologie dell’informazione e comunicazione (incluse le intelligenze artificiali), a riflessioni e domande (poste da alcuni)  in merito agli aspetti anche di rischio (oltre ai decantati risultati  di carattere preventivo) che ad esempio l’utilizzo della robotica collaborativa può comportare per i lavoratori, a evidenze relative a  carenze legislative sia  nazionali che comunitarie, ad aspetti evidenti di modifica delle condizioni di privacy.

Quello che colpisce maggiormente è tuttavia l’ambito di discussione di queste tematiche, che non attraversa il mondo del lavoro nel suo complesso in un quadro reale di valutazione costi benefici dell’utilizzo delle Ict: è davvero straordinario che tematiche cosi radicalmente innovative non prevedano una sede di confronto istituzionale (che superi l’occasionalità del convegno, anche utile indubbiamente perfar emergere, in parte, lo stato delle cose) che permetta di valutare condizioni, tempi e modalità per l’introduzione generalizzata di queste tecnologie, sia quelle adottate a fini preventivi che le più diffuse ormai innovazioni dell’industria 4.0.

Torneremo sicuramente sull’argomento cercando testimonianze e riflessioni di soggetti diversamente interessati al tema.

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